Lotta per la casa

Sgombero di via Tibaldi: parlano gli ex occupanti

In un comunicato, Famglia Bresci, il collettivo che aveva promosso l'occupazione di un alloggio vuoto nel quartiere Navile, prende posizione contro ACER e il Comune di Bologna e la loro politica sul tema della casa.

3 novembre 2008 - Famiglia Bresci

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3 APPARTAMENTI DANNEGGIATI E MURATI IN UNA SERA: L'A.C.E.R. DISTRUGGE IL PATRIMONIO PUBBLICO

Il 31 Ottobre nel cortile ACER all’angolo via Tibaldi e via Fioravanti, dietro la stazione di Bologna si è presentata una squadra di vigili urbani per sgomberare le due ragazze che di recente abitavano
nell'appartamento al terzo piano del n 44, lasciato vuoto da tempo. Pur non avendo diritto legale ad entrare nell'abitazione, un impiegato ACER e quattro vigili urbani si sono introdotti a forza nella casa e da li hanno chiamato rinforzi (almeno altre cinque macchine fra vigili e carabinieri più la solita digos..) e proceduto allo sgombero forzato dicendo che le ragazze non avevano diritto in quanto non assegnatarie delle liste ufficiali, annunciando che fra pochi giorni le case sarebbero state abitate dai legittimi assegnatari. La cosa si è però rivelata una vergognosa menzogna quando i rappresentanti dell'A.C.E.R. si sono presentati con 4 muratori che, distruggendo a martellate i sanitari e murando la porta d'accesso hanno reso non abitabili gli appartamenti. La stessa procedura è stata applicata ad altri due interni vuoti al 5° e al 1° piano dello stesso palazzo, per evitare che qualcun' altro vi possa entrare abusivamente.
Da oggi quindi, oltre alle due ragazze che non hanno più un tetto, in Bolognina ci sono tre appartamenti assegnabili in meno, con il conseguente allungamento delle liste per chi da anni ormai aspetta.
L'A.C.E.R. non amministra il patrimonio statale nell'interesse del pubblico, ma nell'interesse dei privati e dell'U.P.P.I. (Unione “Piccoli” Proprietari Immobiliari) che hanno buon gioco nell'alzare i prezzi delle case in affitto fintanto che l'edilizia popolare rimane paralizzata dalla mala gestione.

Oggi l'A.C.E.R. e la polizia municipale rimuovendo con la forza le due ragazze dal loro nucleo abitativo, hanno dimostrato chiaramente quanto falso e ipocrita sia il loro muoversi per ristabilire la legalità.
Accecati dal progetto securitario e repressivo del pacchetto sicurezza del governo, recepito dalle giunte di sinistra con entusiastico plauso, non si accorgono di calpestare con questi atti vergognosi i più basilari
principi del diritto umano.L'art.25 della “Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo”, titolo II art. 7 della Carta dei diritti fondamentali del’Unione Europea e la Risoluzione N77 delle Nazioni Unite, sanciscono il diritto di ogni individuo ad abitare con dignità e che a una persona rimossa a forza dal suo domicilio vada necessariamente proposta un'abitazione alternativa.

Ma al di là di questa profonda contraddizione di carattere prettamente legalitario, ribadiamo con forza che il diritto di ogni essere umano ad una vita dignitosa è un principio più alto di qualsiasi altra legge o trattato internazionale.
La nostra vita, la nostra creatività, i nostri desideri, il nostro bisogno incessante di migliorare le nostre condizioni di vita, in nostro respirare, sanciscono, di momento in momento questo principio universale.
Nessuna legge può impedire la nostra volontà di costruire e vivere un presente più dignitoso.
Non ci sono muri che la nostra volontà di libertà non potrà scavalcare.

FAMIGLIA BRESCI