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Sugli affitti in nero “solo operazioni di facciata”

Lo studentato occupato Taksim sull’intesa tra Guardia di finanza, Comune, Università e Agenzia delle entrate: “Problema si risolve a partire dalle tante lotte reali che attraversano la città”.

28 Febbraio 2014 - 17:15

E’ di oggi (ieri, ndr) la notizia che la guardia di Finanza ha scoperto, in sette anni, evasori per 15,5 milioni di euro per affitti in nero. La maggior parte di questi casi sembrano riguardare soprattutto studenti univeritari. La cosa chiaramente non ci sorprende. Più che altro a farci sorridere è come l’operazione, al di là delle somme anche importanti, sia una bella lavata di faccia per le principali istituzioni cittadine.

Infatti ad essere elogiato è l’accordo firmato sette anni fa dalle Fiamme Gialle con Comune, Alma Mater e Agenzia delle Entrate per la lotta agli affitti in nero. Peccato, però, che chi realmente vive i disagi dovuti al caro affitti e agli affitti in nero, mai ha trovato in questi soggetti un punto di riferimento per far fronte ai propri bisogni.

Sono ormai anni che l’università, con scandenza periodica, ammette i disagi che gli studenti e studentesse vivono, non ultima la denuncia dei tanti che a fronte dei problemi economici abbandonano l’università, per prendere qualche prima pagina e darsi il tono di quelli rammaricati per le condizioni che viviamo. Eppure ogni qual volta gli studenti portano avanti lotte su bisogni concreti (dalla questione abitativa, passando per gli spazi all’interno dell’università fino ad arrivare al caro tasse o al caro mensa) l’Alma Mater si chiude nel silenzio.

In questa nuova intesa, che rientra nel patto per la legalità fiscale e sociale stipulato da Comune e Agenzia delle Entrate, figura anche l’Ergo, l’azienda regionale per il diritto allo studio. Ergo che, insieme all’università, ormai da mesi viene incalazata dai tanti studenti e studentesse che animano la campagna #occupymensa per risolvere concretamente il problema della mensa universitaria più cara d’Italia, ma che mai, nostante ripetute occupazioni ed autoriduzioni, ha speso una sola parola nella direzione di ammettere ed affrontare il problema.

Dai dati di quest’anno si può evincere che a Bologna sono presenti 40mila studenti fuori sede a fronte dei quali sempre l’Er.Go, in appalto per Alma Mater sulla gestione delle residenze universitarie, rende disponibili solo 1465 posti letto. Per non parlare poi del metodo di asegnazione dei posti letto nelle residenze universitarie. Infatti l’assegnazione della borsa di studio sottende al conseguimento annuale di un numero di crediti d’esame prestabilito; nel caso questo tetto non sia raggiunto, non solo si perde il posto letto per l’anno successivo, ma bisogna rendere ad Er.Go tutte le rette mensili del periodo di permanenza, tra l’altro calcolate da “ospite” (attorno le 300 euro mensili).

Da studenti e studentesse che per far fronte al disagio abitativo hanno occupato uno Studententato, ci crediamo, e diciamo a questi soggetti, che se si vuole veramente combattere il problema degli affitti e più in generale il disagio economico di tanti e tante, più che ad operazioni buone per lavarsi la faccia, inizino a confrontarsi a partire dalle tante lotte reali che attraversano la città e l’università.

Studentato Occupato Taksim