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Ustica, familiari: “Governo in grado di avere risposte da Francia e Usa?”

La presidente dell’associazione dei parenti delle vittime attacca l’esecutivo: “Forte con i deboli, incapace di fare altre cose”. E dalla desecretazione degli archivi di stato non sono emersi documenti utili. Due agosto, trovato un interruttore tra le macerie: è quello dell’ordigno?

28 Giugno 2019 - 13:33

Ieri era il trentanovesimo anniversario dell’abbattimento del Dc9 della compagnia aerea Itavia sopra i cieli di Ustica, inabissatosi portando con sé le vite di 81 persone, tutti i passeggeri e l’equipaggio. La presidente dell‘associazione dei familiari delle vittime, Daria Bonfietti, è tornata a sollecitare un intervento del governo per ottenere risposte in primis da Francia e Usa, paesi che numerose evidenze suggeriscono essere coinvolti in una azione di guerra contro veivoli dell’aviazione libica, nel corso della quale, come riconosciuto anche da una sentenza definitiva della Cassazione civile, sarebbe stato colpito per errore l’aereo passeggeri partito da Bologna e diretto a Palermo.

Se l’Italia, “forte con i deboli e incapace di fare altre cose – ha detto Bonfietti – non è in grado di andare da quelli che c’erano in cielo a chiedere quale atto criminoso stavano facendo… al Governo chiediamo questo. Vadano con forza a farsi dare delle risposte”. Il “dialogo complesso, difficile” con l’esecutivo riguarda anche la direttiva Renzi sulla desecretazione degli archivi di Stato, che però dal 2014 non ha ancora dato frutti significativi sul caso Ustica: non sono saltati fuori documenti che provino qualcosa. Di qui la “delusione” e il “giudizio gravemente negativo” espresso da Bonfietti.

Passando all’altra strage di quel tragico 1980, sempre ieri sono inoltre stati resi noti gli esiti della perizia chimico-esplosivistica depositata, a oltre un anno dall’inizio dei lavori, dall’esperto incaricato dalla Corte d’Assise di Bologna che sta processando come quarto uomo dell’attentato del 2 agosto l’ex militante neofascista dei Nuclei armati rivoluzionari (Nar) Gilberto Cavallini. Le analisi hanno interessato il cartellone pubblicitario dell’Ente del turismo bolognese che si trovava nella sala d’attesa della stazione, alcuni oggetti forniti dai familiari delle vittime, le macerie conservate ai Prati di Caprara e i resti di una delle vittime. Secondo il perito, l’esplosivo utilizzato dagli attentatori “era costituito essenzialmente da Tnt e T4 di sicura provenienza da scaricamento di ordigni bellici della Seconda Guerra Mondiale”. È stato inoltre individuato tra le macerie un interruttore, “una levetta on/off di tipo comune, simile ad alcune usate nell’industria automobilistica per attivare luci o tergicristalli”. Per il tipo di deformazione che presenta, potrebbe trattarsi di quello utilizzato per attivare il timer dell’ordigno.