Attualità

Valsusa / Nottata di lotta NoTav attorno al cantiere

Il movimento contro l’Alta velocità, con una passeggiata notturna partita da Giaglione, assedia l’area dei lavori a Chiomonte. Scontri, feriti e fermati. Ripubblichiamo gli articoli di InfoAut e Contropiano.

20 Luglio 2013 - 17:33

La Procura ordina, la Questura esegue

Dopo la lunga notte di lotta attorno al cantiere, il movimento No Tav si è subito attivato per costruire la solidarietà attorno agli arrestati e denunciare pubblicamente l’atteggiamento criminale tenuto ieri sera dalle forze dell’ordine.

Il bilancio dei fermati di ieri sera è stato di 9 persone ma per due di loro, Marta, attivista pisana, e un ragazzo milanese di soli 17 anni, non è stato confermato l’arresto; entrambi sono stati portati ieri in ospedale per le pesanti ferite causategli dall’aggressione della polizia: Marta è stata rilasciata oggi con un braccio rotto e alcuni punti di sutura al labbro mentre il giovane milanese si trova ancora ricoverato.

Gli altri sette si trovano invece tutti al carcere delle Vallette di Torino in attesa di sapere se gli arresti verranno convalidati o meno (la decisione verrà presa tra oggi pomeriggio e lunedì). Tutti quanti sono stati tratti in arresto nei pressi del ponte della Clarea, dove la celere ha aggredito le centinaia di persone che tentavano di raggiungere il cantiere facendo partire una carica a freddo e assolutamente immotivtaa e poi rincorrendo a lungo i No Tav spezzando il corteo in due parti e saturando l’aria con i gas lacrimogeni fin dentro il paese di Giaglione.

Sono diverse decine i No Tav che sono rimasti feriti in modo anche grave durante la carica per le manganellate ricevute o per i colpi dei lacrimogeni sparati come sempre ad altezza uomo. Alcuni di loro sono attualmente ricoverati all’ospedale di Susa.

Da rimarcare anche le responsabilità della Procura che ieri sera era presente all’interno del cantiere nelle figure degli ormai immancabili pm Rinaudo e Padalino, protagonisti di un vero e proprio accanimento contro i movimenti e in particolare contro il No Tav. Procura complice della questura (e viceversa), nella figura di Petronzi, dirigente della digos che, ringalluzzito dalla dichiarazione effettuata nella giornata di ieri durante l’udienza del maxi-processo, ha proseguito sul campo le sue intenzioni criminali di accanimento contro i NoTav.

Per ribadire una volta di più che non sarà certo l’inasprimento della stretta repressiva o l’atteggiamento sempre più spregiudicato delle truppe di occupazione a fermare il movimento e impedire ai No Tav di tornare a solcare i sentieri della val Clarea, per questo pomeriggio è stata convocata una conferenza stampa nella quale verrà chiesta l’immediata liberazione degli arrestati e verrà reso pubblico quanto realmente accaduto ieri sera attorno al cantiere.

L’appuntamento è per le 15 al presidio di Susa, seguiranno aggiornamenti.

Ennio, Luke, Marcello, Piero, Matthias, Gabriele, Alberto liberi tutti!

(da InfoAut)

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Assalto No Tav al fortino di Chiomonte: scontri, feriti e arresti

Notte di scontri in valle di Susa. Pesante il bilancio finale dell’assalto No Tav al fortino-cantiere di Chiomonte: 9 attivisti fermati e alcuni feriti. Di questi, un giovane é stato trattenuto in osservazione in ospedale per una ferita lacero-contusa alla testa. Anche Carabinieri e Polizia dichiarano alcuni contusi o feriti, una quindicina in totale. Secondo quanto riferisce la Polizia risulterebbero feriti un funzionario di Polizia della Questura, un funzionario del Reparto Mobile di Torino – che ha subìto la lussazione della spalla destra – 4 operatori del medesimo reparto ed un operatore della Digos; 7 militari dell’Arma dei Carabinieri e un alpino della Taurinense, che hanno lievi lesioni.

La giornata di lotta è iniziata con un corteo, partito da Giaglione, composto da circa 350 persone, che poi si é diviso in due parti: una si é diretta verso il fortino-cantiere di Chiomonte, e l’altra verso le montagne. Poco prima di mezzanotte un gruppo di dimostranti ha realizzato un blocco dell’A32 Torino Bardonecchia, all’altezza della galleria di Giaglione (provincia di Torino): qui i No Tav hanno bruciato alcuni copertoni impregnati di benzina paralizzando la circolazione stradale ed hanno cercato di impedire l’intervento della polizia con un fitto lancio di sassi.

Quasi contemporaneamente, sempre intorno a mezzanotte, il grosso degli attivisti ha raggiunto il cantiere di Maddalena di Chiomonte, contro il quale è partito un fitto lancio di razzi, fuochi d’artificio, petardi e pietre. I manifestanti, incappucciati, si sono divisi in diversi gruppi ed hanno colpito in più punti, utilizzando maschere antigas e scudi artigianali. Da parte loro Polizia e Carabinieri, presenti in forze dentro e attorno al fortino, hanno risposto con lanci di lacrimogeni, idranti e ripetute cariche. Gli scontri sono durati quasi un’ora e mezza finché verso l’una e mezza di notte gli attivisti hanno cominciato a disperdersi e alcuni reparti antisommossa si sono addentrati nei boschi per inseguirli, fermandone alcuni. Poco dopo centinaia di attivisti si sono ritrovati nel centro di Giaglione, dove i residenti hanno offerto cibo e bevande calde ai reduci della ‘passeggiata notturna’.

Non sono tardate le reazioni dei difensori della Linea Torino Lione e dei sindacati di polizia, secondo cui tra gli attaccanti vi sarebbero stati anche numerosi attivisti dei movimenti antagonisti di altri paesi, ad esempio francesi e greci, oltre che di varie città d’Italia.. “Per molto meno, in qualsiasi territorio le istituzioni, si organizzerebbero iniziative contro queste violenze giornaliere” ha detto ad esempio Antonio Ferrentino, esponente di SEL della Val di Susa, che chiede alle istituzioni, alle forze politiche e sindacali di intervenire. ”In questo clima qualcuno pensa ci possa essere futuro per la valle?” si chiede e propone ”un’iniziativa con la partecipazione di tutte le istituzioni, da quelle nazionali a quelle locali,contro le continue violenze inaccettabili in val di Susa. Una marcia silenziosa, una presenza in una piazza di un comune della valle per ribadire che un legittimo dissenso non autorizza nessuno alla violenza”.

Poco prima dell’inizio degli scontri il senatore del PD Stefano Esposito aveva tuonato: «E’ assurdo che che nei giorni scorsi ha annunciato questa violenza sia ancora a piede libero. Questi delinquenti vanno fermati».  ”E’ ormai chiaro che la Val Susa é considerata una palestra per violenti di tutta Europa” dichiara invece Pietro Di Lorenzo, Segretario Generale Provinciale del sindacato di Polizia SIAP. ”Quello che vorremmo sapere – afferma Di Lorenzo – a questo punto, é a chi giova lasciare aperta la sala giochi degli aspiranti terroristi”.”Quello che ci é insopportabile – conclude – é che, sulla pelle dei poliziotti, si pensi di continuare a permettere l’eterna esistenza di una valvola di sfogo che tiene impegnati i teppisti e che distrae l’opinione pubblica da problemi ben più gravi”.

Evidentemente per l’esponente del Siap non è abbastanza grave che in un paese che chiude gli ospedali e licenzia operai e dipendenti pubblici si spendano parecchi miliardi di euro per una grande opera inutile, dannosa e costosissima, il cui unico scopo è quello di ingrassare i conti in banca di qualche centinaio di imprenditori e consulenti.

(da Contropiano)