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Virus, “stipendi a rischio”: educatrici e educatori interrompono Consiglio comunale

Convocato incontro la prossima settimana a Palazzo D’Accursio. Intanto, riders: “Questa situazione per noi è una colossale fregatura”. Si attende decisione sul rinnovo o meno delle restrizioni per la prossima settimana.

28 Febbraio 2020 - 15:30

Sono salite a 115, in Regione, le persone risultate positive al contagio da Covid-19: 74 a Piacenza, 18 a Modena, 16 a Parma e 7 a Rimini. A quota 1.224 i tamponi refertati. In queste ore, i rappresentanti di Regione e Comuni si stanno incontrando per decidere sulla proroga dell’ordinanza di sospensione della didattica di scuole e università e di attività e manifestazioni di varia natura.

Quest mattina, intanto, un gruppo di educatrici ed educatori comunali, con i sindacati di base Usb e Sgb, hanno interrotto il Consiglio comunale protestando contro la decisione di Palazzo d’Accursio di far recuperare le ore perdute a causa dell’ordinanza.  “Ma questo e’ impossibile – attacca una delegata di Sgb – quando le recuperiamo le ore, di notte? Gli statali hanno lo stipendio pieno e non devono recuperare le ore. Solo i lavoratori delle cooperative in appalto vengono pagati a cottimo, in base alle ore che fanno, e  quindi devono recuperare. Ma il coronavirus non deve ricadere sul reddito dei lavoratori, chiediamo il salario pieno”.

“Vogliamo che sia pagato il salario pieno”, rincara Usb, contestando la mancata convocazione dei sindacati di base a un tavolo di confronto tenutosi ieri: “Era già successo nel 2011 quando il commissario fece un accordo solo coi confederali. Ogni volta siamo costretti a forzare i rapporti, ci chiediamo quale sia il criterio per cui, ogni volta che c’e’ un’emergenza, i protocolli sindacali vengono disattesi”.

Ogni settimana di stop alle attività rischierebbe di pesare un quarto dei (già esigui) stipendi di circa 700 educatrici e educatori. Dopo un incontro con il capo di gabinetto del sindaco, i sindacati hanno ottenuto l’assicurazione della piena copertura degli stipendi di febbraio e di quelli della prossima settimana, in caso di proroga della chiusura degli istituiti. La  settimana prossima saranno convocati per un incontro tecnico col settore Scuola per “entrare nel merito di come declinare la riprogrammazione delle ore”.

La settimana di stop rischia di pesare circa per un quarto sullo stipendio degli educatori, che già prendono tra gli 800 e i mille euro al mese. Un taglio insostenibile, sottolineano dunque i sindacati. Il problema riguarda circa 700 lavoratori.

In questa situazione di emergenza non sono state previste “le protezioni e i dispositivi di sicurezza dovuti ai fattorini delle consegne a domicilio, tenendo conto non soltanto dei rischi a cui un corriere è sottoposto normalmente, ma anche di quelli a cui è esposto in questa fase delicata, rispetto anche a quanto è ormai sancito e previsto dalla legge in materia di tutele e sicurezza”. Lo denunciano Riders Union di Bologna e Roma insieme a Deliverance Milano, aggiugendo che “nel frattempo le piattaforme hanno dimezzato le ore e le paghe ai rider, giustificandosi con il calo delle consegne dovuto alla paura dei clienti di ordinare pasti a domicilio. Il problema però è a ben vedere un altro: ai rider la Corte di Cassazione ha riconosciuto pieni diritti e tutele da subordinati, anche se al momento la stragrande maggioranza dei lavoratori risulta essere senza contratto, inquadrata come collaboratore occasionale o lavoratore autonomo. Questa situazione, in poche parole, si traduce come una grande e colossale fregatura per tutti i fattorini che finiscono per pagare a caro prezzo e in prima persona ogni fluttuazione del mercato, rimanendo sprovvisti di tutele e garanzie dovute”.

Per questo i collettivi chiedono al governo “di dare seguito e concretezza alla discussione già avviata tra le parti sociali per avere accesso agli ammortizzatori e agli strumenti di sostegno al reddito annunciati, affinché nessuno dei lavoratori coinvolti da questo periodo di dissesto economico, sopratutto i meno tutelati, venga lasciato indietro. Tutte/i i rider possano godere dunque di tutte quelle coperture che già spettano loro di diritto”.