Acabnews Bologna

Gd, lavoratori in campo per modificare l’accordo

Lunedì assemblea ‘autoconvocata’ dopo la pioggia di “no” all’accordo firmato Fiom-Fim-Uilm; Usb: “Impensabile imporre un’intesa senza consenso”. Intanto ancora scioperi per il comparto sosta Tper. E Sgb: “Basta propaganda sui precari della Regione”.

19 Ottobre 2017 - 12:55

Un’assemblea ‘autoconvocata’, aperta a tutti i lavoratori della Gd “che desiderano partecipare alla discussione per restituire un giusto ruolo alle lavoratrici e ai lavoratori della più grande azienda bolognese”. Dopo il sorprendente referendum che ha visto metà stabilimento respingere l’accordo integrativo firmato da siglato da Fiom (Cgil), Fim (Cisl) e Uilm (Uil) è la mossa del neonato gruppo Lavoratrici e lavoratori Gd per la democrazia: l’assemblea è convocata nella sede del quartiere Reno in via Battindarno 123 per lunedì 23 ottobre alle 17. L’incontro aperto vuole essere il primo passo di una strategia per “rimettere mano all’accordo”, fa sapere l’Usb, che sostiene il percorso. “Come si può pensare di imporre in un’azienda come la Gd un accordo senza consenso? Per quanto ci riguarda decideremo insieme ai lavoratori come proseguire il contrasto alla sua concreta applicazione anche con iniziative di lotta”, ha scritto ancora l’Usb: “le dichiarazioni dell’amministratore delegato, ‘un accordo per traghettare l’azienda nel 21esimo secolo’, rappresentano molto bene il valore e la portata del contratto per l’azienda e, purtroppo aggiungiamo noi, le conseguenze sulla vita futura delle lavoratrici e dei lavoratori della Gd. L’orario flessibile immaginato per Gd rimanda a quanto espresso dal ministro Poletti sul superamento del concetto di orario di lavoro, in totale sintonia con l’ideologia dominante che pretende di subordinare alle esigenze del mercato i bisogni degli uomini e delle donne, la loro stessa vita. La flessibilità così, da necessità del lavoratore per coniugare propri bisogni e lavoro, si è rovesciata nel suo contrario, è diventata cioè, in molti casi, funzionale ai bisogni dell’azienda. I lavoratori hanno imparato a loro spese cosa si nasconde spesso dietro la modernità in termini di precarietà, perdita di diritti e salario. Cosa spinga Fim Fiom Uilm Rsu a sostenere questa concezione di modernità non è dato sapere e non può che stupirci”. In tutto questo, alla Gd dietro l’angolo ci sono anche le elezioni per il rinnovo della Rsu e anche questa partita avrà ovviamente un peso: “La voce che gira è che la Fiom abbia perso 180 iscritti, noi intanto- dice sempre l’Usb- ne abbiamo oltre 100”.

Passando ad un altro luogo di lavoro, sempre l’Usb comunica che prosegue lo stato di agitazione dei lavoratori del reparto sosta di Tper: “Dopo una settimana di scioperi proclamati da tutte le sigle sindacali aziendali, che hanno visto l’adesione del 100% dei lavoratori, Tper decide di scegliere in maniera unilaterale gli interlocutori con cui confrontarsi per il superamento delle problematiche. A sostegno delle legittime richieste dei lavoratori e per interrompere questo meccanismo che vede l’esclusione di un rappresentante dei lavoratori al tavolo, Usb Lavoro Privato ha proclamato sciopero: giovedì 19 ottobre dalle ore 11 alle ore 15 (dalle 12 presidio con assemblea), venerdi 20 e sabato 21 ottobre l’ultima ora del turno. I lavoratori chiedono il rispetto delle condizioni minime di lavoro degne del nome dell’azienda di cui fanno parte e della Città per cui lavorano. Dalla settimana scorsa ad oggi, Tper ha impiegato la maggior parte degli accertatori della Sosta nel controllo solo della Bolognina (sede del reparto sosta), probabilmente per arginare l’effetto dello sciopero infraturno. Questa scelta ha inevitabilmente prodotto l’effetto di togliere la sorveglianza della sosta su tutta la restante Bologna”.

Questo invece l’aggiornamento fornito da Sgb: “Lo sciopero dei dipendenti del reparto sosta di Tper continua. Ieri (martedì, ndr) pomeriggio, nel tentativo di fermare la protesta dividendo il fronte compatto dei lavoratori che, da due settimane, scioperano   per rivendicare il diritto ad un lavoro dignitoso e un confronto serio sulle numerose problematiche del reparto, a partire dalla carenza di personale, la Tper si è detta disponibile ad incontrare oggi (ieri, ndr) solo una parte dei rappresentanti dei lavoratori, escludendo la nostra organizzazione dal confronto. Sgb, che conta numerosi iscritti tra gli accertatori, e che ha, in queste settimane, offerto a  tutti i lavoratori la possibilità di esprimere il proprio disagio proclamando una serie di scioperi tutti partecipati al 100%,  non permetterà che la questione sia discussa solo da chi ne rappresenta solo una parte e ha, in passato, dimostrato di non essere in grado di contrastare la deriva autoritaria e le misure che, negli ultimi anni, hanno peggiorato pesantemente le condizioni di lavoro dell’intero reparto. Domani (oggi, ndr) accertatori e impiegati dell’ufficio contrassegni si fermeranno dalle 11 alle 15 per dimostrare all’azienda che  il tentativo, in extremis, di fermare la protesta con una convocazione separate non fermerà la lotta. Alle 12 i lavoratori si riuniranno in assemblea davanti ai cancelli  dell’azienda di via Saliceto per pretendere che si avvii un confronto reale con tutte le parti, in caso contrario lo sciopero proseguirà nei prossimi giorni”.

Infine, ancora Sgb apre un altro fronte di mobilitazione sulla situazione dei precari che lavorano in Regione: “Basta con la propaganda – avviare le stabilizzazioni! Il 2 agosto scorso Cgil-Cisl-Uil hanno firmato con l’amministrazione regionale un accordo per l’applicazione del Dlgs 75/2017, la cosiddetta Legge Madia, riguardante la stabilizzazione dei precari. Tale accordo è stato pomposamente commentato dall’assessore Pettiti in questo modo: ‘Siamo la prima Regione ad applicare il decreto Madia. Investiamo sul capitale umano, entro il 2020 nessun precario’. In verità, al di là delle posizioni di principio, il testo dell’accordo come più volte abbiamo denunciato, è totalmente generico e non identifica chiaramente quali siano i precari che rientrino nei processi di stabilizzazione, quali siano i criteri per la loro individuazione e quali siano i tempi previsti. In questa sorta di vuoto contrattuale e mentre si avvicina inesorabilmente la data del 31 dicembre 2017 nella quale scadranno decine di contratti di precari che attualmente lavorano in Rer, con relativo licenziamento, l’amministrazione regionale ha perso tempo e solo ieri ha deciso finalmente di convocare un apposito incontro sindacale nel quale ci auguriamo sia in grado di dare indicazioni precise su come intende procedere all’applicazione dell’art. 20 del decreto legislativo sopra citato. Più volte Sgb ha infatti sollecitato inutilmente, l’amministrazione a definire e rendere noti i criteri e le modalità di applicazione del decreto che, lo ricordiamo, dà la possibilità di avviare percorsi di stabilizzazione e di garantire la continuità lavorativa ai precari ritenuti stabilizzabili nelle due modalità previste: stabilizzazione diretta per chi abbia almeno tre anni di servizio anche non continuativi nella P.A. e abbia partecipato a procedure selettive, nuovi concorsi con riserva di posti per chi possieda solo l’anzianità di servizio ma non abbia partecipato a precedenti concorsi. E’ legittimo ora chiedersi se l’atteggiamento fin qui tenuto dall’amministrazione regionale sia dovuto solo ad impreparazione, incapacità, incompetenza oppure se sia voluto; magari al fine di mandare a casa decine di precari che altrimenti occuperebbero posti già promessi a questo o quel dirigente o a qualche cordata politica. Speriamo di avere risposte il 24 ottobre, data dell’incontro. Non possiamo però esimerci dal constatare che le parole dell’assessore Petitti in riferimento all’accordo del 2 agosto che rappresenterebbe “un processo di riorganizzazione del personale e della rigenerazione delle competenze interne, investendo a tutto tondo sul capitale umano, per continuare nell’innovazione di una Regione sempre più efficiente, meno costosa, e più veloce” suoneranno false e propagandistiche se non si troverà soluzione per le decine di colleghi che rischiano il posto di lavoro per scadenza del contratto. Vogliamo trasparenza, equità e riconoscimento delle professionalità. Il 27 ottobre sciopero generale!”.