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“Viva lo sport senza la repressione, dai un calcio alla Fifa”

Ieri, nella giornata inaugurale dei mondiali di calcio, iniziativa di Earth Riot e Sambalotta “in solidarietà con il popolo brasiliano”: corteo informativo da piazza Verdi a piazza Maggiore. Riceviamo e pubblichiamo.

13 Giugno 2014 - 15:14

Azione in solidarietà con il popolo brasiliano contro la Fifa

Ieri pomeriggio Earth Riot e Sambalotta hanno dato vita ad un piccolo corteo in solidarietà con il popolo brasiliano, contro la Fifa World Cup 2014. Al suono dei tamburi siamo andati da piazza Verdi a piazza Maggiore diffondendo materiale informativo e parlando della situazione in Brasile. Sui due striscioni si poteva leggere “Solidariedade com o povo brasileiro, Fifa go home” e “Viva lo sport senza la repressione, dai un calcio alla Fifa”.

> Il testo del volantino diffuso:

Nao vai ter copa! Boycott FIFA World Cup

Oggi 12 giugno (ieri, ndr) si aprirà ufficialmente lacopa FIFA World Cup 2014, avranno inizio i mondiali del Brasile e migliaia di persone da ogni dove vorranno seguire in diretta le partite fino alla finale del 13 luglio a Rio de Janeiro. Un mese di coppa del mondo, di sbornia collettiva, poi tutto tornerà come prima.

Un anno fa, in molte città del Brasile, la gente è scesa in piazza per migliori condizioni di vita. Nel corso di quest’anno si sono tenute manifestazioni oceaniche spesso represse violentemente dalla polizia militare. Le proteste sono iniziate a causa dell’aumento del biglietto dei trasporti pubblici ma fin da subito hanno incluso le lotte dei lavoratori, degli studenti, degli insegnanti, degli abitanti delle favelas, degli indios contro la distruzione del patrimonio culturale indigeno. La risposta dello stato è stata immediatamente chiara: la polizia ha arrestato, picchiato, sparato, ammazzato le persone scese in piazza; la magistratura ha aperto maxi-processi e ora sta tentando di accusare i manifestanti di terrorismo; i politici hanno criminalizzato il movimento con l’aiuto dei giornali, emanato leggi per soffocare le proteste e non hanno dato nessun ascolto alle voci della strada.

A giugno dell’anno scorso i cortei hanno preso d’assalto anche gli stadi dove si tenevano le partite della Confederations Cup e in piazza la gente ha iniziato a urlare “Nao vai ter copa” (non si farà la coppa del mondo). Perché? Il Brasile è uno stato che sta acquisendo sempre più importanza a livello economico e sgomita per farsi spazio tra le nazioni più “potenti”. L’altra faccia dello “sviluppo” è sempre costituita da sfruttamento, oppressione, aumento del divario tra ricchi e poveri, corruzione ed è esattamente questo ciò che sta vivendo la maggior parte della popolazione brasiliana. Un mega evento come i mondiali di quest’anno o le olimpiadi che si terranno nel 2016 a Rio de Janeiro non fanno altro che ingigantire e velocizzare i fenomeni appena accennati.

E quindi cosa c’è dietro alla FIFA World Cup 2014? Sfratti: 250000 famiglie sono state sfrattate o rischiano lo sfratto a causa della “riqualificazione” delle zone urbane “degradate”, in particolare le favelas. La gente viene cacciata dalla propria casa violentemente, spesso la polizia punta la pistola alla testa degli abitanti o spara sulle manifestazioni per bloccare gli sfratti. Sperpero dei soldi pubblici: si stima che i mondiali costeranno almeno 30 miliardi di $. Sono stati costruiti stadi giganteschi in diverse città, l’ammodernamento del Maracana è costato circa 2 miliardi $ (più di uno stadio costruito da zero) e dopo i mondiali queste maxi-opere saranno estremamente sottoutilizzate. A Manaus stanno addirittura pensando di convertire il nuovo stadio in prigione temporanea. Oppressione di genere e di razza: la coppa del mondo alimenta l’oppressione di genere e aumenta il mercato che sta attorno alla prostituzione minorile. La FIFA tace sugli episodi di razzi
smo durante i campionati locali e rifiuta una coppia di ragazzi neri per la presentazione del logo della coppa del mondo perché non rispetta i “canoni europei”. Elitizzazione e segregazione negli stadi: il prezzo dei biglietti nei nuovi stadi aumenterà a dismisura impedendo ai tradizionali tifosi, alla working class, di poter vedere le partite. Un biglietto costerà più del 50% del salario minimo. Repressione: le città brasiliane sono completamente militarizzate. Durante le manifestazioni del 2013 sono state ammazzate 33 persone. La polizia militare controlla i centri urbani e la polizia “pacificatrice” controlla alcune favelas, entrambe sono pronte a far fuoco al minimo segno di dissenso e la cosiddetta pacificazione porta a continui soprusi sulla popolazione e a “misteriose” sparizioni. La magistratura sta cercando di accusare di terrorismo i protagonisti delle grandi mobilitazioni di piazza.

Questa è la situazione reale del Brasile, tutto ciò che la FIFA darà a vedere sarà solo spettacolo. Dietro a un gioco appassionante, seguito in ogni parte del mondo, normalmente seguitissimo dalla popolazione brasiliana, si nascondono sfruttamento, disuguaglianza e assassinii. Le manifestazioni dell’anno passato hanno già aperto gli occhi a gran parte della popolazione e il grido “Nao vai ter copa” significa che per molte persone la Coppa non avverrà, questa non è la Coppa del popolo. Tra un mese ci sarà un vincitore e nel mondo tutto sembrerà come prima, ma nella realtà la partita sarà ancora aperta e le lotte sociali continueranno a minare le basi di questo sistema di sfruttamento globale.

Earth Riot
Sambalotta