Dieci/quindicimila persone in Piazza questa mattina, in una piazza Maggiore, hanno risposto alla giornata di mobilitazione della Cgil per protestare contro le politiche del Governo Berlusconi. La parte del leone l’hanno fatta i pensionati dello SPI che, in piazza e in corteo, con le loro bandiere e i loro cappellini rossi, hanno sovrastato tutte le altre categorie. Diversi pulman, provenienti dalla provincia, li hanno portati al centro di Bologna e, con tanti piccoli cortei sui marciapiedi, sono arrivati in Piazza Maggiore dove, sul “crescentone”, erano stati allestiti diversi gazebo. Il corteo ha sfilato, in un breve percorso, per le strade del centro,è arrivati fino alla cittadella universitaria per poi ritornare davanti a Pazzo d’Accursio.
I tagli del governo delle destre hanno fatto “marcare il cartellino” anche ai partiti dell’ex Unione: erano infatti presenti, con le loro bandiere delegazioni, dei Comunisti italiani, di Rifondazione Comunista e del Pd, per una volta uniti contro i tagli del Governo.
Tra gli striscioni che hanno sfilato, quelli dei lavoratori dell'Ikea di Casalecchio, dell'Esselunga e di Castorama. Anche striscioni dei precari dei call canter.
Quando il corteo è arrivato in Piazza Verdi ha incrociato alcune centinaia di ragazzi delle scuole medie superiori che, scesi in sciopero contro la Gelmini, stavano assistendo a un concerto di band studentesche.
Nel comizio finale, una frase del segretario della Camera del Lavoro, Cesare Melloni, (“Purtroppo non abbiamo un sindaco come quello di Colonia che ha fermato i neonazisti chiamando i cittadini nelle piazze"), oltre che essere una lode al primo cittadino tedesco Fritz Schramma, che una decina di giorni fa ha mobilitato la città contro la manifestazione anti-islamica convocata dall'ultradestra europea, è stata interpretata da molti come una critica al sindaco Sergio Cofferati, che anche ieri si era beccato diversi “rimproveri” per la sua assenza al grande corteo a difesa della scuola pubblica contro la “controriforma” della ministra dell’istruzione di Forza Italia.
Ma, immediatamente dopo la fine del comizio, Melloni, un po’ imbarazzato, ha giurato che non c’era nel suo discorso nessun riferimento, neanche velato, al sindaco di Bologna.