Acabnews Bologna

Un anno di dormitorio autogestito:
250 richieste e 40 persone accolte

I primi 12 mesi del progetto Accoglienza Degna, nato nell’ex caserma Masini occupata da Làbas: “La marginalità non è una colpa, qui si riconquista cittadinanza”. Oggi dalle 17 festa e inaugurazione di nuovi spazi.

16 Dicembre 2016 - 10:32

accIn 12 mesi circa 250 le richieste di ospitalità raccolte, 40 le persone effettivamente accolte nei 15 posti a disposizione. Ecco i numeri del primo anno di attività del dormitorio sociale autogestito Accoglienza Degna, aperto il 6 dicembre 2015 negli spazi dell’ex caserma Masini occupata da Làbas. Ieri questi primi 12 mesi di esperienza sono stati ripercorsi in conferenza stampa e per oggi dalle 17 è in programma una festa, “Un anno dal sogno alla realtà”, che sarà anche l’occasione per inaugurare una Biblioteca sociale autogestita in cui troveranno spazio un’aula studio, uno sportello migranti, una scuola di italiano (in partenza l’8 gennaio) e il negozio Boutique ribelle. A chiedere man mano di poter usufruire del dormitorio sono stati italiani che hanno perso il lavoro, senza dimora cronici, stranieri in Italia da anni, migranti e richiedenti asilo usciti dai percorsi di prima e seconda accoglienza o da progetti Sprar, ex minori stranieri non accompagnati. “Non c’è una scadenza per l’accoglienza– spiegano gli attivisti di Accoglienza Degna- il turnover non lo stabiliamo noi, ma sono le persone accolte a decidere quando andare via in base al livello di autonomia raggiunto”.

Gli attivisti segnalano anche che “ci sono arrivate anche richieste da gestori di Centri di accoglienza, segno che il sistema va ripensato”.

Tra le persone accolte nel dormitorio sociale di via Orfeo c’è Giorji, 47 anni, originario del Tibet e in Italia da 10 anni. “Facevo il facchino in un albergo, poi ho perso il lavoro e il permesso di soggiorno”, racconta. Ha resistito nella casa che aveva in affitto finchè ha potuto: “Avevo un po’ di risparmi”, ma quando è scaduto il contratto ha perso anche l’abitazione perchè non era più in grado di pagarla. Grazie al progetto Accoglienza degna, così, Giorji ha trovato un posto dove stare: da un anno è uno degli abitanti del dormitorio autogestito.

Sono circa un centinaio i volontari che hanno reso possibile il progetto tramite donazioni, ore di lavoro, formazione. Sono organizzati su tre turni giornalieri che consentono di aprire il dormitorio dalle 18 alle 10 di mattina e la domenica tutto il giorno. “Il loro ruolo non è quello di fare le pulizie o da mangiare- raccontano gli attivisti- ma sono qui per vivere il dormitorio insieme a chi lo abita. Gli ospiti si organizzano per le pulizie e la domenica danno vita a un’assemblea in cui si confrontano tutti insieme”. Il dormitorio è autogestito e autofinanziato. Il cibo arriva da donazioni, raccolte fuori dai supermercati e dalla CineCena, un’iniziativa mensile in cui gli ospiti a turno cucinano piatti del loro Paese di origine e insieme assistono alla proiezione di un film.

“Questo progetto è nato perchè non si possono affrontare povertà e nuove povertà con un approccio emergenziale, perchè non si può distinguere tra migranti da accogliere e da non accogliere e per sostenere percorsi di riconquista della cittadinanza da parte di chi è escluso dai diritti, da chi è marginalizzato- dicono da Accoglienza Degna- la marginalità non è frutto di un fallimento personale, non è una colpa. Se i migranti non hanno il permesso di soggiorno c’è un motivo ed è legato alla legge Bossi-Fini e ci sono ragioni precise se i richiedenti asilo quando escono dai percorsi di accoglienza finiscono in strada”.