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Un nuovo spazio a Xm24? ”La più classica delle fake news”

Gli attivisti del centro sociale respingono l’interpretazione, circolata in questi giorni, che attribuirebbe loro l’assegnazione della ex-banca del civico 12 di via Fioravanti come luogo alternativo all’ex-mercato: “Lo spazio assegnato a Bancarotta non è, né sarà mai adeguato a ospitare le nostre iniziative”.

22 Aprile 2019 - 11:52

E’ di pochi giorni fa la notizia dell’assegnazione da parte del Comune della ex banca di via Fioravanti 12 alla cordata di associazioni e collettivi costituitasi col nome di Bancarotta srl (spazio relativamente liberato). Alcuni giornali locali hanno riportato la notizia sulle proprie pagine attribuendo l’assegnazione dello spazio all’Xm24, ma gli attivisti del centro sociale di via Fioravanti 24 non ci stanno e in un comunicato diffuso nella giornata di ieri parlano della “più classica delle fake news”, affermando che “Xm24 rimane dov’è; Bancarotta Srl è un progetto di una decina di realtà cittadine che vogliono contestare l’attuale gestione della ‘partecipazione’ cittadina; gli spazi di via Fioravanti 12 sono ridicoli e in nessun modo adeguati ad accogliere le attività di uno spazio pubblico autogestito qual è Xm24″. Gli attivisti rilanciano inoltre l’appello a scendere in piazza il 25 aprile: “Buona Liberazione, ci vediamo il 25 aprile in piazza dell’Unità alle 10,30”.

“Abbiamo appreso – continua il comunicato – che il Comune ha inserito i locali in cui si trova Xm24 all’interno del protocollo d’intesa ‘1000 case per Bologna’. Ma se per gli altri stabili del protocollo si parla della messa a disposizione di centinaia di alloggi di edilizia residenziale pubblica, quelli che si prevede di ricavare in via Fioravanti 24 sarebbero 10 (dieci!) appartamenti in cohousing. Questa è l’ultima idea della giunta per far digerire l’unica decisione precisa che era già stata presa: farci andare via dagli spazi dell’ex mercato in via Fioravanti 24, senza presentare un’alternativa, senza fornire un luogo compatibile e adeguato in cui continuare le attività di Xm24. «Nessuna proposta alternativa? Ma se vi hanno assegnato uno degli spazi pubblici messo a bando!» Così suona la più facile obiezione. Basta però leggere il bando e visitare gli spazi in questione per rendersi immediatamente conto che non si tratta di una proposta rispettosa verso le realtà collettive: spazi piccoli, assolutamente inadeguati, spesso non a norma e nonostante questo richiesti per disperazione da numerosissime associazioni, gruppi e comitati. Immobili non sufficienti, briciole, assegnati con un percorso in cui i responsabili politici (assessori in primis) non si sono neppure fatti vedere, lasciando tutto ai professionisti della finta ‘partecipazione’, e cioè alla Fondazione per l’innovazione urbana. La mancanza di spazi di socialità è un problema reale e sentito da tutti – ma non, al netto della propaganda, dal comune. Pur prevedendo (facilmente) tutto questo, abbiamo partecipato al percorso di Banca Rotta S.R.L. (Spazio Relativamente Liberato), un progetto nato con il dichiarato obiettivo di smascherare la pochezza delle azioni messe in campo dall’amministrazione”.

Continuano dall’ex-mercato: “Banca Rotta Srl è una delle tante facce della Bolognina: include diverse realtà che fanno parte del quartiere e che – nonostante l’intento della giunta di metterle in concorrenza per accaparrarsi uno spazio (piccolo, insufficiente e fatiscente in via Fioravanti, nell’altra parte della ‘stecca’ in cui si trova Xm24) – hanno scelto di agire con una logica di dialogo. Si sono presentate insieme per l’assegnazione di uno spazio, di confronto prima ancora che fisico, con lo scopo di ribaltare i ‘tavoli già decisi’ propinati dall’amministrazione e restituire agli usi e alle proposte dal basso la centralità della pianificazione e delle scelte. Resta evidente che lo spazio assegnato a Banca Rotta non è, né sarà mai adeguato a ospitare le iniziative di Xm24. La sua inadeguatezza è stata ribadita più e più volte anche da ‘Banca Rotta SRL’ nei suoi comunicati. La presunta ‘assegnazione di un nuovo spazio a Xm24’ è dunque la più classica fake news! Per quanto poi il comune cerchi di farsi bello con questa penosa ‘partecipazione’ à la bolognaise, premiata persino all’estero da chi non la conosce da vicino, abbiamo ben chiaro come la scarsità di spazi derivi dagli sgomberi di occupazioni e autogestioni sociali e abitative. Sgomberi che, a cascata, riducono gli spazi per tutti/e, esasperando ancor più la competizione per i pochissimi posti messi ‘legalmente’ a disposizione. L’attacco alle occupazioni, questa la semplice realtà che i legalitari non vogliono sentire, danneggia anche chi non si è mai sognato di occupare!”.

Si chiedono quindi con una domanda retorica gli attivisti: “«Ma il cohousing risponde all’emergenza abitativa?» Con la proposta del comune si ridicolizza una forma dell’abitare, quella del cohousing sociale, che – con altre modalità, altre intenzioni, altri percorsi – sarebbe degna di rispetto; si apre l’ennesimo cantiere in un quartiere massacrato da lavori infiniti, nuove edificazioni su un terreno che andrebbe preservato, infiltrazioni della malavita organizzata negli appalti … e infine, ma non da ultimo, non si risponde all’emergenza abitativa. Il progetto 1.000 case è motivato infatti soprattutto dalla volontà di non contrastare la turistificazione (vedi Airbnb), la crescita del costo dell’abitare e la speculazione edilizia, che sono i veri motori della sofferenza abitativa. Non sarebbero certo 10 microappartamenti in via Fioravanti 24 a cambiare questa situazione, ed il Comune non può più nascondere dietro la sua propaganda il fatto che le case e gli spazi esistono, ma non vengono assegnati: migliaia di unità abitative pubbliche sono tuttora sfitte a Bologna, gli sfratti sono in vertiginoso aumento. «Proposte alternative ridicole e un cohousing che non serve. Ma allora perchè hanno montato tutta questa storia?» La pochezza della proposta dei 10 appartamenti dimostra solo che in Via Fioravanti si vuol fare qualcosa, qualunque cosa, non importa cosa: l’importante è che Xm24 se ne vada. Che l’esempio vivo di una comunità aperta, solidale, autogestita fuori dalle regole del profitto sia spazzata via. Almeno lo si dica chiaramente e non si finga – come fa questa amministrazione – una differenza tra di loro e i politici della ruspa. L’intenzione del comune è solo quella di cancellare un luogo pubblico ora vissuto da migliaia di persone, alla cui (auto)gestione possono tutte contribuire, concedendolo invece a 25-30 persone per farne un uso privatistico. La Bolognina è un quartiere che ha bisogno come l’aria di spazi di socialità sottratta al profitto! Non si finga quindi un ‘uso sociale della ruspa’, non ci si nasconda dietro la fantasia di un partitone che con una mano toglie e con l’altra dà. Perché quello che toglie è tutto ciò che contrasta profitto e speculazione, e quello che dà sono briciole (i bandi per spazi a uso sociale) e per di più avariate (questo cohousing)”.

Pertanto, concludono dal centro sociale: “Xm24 non è solo un luogo nè un elenco di laboratori: è una realtà formatasi nel corso di 17 anni di vita e storia politica, attraversata da migliaia di persone, di ogni età, di tutte le estrazioni sociali. Xm24 è nodo di un rizoma che, nel locale e ben oltre, mette al centro delle proprie pratiche la necessità di autorganizzarsi e di autogestirsi. Xm24 è sotto attacco perché l’amministrazione non può accettare che le/gli abitanti della città vivano, si ritrovino, si organizzino in spazi altri da quelli messi a disposizione con il contagocce e militarmente controllati. Perchè, diciamola tutta, un luogo in cui ciascun* non è più individuo isolat*, non è più solo oggetto, ma soggetto pensante del proprio vivere, è un luogo scomodo, da cancellare. Come già è accaduto ad altre realtà, forse anche su di noi e sulla nostra pelle immaginano di fare un giorno una mostra o una conferenza, celebrando sulle pagine di guide turistiche la ‘Bologna controculturale’; omettendo però che i fautori della distruzione e della repressione di quella Bologna saranno stati loro stessi. Non permetteremo loro di farlo con la coscienza pulita: sono gli stessi che hanno sgomberato Radio Alice, L’Isola nel Cantiere, Il Livello 57, Bartleby, Atlantide, Crash, Labàs e molto altro ancora. Questa pillola non potrà essere addolcita dalle loro menzogne. Resistenti di fronte ai piani che ci vorrebbero far transitare dolcemente nelle pagine della memoria di una città che celebra la propria vivacità sociale e culturale mentre la distrugge, chi vorrà parlare veramente della necessità di spazi di autogestione, ci troverà, come al solito, in via Fioravanti 24, dove continua la nostra battaglia per una società libera, solidale, antirazzista, antisessista, antifascista e anticapitalista”.