Lutto al quotidiano “il manifesto”

Carla Casalini, una di noi

Una delle compagne storiche del manifesto, cioè una che ha fondato il "giornale comunista", è morta. Un tumore, un cancro l'ha ammazzata. Diceva che il mondo è una sfera dove i conflitti rompono sempre i confini e le barriere. Critica verso la sinistra con intelligenza. Critica con i movimenti con intelligenza. Critica con i sindacati con intelligenza.

5 novembre 2008 - Benedetto Vecchi

E’ un messaggio amaro questo. Mi scuserete per l'emotività, ma talvolta non è facile mantenere il distacco necessario. Carla Casalini, una delle compagne storiche del manifesto, cioè una che lo ha fondato sto' cazzo di giornale, è morta. Un tumore, un cancro l'ha ammazzata. Negli ultimi mesi ci siamo visti, abbiamo parlato. Diceva che il mondo è una sfera dove i conflitti rompono sempre i confini e le barriere. Ironizzavo sul suo ottimismo della volontà, gli preferivo l'ottimismo della ragione e un realistico pessimismo della ragione. Carla chiosava sempre i nostri dialoghi con un'espressione che la rendeva amorevolmente antipatica.
Rispondeva sempre con un “no, no, non è che è così”. Ma mai voleva negare il punto di vista con chi dissentiva. Semmai, costruiva canali di comunicazione, di dialogo con chi la pensava diversamente da lei.
Per me, che sono arrivato al manifesto con i pantaloni già lunghi era l'espressione massima del manifesto. Era il manifesto. Critica verso la sinistra con intelligenza. Critica con i movimenti con intelligenza. Critica con i sindacati con intelligenza. Anche se spesso litigavamo sul che fare?
Mancherà con quel suo "no, non è così". Sciamannata, incasinata, refrattaria alle regole, ma generosa fino ad annullare la sua vita privata, anche se continua a ripetere che il personale è politico.

Una SESSANTONTINA DOC. E guai, guai a chi pensa che la sua partecipazione a un movimento (il 68) possa essere ridotto a miseria umana e culturale. Carla era una che credeva nel comunismo, anche se le veniva la pelle d'oca a sentir parlar delle magnifiche sorti e progressive del partito. I "rappresentanti" della linea giusta li guardava con sospetto, ma mai con astio. Era una dei noi, anche se la sua strada ha spesso preso una direzione diversa.
Mi mancherai, Carla.
Quando le ho parlato che un gruppo di ripescati al fiume si vedevano con giovani compagni mi ha subito chiesto di avere i testi delle discussioni, con una curiosità che pochi oramai hanno.
Un saluto a pugno chiuso…l'unico che ci piaceva davvero

Benedetto Vecchi