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Università, mancano 360 posti in studentato

Il dato regionale rivelato nei giorni scorsi da Er.Go. Cantieri ancora da aprire per le centinaia di posti promessi negli anni scorsi, alcuni ancora senza via libera ministeriale. Noi Restiamo sui posti letto a San Benedetto Val di Sambro: “Ente per il diritto allo studio tenta di lavarsi le mani.”

04 Novembre 2019 - 15:44

Ancora una volta l’azienda regionale per il diritto allo studio non riesce a far fronte alle necessità degli studenti universitari. Sono circa 360, infatti, le matricole degli atenei emiliano-romagnoli rimasti senza alloggio pur essendo in graduatoria come idonei, stando a quanto emerso qualche giorno fa in sede di conferenza Regione-Università. Sono invece 348 le matricole che hanno già autocertificato una sistemazione trovata in maniera autonoma, ottenendo la maggiorazione della borsa di studio per “fuorisede”. Infine, altre 461 non sono ancora iscritte o hanno l’iscrizione sospesa per diversi motivi.

Sono solo 1.031 i nuovi posti letto resi disponibili dal 2010 a oggi, e si attende ancora l’inizio dei lavori per realizzarne 382 al Lazzaretto a Bologna, 59 nello studentato Baricentro, 51 a Imola, 87 a Parma. Manca addirittura il via libera ministeriale per altri 221 posti a Bologna, 65 a Rimini e 75 a Reggio Emilia.

Sul tema del disagio abitativo interviene oggi Noi Restiamo che, dopo avere recentemente attaccato Er.Go e il sindaco di San Benedetto Val di Sambro per avere “messo in affitto 4 posti letto, a 75 euro al mese, a 50 chilometri da Bologna” per gli studenti di Unibo, ha pubblicato una “Lettera aperta ai sindaci dell’Unione dell’Appennino Bolognese”, specificando di non avere “nessun problema nei confronti di San Benedetto Val di Sambro né dei suoi abitanti, come nei confronti di qualsiasi altro territorio che subisce gli effetti di processi che portano allo spopolamento e alla mancanza di risorse”. Per restare, dicono dal collettivo, “sul merito della questione: la nostra denuncia era, ed è, tutta rivolta nei confronti di un sistema, incarnato dall’amministrazione bolognese targata Partito Democratico, che da anni porta avanti un progetto di riorganizzazione e messa a valore della città che la rende sempre più inaccessibile. In questo processo trova terreno fertile l’aspirazione dell’Università di Bologna di affermarsi sempre più come ateneo internazionale di prestigio, grazie anche ad una ineguale redistribuzione dei finanziamenti pubblici a discapito delle altre università dello stivale, specialmente quelle meridionali. L’intersecarsi di questi due piani, l’attrattività internazionale del polo universitario bolognese e l’espulsione delle fasce popolari dal centro città come ormai anche dalla prima periferia, genera tutta una serie di effetti di cui la questione abitativa è solo la più evidente e lacerante”.

“È quindi in questo quadro – continuano gli studenti – che si inserisce l’accordo fra il comune di San Benedetto Val di Sambro ed Er.Go. Da parte dell’ente per il diritto allo studio c’è un tentativo di lavarsi le mani dalle responsabilità rispetto all’attuale crisi abitativa, non facendo investimenti ma affidando di nuovo al mercato privato la risoluzione di una crisi che lo stesso mercato ha prodotto. Dall’altra parte, per il comune di San Benedetto, e per gli altri comuni dell’area, si intravede la speranza di trarre nuova linfa dall’arrivo di studenti in un paese dell’Appennino creando l’illusione di ripopolamento e allo stesso tempo conquistando una leva per richiedere maggiori fondi e maggiori servizi da parte della città metropolitana di Bologna”.