Acabnews Bologna

Virus, nessun allentamento delle restrizioni (anzi)

Commissione garanzia revoca sciopero transfemminista del 9 marzo, Non una di meno Bologna annulla parte delle iniziative previste domenica e lunedì prossimi. Confermato il presidio di domattina sotto la Regione. Sgb fa i punto su scuole e nidi.

02 Marzo 2020 - 16:46

I dati diffusi dalla Regione ieri sera, gli ultimi disponibili alla chiusura di questo articolo, riferivano di 285 casi di positività al coronavirus SARS-CoV-2, in Emilia-Romagna, su 1.795 tamponi effettuati. A Piacenza si contano 174 casi, 59 sono a Parma e 2 a Ravenna, mentre rimanngono stabili i dati di Modena (24), a Rimini (16), a Reggio Emilia (7), a Bologna (2) e a Forlì-Cesena (1). Otto le persone decedute, 13 i ricoverati in terapia intensiva, ma pià della metà continua a presentare sintomi modesti, o nessun sintomo.

Ieri intanto è stato firmato il decreto della presidenza del Consiglio dei ministri che stabilisce nel dettaglio, da oggi e fino a domenica 8 marzo, “misure di contenimento del contagio” univoche per Emilia Romagna, Lombardia, Veneto e per le province di Pesaro-Urbino e Savona, a cui se ne aggiungono ulteriori più restrittive per la provincia di Piacenza e alcune altre lombarde, oltre a quelle specifiche per i comuni del focolaio.

Con l’eccezione del piacentino, sul territorio emiliano-romagnolo il provvedimento ricalca complessivamente l’ordinanza regionale in vigore fino a ieri, senza l‘allentamento ipotizzato nei giorni scorsi e anzi con qualche limite in più. Nel dettaglio: le competizioni sportive sono consentite solo a porte chiuse, mentre sono sospese “tutte le manifestazioni organizzate, di carattere non ordinario”, così come “gli eventi in luogo pubblico o privato, ivi compresi quelli di carattere culturale, ludico, sportivo e religioso, anche se svolti in luoghi chiusi ma aperti al pubblico”, tra cui “cinema, teatri, discoteche, cerimonie religiose”. Sospese, come già annunciato, le attività didattiche di scuole, nidi e università (che però avvia da oggi la teledidattica), corsi di varia natura. I musei potranno stare aperti ma limitando gli accessi.

La principale novità riguarda le “attività di ristorazione, bar e pub”, autorizzate ma “a condizione che il servizio sia espletato per i soli posti a sedere e che, tenendo conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei locali, gli avventori siano messi nelle condizioni di rispettare la distanza tra loro di almeno un metro”. Anche le attività commerciali di diversa natura dovranno “evitare assembramenti di persone”. Alcune misure specifiche, infine, riguardano l’accesso agli ospedeli e alle strutture assistenziali.

Venerdì, invece, la commissione di garanzia sugli scioperi aveva revocato quello convocati per il 9 marzo da diverse sigle in concerto con Non una di meno. Per questo, scrive Nudm Bologna, “e rendendoci conto che dopo due settimane di ordinanze per moltissim* sarebbe stato comunque impossibile astenersi dal lavoro produttivo e riproduttivo, abbiamo deciso di annullare la piazza del pomeriggio dell’8 e quella della mattina del 9. Ma non rinunciamo alle altre forme di lotta per essere anche noi parte dello sciopero femminista e transfemminista globale! A breve daremo infatti aggiornamenti dalla pagina (Facebook, ndr), circa il corteo pomeridiano del 9 marzo e delle modalità e forme di agitazione praticabili che vogliamo mettere in atto insieme!”.

Risulta invece confermato il presidio convocato per domattina sotto la Regione da Adl Cobas, Tpo e Làbas e altre realtà reggiane e riminesi. Si è aggiunta, intanto l’adesione dei ciclofattorini di Riders Union: “In quanto lavoratori e lavoratrici a ritenuta d’acconto e a partita IVA pretendiamo un reddito di quarantena in caso di chiusura del servizio, così come per tutti gli altri non contrattualizzati già a casa ed a cui non si sta ancora garantendo una degna continuità salariale”.

Ci sarà anche Saperi naviganti: “Ad una settimana dalla prima ordinanza regionale legata all’emergenza Covid-19, le conseguenze sui soggetti che maggiormente si trovano a pagare questo stato d’eccezione sono già più che evidenti. Migliaia di persone, da lavoratrici/lavoratori a studentesse/studenti, tra le fasce più precarie della nostra società devono trovare una soluzione immediata per poter arrivare a fine mese. Persone che devono trovare un modo per poter continuare a pagare l’affitto e a studiare in un’università il cui prossimo futuro è ancora, nella sua complessità, abbastanza incerto”.

Adl Cobas richiama l’attenzione sui lavoratori dello spettacolo: “Sono una categoria invisibile. La cancellazione di eventi (culturali e non), fiere e manifestazioni pubbliche, è stata presa senza considerare le conseguenze per migliaia di lavoratori e lavoratrici che si son visti senza la possibilità di reddito per almeno 2 settimane, senza considerare gli eventi già annullati per tutto marzo. Aggiungiamo la varietà di formule contrattuali all’interno del settore: dipendenti di cooperative con contratti di lavoro intermittenti, a chiamata e CO.CO.CO., Partite iva e piccole imprese. Una categoria non facile da tutelare, soprattutto durante un emergenza come questa, ma che non può rimanere senza alcuna garanzia di reddito. Parliamo di artisti, tecnici, responsabili di produzione facchini e di tutto l’indotto che questo settore muove (circoli, ristoranti, alberghi…).Il problema sicuramente è quello di avere un settore frammentato, con professionalità tanto diverse quanto importanti per la riuscita del lavoro, e da qua infatti bisogna partire.  È quindi il momento di chiedere maggiori tutele e diritti, in termini di reddito, sicurezza e organizzazione sul lavoro. A oggi le domande da porsi, per cominciare poi a sviluppare una coscienza pubblica sulle condizioni lavorative che ogni giorno in piazze, teatri, club, fiere le lavoratrici e i lavoratori hanno (o forse non hanno), sono le seguenti:Quali sono le misure che le istituzioni vogliono attuare per far fronte a questa emergenza? Quali ammortizzatori sociali si possono mettere in campo? Quando riprenderanno concerti, iniziative, fiere e spettacoli sarà possibile per i professionisti del settore garantire le disponibilità? Sarà facile calendarizzare nuovi impegni senza dover rinunciare ad altre opportunità lavorative? La presa di parola delle più grandi Cooperative e associazioni di categoria ci dimostra quanto non sia in agenda il tentativo di stoppare quella che potrebbe diventare la più grande crisi del settore culturale che nel paese potrebbe svilupparsi. Partiamo quindi dal riconoscimento del reddito durante questa emergenza, per sviluppare una piattaforma di rivendicazione nel tempo”.

Sgb, intanto, spiega gli effetti del decreto del governo sulle scuole: “Funzioneranno come durante le vacanze estive o natalizie. Il personale ATA sarà tenuto a prestare servizio. Molte colleghe e molti colleghi ci chiedono chiarimenti in merito alle mansioni da svolgere. A nostro avviso non c’è nulla di straordinario. I collaboratori scolastici sanno bene cosa fare dopo una settimana di chiusura della scuola. Il DPCM indica solo di usare detersivi a base di cloro o alcool nel pulire le superfici. Nulla di più. Per i docenti, ricordiamo che non sono tenuti al servizio. In merito alla preparazione di attività didattiche da condividere con gli studenti, attraverso piattaforme della scuola, chiaramente non sussiste alcun obbligo. Ricordiamo inoltre che, essendo vietate attività didattiche e di formazione, sono bloccate anche le riunioni degli organi collegiali.Infine, ricordiamo che, nel caso specifico, queste settimane saranno considerate utili ai fini del completamento dei periodi di prova del personale neo assunto”.

Rispetto a nidi e materne comunali, il sindacato spiega di ricevere telefonate e messaggi dal personale “cui, come al solito, non sono stati chiariti i compiti ed i ruoli per la riapertura di scuole e nidi in assenza di attività didattica. Compito affidato ai soli collaboratori che “dovrebbero” occuparsi di sanificare gli ambienti in un turno unico di 7,12 h al mattino. Alle ore 8,00 già squillavano i nostri telefoni perché molti collaboratori ci hanno segnalato che i riscaldamenti delle scuole erano spenti e gli ambienti molto freddi.  Abbiamo tempestivamente sollecitato ai capoarea di intervenire per rendere i luoghi di lavoro idonei a svolgere le attività previste. I collaboratori non sono stati informati inoltre sul diritto a ricevere il buono pasto per cui si sta generando una grande confusione a cui deve essere data risposta immediata”.

Invece, “sul fronte delle attività formative e collegiali è stato indicato ad educatori ed insegnanti di partecipare a quelle già programmate nelle settimane precedenti l’ordinanza regionale e di spostarle al mattino per essere in compresenza con i collaboratori. Le prime segnalazioni ricevute gli educatori e gli insegnanti ci dicono che spesso questo è impossibile se non difficilmente organizzabile. Il compito di coordinare tali attività spetterebbe ai pedagogisti”.

Ancora una volta si prefigura una sostanziale precarietà di indirizzi da parte dei dirigenti del Comune e della IES e si chiede ai dipendenti di “arrangiarsi” al meglio e di improvvisare. Manca una visione chiara della gestione di queste importantissime strutture educative e molte cose vengono affidate alla casualità”.

Infine, c’è questa iniziativa del Tpo: “C’è una storia dove, in una notte di temporale, un lupo e una capretta per ripararsi dalla pioggia si rifugiano in un capanno abbandonato. I due animali, nel buio, non si riconoscono e diventano amici. Il racconto termina con i due che si danno appuntamento per il giorno successivo alla luce del sole e lascia all’immaginazione del lettore la conclusione. Non sappiamo se il lupo, riconoscendo la capretta, il giorno successivo se la mangi, oppure se il legame creato nella notte precedente sia stato così forte da cambiare il corso naturale degli eventi, ma sappiamo che in quella notte si sono riconosciuti come amici. Questa storia è la metafora con cui ci siamo interrogati in questi giorni di chiusura delle nostre attività con i ragazzi e le ragazze. Abbiamo deciso di non cedere alla paura dello stare insieme e al silenzio. Sappiamo quanto importante sia per i ragazzi passare il tempo insieme per confrontarsi e riprendere la quotidianità con lo studio e il gioco. Il Tpo ritornerà ad essere la piazza di socialità che quotidianamente rappresenta per centinaia di persone e, avendo a cura prima di tutto la salute, sarà sempre di più una piazza di solidarietà per ripararsi insieme dal temporale che non sappiamo ancora quanto durerà. Continueremo a dare supporto a quelle famiglie che per scelta, biografia e percorsi migratori trova in noi una rete di solidarietà. In ottemperanza all’ordinanza comunale sul coronavirus, a partire da martedì 3 marzo il doposcuola verrà svolto, salvo veri temporali, all’aperto o, in caso di maltempo nel grande salone del Tpo nei giorni di martedì dalle 16 alle 18 e giovedì dalle 10 alle 12. Se avete amici e conoscenti che vorrete portare non lasciateli a casa ma li ospiteremo nel nostro doposcuola”.