Acabnews Bologna

“Un futuro promesso mentre si ruba il presente”

Lunedì 16 dicembre’013 alle 10.30 presidio all’Inps in via Gramsci 6, il Coordinamento Migranti: “La situazione contributiva non sia usata per rifiutare i permessi di soggiorno”. Aderisce il Collettivo Lavoro insubordinato.

13 Dicembre 2013 - 11:22

Contribuiamo a cosa?
Lunedì 16 dicembre ore 10,30 appuntamento di fronte all’Inps di Bologna

Il Coordinamento Migranti sarà davanti all’INPS di Bologna (via Gramsci 6) per chiedere ragione del perverso funzionamento di un sistema previdenziale che toglie sempre più salario dalle buste paga. A cosa contribuiamo se la precarietà significa per tutti – migranti e italiani – che le pensioni sono una promessa senza futuro? Per che cosa versiamo i contributi se la legge Bossi-Fini impedisce di ritirarli quando si perde il permesso di soggiorno o si decide di lasciare l’Italia? I migranti devono combattere contro il ricatto del permesso di soggiorno, la discrezionalità amministrativa degli Uffici Stranieri e gli accordi bilaterali tra governi per ottenere la pensione. Migranti e precari devono lottare insieme per un futuro che viene promesso mentre si ruba il presente. A cosa devono contribuire?

Oltre al danno, c’è la beffa: anche se i contributi sono sottratti direttamente dalla busta paga, molto spesso i padroni non li versano, oppure lo fanno in ritardo. Come se non bastasse, quando anche i contributi siano stati versati, l’INPS li registra spesso con notevole ritardo. Se i contributi sono versati e registrati in modo irregolare, le indennità per congedi e malattia, e anche il versamento della Cassa integrazione, diventano irregolari, incerti: una promessa senza futuro.

Ne sanno qualcosa i lavoratori migranti della Granarolo che saranno con noi davanti all’INPS: mentre l’accordo firmato con la Prefettura per il reintegro al lavoro è ancora carta straccia, la maggior parte di loro sta ancora aspettando il pagamento della Cassa integrazione. Ne sanno qualcosa tutti i lavoratori, migranti e precari: quelli che lavorano nelle cooperative di facchinaggio, di servizi sociali, educativi e sanitari; quelli del commercio, persino quelli che lavorano in vari modi nel pubblico impiego.

iPer i migranti, però, c’è un problema in più: invece di controllare i datori di lavoro, Questura e Ufficio Stranieri (non solo di Bologna) verificano tramite l’INPS se i contributi siano stati versati e registrati regolarmente e, quando non lo sono, bloccano il rinnovo del permesso e la concessione della carta di soggiorno. Il Coordinamento Migranti ha denunciato questa situazione un anno fa e ora una sentenza del TAR Lombardia stabilisce che, se i contributi sono irregolari, la responsabilità non può ricadere sui lavoratori migranti.

Anche per questo,il Coordinamento Migranti sarà davanti all’INPS. Manderemo un messaggio forte e chiaro alla Questura e all’INPS: non accetteremo che la situazione contributiva sia usata per rifiutare i permessi di soggiorno e “liberarsi” così di quei migranti che, in tempo di crisi, non servono più!

Coordinamento Migranti

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Lavoro precario, salario incerto, pensione impossibile.
Previdenti per chi? Precari e migranti lunedì 16 dicembre davanti all’Inps

Lunedì 16 dicembre alle ore 11 il collettivo di precari Lavoro Insubordinato sarà insieme al Coordinamento Migranti davanti all’INPS di Bologna (via Gramsci 6) per chiedere dove vanno a finire i contributi che ogni mese vengono sottratti al salario di precari e precarie.

A cosa stiamo contribuendo? Non stiamo di certo contribuendo al nostro futuro, dato che la pensione è solo un sogno per chi come noi è costretto a entrare e uscire dal mercato del lavoro continuamente, per chi deve essere sempre flessibile, adattabile, occupabile ma poi non riesce a mettere insieme i contributi necessari per i servizi previdenziali. Sappiamo che dobbiamo lavorare più a lungo ma che difficilmente avremo una pensione: la parte di salario che continuiamo a versare non ci ritornerà mai in tasca. Non stiamo neanche contribuendo al nostro presente: se i datori di lavoro non versano regolarmente i contributi, se l’INPS non registra i versamenti sul database o lo fa in ritardo, perdiamo le indennità di disoccupazione, di maternità, il congedo parentale e la malattia a cui avremmo diritto. Già la precarietà lavorativa rende sempre più difficile soddisfare le condizioni necessarie per godere di questi diritti; in più, il danno dovuto al mancato versamento o alla mancata registrazione dei contributi ricade sempre su di noi.

Questo lo sappiamo bene noi precari della scuola e dell’università, noi dipendenti delle cooperative, che sono le prime a pagare i contributi in ritardo, noi lavoratori a progetto e a chiamata. Questo lo sanno bene i migranti che, oltre a perdere quello che viene loro sottratto dal salario, si vedono anche negare il permesso o la carta di soggiorno perché la Questura va a controllare la loro situazione contributiva all’INPS, facendo ricadere su di loro le inadempienze dei datori di lavoro e dell’INPS stessa. Mentre le imprese godono di sgravi contributivi per uscire dalla crisi e i datori di lavoro ricevono sanzioni irrisorie se non pagano i contributi ai dipendenti, precari e migranti versano quote di salario che servono non a loro, ma a ingrossare le casse all’INPS.

Dove vanno a finire i contributi dei precari? A che serve contribuire se non tonerà niente nelle nostre tasche? Lunedì 16 dicembre alle ore 11.00 Lavoro Insubordinato sarà davanti all’INPS di Bologna insieme al Coordinamento Migranti per avere risposte e lanciare un segnale.

Lavoro insubordinato