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Tar boccia Regione, i ‘No Dad’: ora “lezioni in presenza sicure e continuative”

Accolto il ricorso di un gruppo di genitori, i giudici sospendono l’ordinanza Bonaccini sulla Dad al 100%: “Comprime ingiustificatamente e in maniera eccessiva il diritto degli adolescenti a frequentare di persona”. Priorità alla scuola torna a manifestare proprio in viale Aldo Moro e accoglie così la sentenza: “Grandissima soddisfazione, avanti così”.

15 Gennaio 2021 - 16:48

Il Tar dell’Emilia-Romagna, accogliendo il ricorso presentato da un gruppo di genitori, ha sospeso l’ordinanza regionale dell’8 gennaio che ha prolungato la Dad al 100% fino al 23 gennaio, imponendo così la riapertura delle superiori in presenza almeno al 50%. Per il Tar il provvedimento della Regione “va immotivatamente (e in definitiva ingiustificatamente) a comprimere in maniera eccessiva (se non a conculcare integralmente) il diritto degli adolescenti a frequentare di persona la scuola quale luogo di istruzione e apprendimento culturale nonchè di socializzazione, formazione e sviluppo della personalità”. L’atto firmato dal governatore Stefano Bonaccini “non si sottrae ai profili di illegittimità fondatamente dedotti” dai ricorrenti, secondo il Tribunale amministrativo, che rileva un “eccesso di potere per insufficienza ed illogicità di motivazione e difetto di istruttoria”. In particolare, “non vi è riferimento a dati o indici specificamente e univocamente attinenti al settore della scuola secondaria di secondo grado”. Inoltre, proseguono i giudici, “la rilevazione della situazione epidemiologica da cui trarrebbe linfa la misura si riferirebbe comunque ad un periodo temporale durante il quale le scuole secondarie erano chiuse da tempo (avendo peraltro parte ricorrente evidenziato come nelle scuole elementari e medie in funzione sul territorio regionale non si sarebbero verificati cluster o focolai di sorta)”. Sempre nel decreto del Tar si afferma che “non sono indicati fatti, circostanze ed elementi di giudizio” che indurrebbero a ritenere probabile “un incremento del contagio riferibile all’attività scolastica in presenza nelle scuole secondarie di secondo grado”.

Il Tribunale amministrativo rileva che “neppure è ventilata l’ipotesi secondo cui il virus si diffonderebbe nei siti scolastici distribuiti sul territorio regionale più che in altri contesti” e dunque l’ordinanza “va immotivatamente (e in definitiva ingiustificatamente) a comprimere in maniera eccessiva (se non a conculcare integralmente) il diritto degli adolescenti a frequentare di persona la scuola quale luogo di istruzione e apprendimento culturale nonchè di socializzazione, formazione e sviluppo della personalità dei discenti”, condizioni di benessere che “non appaiono adeguatamente assicurate con la modalità in Dad (Didattica a distanza, ndr) tramite l’utilizzo di videoterminali (di cui peraltro verosimilmente non tutta la popolazione scolastica interessata è dotata)”. E dal momento che l’adozione di misure per fronteggiare “situazioni di pur così notevole gravità” come la pandemia da Covid-19 “non può spingersi al punto tale da sacrificare in toto altri interessi costituzionalmente protetti”, come il diritto all’istruzione, e che “l’amministrazione può agire con misure che incidono ‘a monte’ sul problema del trasporto pubblico e ‘a valle’ con misure organizzative come la turnazione degli alunni e la diversificazione degli orari di ingresso a scuola”, il Tar ha deciso di accogliere il ricorso e di sospendere l’efficacia dell’ordinanza della Regione, fissando “per la trattazione collegiale dell’incidente cautelare la camera di consiglio del 10 febbraio”.

Il commento di Bonaccini: “Non mi aspettavo questa pronuncia del Tar, i dati epidemiologici danno ragione a noi, ma rispettiamo le sentenze”. Secondo il governatore, le preoccupazioni che avevano portato al rinvio dell’apertura sono ancora più valide oggi: “Quello che abbiamo fatto lo abbiamo fatto per una preoccupazione che viene confermata” dai dati di tutta Italia nell’ultima settimana. Il rischio, per Bonaccini, è riaprire le scuole “per poi, se la curva cresce, doverle richiudere”. Il presidente invoca un intervento chiarificatore a livello nazionale, “per non affidare ai singoli Tar l’apertura nelle singole regioni”.

Intanto, il nuovo Dpcm che sarà in vigore da sabato prossimo 16 gennaio fino al 5 marzo prevede che nelle scuole superiori, dal 18 gennaio, sia garantita l’attività in presenza almeno al 50% e fino a un massimo del 75% della popolazione studentesca. In Emilia-Romagna, fa sapere la Regione, le lezioni riprenderanno al 50%. “Eravamo pronti da settimane, avremo oltre 550 bus aggiuntivi a quelli in circolazione in epoca pre-pandemica”, dice Bonaccini. Tra le altre misure: stewart alle fermate dei bus, app per valutare il riempimento dei mezzi in arrivo, controlli in collaborazione con le forze dell’ordine e verranno moltiplicati i tamponi rapidi che gli studenti e le loro famiglie potranno fare in farmacia (ogni due settimane, anzichè una volta al mese).

Priorità alla scuola esprime “grandissima soddisfazione per la decisione del Tar che ha accolto il ricorso presentato da 21 genitori di allieve e allievi di diverse scuole superiori bolognesi. Per il l’ordinanza della Regione Emilia-Romagna è immotivata – dal momento che l’attuale situazione epidemiologica è maturata in un periodo ‘durante il quale le scuole secondarie erano chiuse da tempo’ – e comprime in modo ingiustificato ed eccessivo ‘il diritto degli adolescenti a frequentare la scuola quale luogo di istruzione e apprendimento culturale”, nonché “di socializzazione, formazione e sviluppo della personalità dei discenti’. Avanti così!”. Priorità alla scuola ha deciso di confermare il presidio che era stato lanciato per oggi pomeriggio proprio sotto la Regione, “per chiedere a gran voce da subito chi ci amministra la graduale riapertura delle scuole superiori – in presenza, in sicurezza e in modo continuativo – su tutto il territorio regionale”. La scuola “si cura non si chiude”, ribadiscono i Cobas dal presidio in corso in viale Aldo Moro. I manifestanti si sono presentati muniti di di fiaccole,
candele e luci dei telefoni per illuminare il piazzale. Una delegazione è entrata all’interno della Regione per un incontro con Bonaccini.