Acabnews Bologna

“Ventimiglia in ogni città!“

Diverse centinaia di persone, prima nel piazzale della Stazione, poi in corteo nelle strade della Bolognina, in solidarietà con i migranti e con il presidio No Borders della città al confine tra Italia e Francia.

06 Settembre 2015 - 20:19

ve“Ventimiglia in ogni città”, è la parola d’ordine che ha attraversato le centinaia di persone presenti alla manifestazione “No borders”, lanciata dal presidio permanente di Ventimiglia, oggi, in diverse città italiane. Fin dalle 17 e 30, nel piazzale “Medaglie d’oro”, davanti all’entrata della Stazione centrale, erano veramente in tanti le attiviste e gli attivisti degli spazi sociali bolognesi, di vari collettivi, delle case occupate, dei sindacati di base e dei coordinamenti dei migranti. Ragazzi e ragazze, donne e uomini che hanno voluto essere in piazza per dimostrare che, nella nostra città e nel nostro paese, non c’è solo chi ha paura di questo grande esodo di profughi dal Sud del mondo, non c’è solo il razzismo fascio-leghista, ma c’è anche chi sta dalla parte dei migranti e vuole esprimere solidarietà, aiuto e prossimità.

Anche a Bologna, per fortuna, sono apparsi i cartelli “welcome refugees” e, insieme a questi, nei tanti interventi che si sono alternati al microfono, è stato ribadito un “NO” chiaro al regolamento di Dublino, ai respingimenti, alle deportazioni, alla marchiatura degli esseri umani, all’innalzamento dei muri, ai cavalli di frisa e al filo spinato alle frontiere della “Fortezza Europa”. Hanno parlato ragazzi somali, eritrei, palestinesi, rom e hanno ripetuto che non ci saranno confini e barriere che potranno fermare questa fuga dalla fame, dalle guerre, dal terrorismo dell’Isis, dalla distruzione delle economie locali, dagli espropri forzati delle materie prime, causati dalle scelte economiche e politiche dei paesi dell’Occidente. Questa “grande marcia umanitaria” è una sfida all’Unione Europea e al suo dispositivo di comando sovranazionale.

Una compagna del Presidio NoBorders di Ventimiglia ha testimoniato gli attacchi incrociati, della polizia italiana e francese, ricevuti dai solidali e dai migranti nelle ultime settimane alla “frontiera alta”, al confine tra Italia e Francia. Ha raccontato dei fogli di via, dei fermi, degli arresti, dei processi per direttissima. Ha letto la lettera di un compagno italiano, arrestato per avere chiesto a dei ragazzi migranti quale fosse la loro condizione e, per questo, accusato di istigazione.

Un attivista del Centro autogestito “Lampedusa”, nell’ex clinica Berretta occupata, ha descritto la situazione venutasi a creare nella serata di ieri al CARA di via Mattei, con un gruppo di profughi Somali messi in mezzo alla strada, perché non intendevano registrarsi, essendo intenzionati a partire subito per un altro paese.

Poco dopo le 19 è partito il corteo che, dalla stazione, ha imboccato il Ponte di Galliera, ha percorso via Matteotti, girando poi per via Carracci. La manifestazione ha svoltato per via Fioravanti e qui c’è stata una sosta davanti alla palazzina occupata dell’Ex Telecom, dove centinaia di persone, da mesi vivono in una situazione di autogestione e aiuto reciproco. Qui è stata ribadita la volontà di resistere ai tentativi di sgombero, più volte annunciati.

Il corteo ha poi proseguito per le altre strade della Bolognina, il quartiere più meticcio e multietnico della città. Per andare a concludersi in Piazza dell’Unità, dove, dopo una cena sociale, curata dalla rete delle cucine di Eat the Rich, sarà proiettato il film “Io sto con la sposa”. Nelle bellissime e toccanti immagini del documentario autoprodotto si dimostra come un’Europa transnazionale, solidale e goliardica possa riuscire a farsi beffa delle leggi e dei controlli della “Fortezza Europa”.