Storia e memoria

Strategia della tensione, “la verità storica è patrimonio dei movimenti”

A 50 anni dalla strage di stato in piazza Fontana a Milano, per “sottrarne la narrazione a retorica, falsicazioni e oblio”, le iniziative promosse nel corso della settimana sul territorio bolognese e i materiali di archivio di Zeroincondotta.

09 Dicembre 2019 - 14:53

“Il 12 dicembre 1969, con le bombe a piazza Fontana, cominciava la strategia della tensione. Tra il 1969 e il 1984, in Italia, sono avvenute otto stragi politiche dalle caratteristiche comuni: tutte hanno visto coinvolti personaggi appartenenti alla destra eversiva, in tutte sono emerse protezioni, connivenze, responsabilità di appartenenti agli apparati dello Stato, tutte sono rimaste per molto tempo senza spiegazioni ufficiali, senza colpevoli e senza mandanti. In quindici anni sono state assassinate, oltre seicento sono rimaste ferite in attentati stragisti. Si è fatto di tutto intorno alla strage di piazza Fontana, a Brescia, Bologna, Ustica, compresi i processi. Di tutto non per scoprire la verità, ma per occultarla. La verità storica e politica è rimasta per anni patrimonio dei movimenti, imbrigliata dai silenzi, omissioni, depistaggi, fino all’apposizione del segreto di stato, poi è diventata senso comune di larga parte del paese, senza che a ciò corrispondesse però azione adeguata. Anzi, ancora oggi è piegata agli interessi di chi la vuole complice nella conservazione dell’esistente”. Così nel 1999 scriveva questo giornale, allora quindicinale cartaceo, in occasione del trentennale dell’attentato neofascista che uccise 17 persone a Milano il 12 dicembre 1969 e della ristampa del libro collettivo di controinchiesta di movimento “Strage di Stato”,  pubblicando contestualmente anche un approfondimento sull’autunno caldo e una cronologia dello stragismo e delle trame neofasciste tra il 1970 e il 1999.

“Il 12 dicembre saranno trascorsi 50 anni dalla strage di Piazza Fontana”, scrivono oggi CentroDoc “Lorusso– Giuliani” e circolo anarchico Berneri, “l’evento che ha inaugurato la ‘strategia della tensione’, strategia che negli anni successivi avrebbe prodotto altre infami stragi. Il connubio tra manovalanza fascista ed apparati politici e militari dello stato adottò quella strategia per fermare le lotte di studenti e operai. Vogliamo riprendere la narrazione di quegli avvenimenti per sottrarli alla vuota retorica, alle falsificazioni, all’oblio”. Le due realtà promuovono un cartellone di iniziative per tutta la settimana: si parte questa sera alle 19 al Berneri con l’inaugurazione della mostra sulla strage e poi la mensa popolare autogestita. Alle 16 di giovedì 12 si terrà al centro Villa Paradiso di via Emilia Levante 138 un incontro con il collettivo del liceo scientifico Fermi, la sera stessa a Vag61 cena sociale dalle 20 e poi “il racconto di una strage”: proiezioni, musica e letture a cura del Centro di documentazione. L’indomani sera, sempre a Vag61, concerto dalle 21 di La BaLotta Continua e Malasuerte Fi★Sud. Infine domenica 15, nuovamente al Berneri, alle 20 proiezione del video “12/12” con il gruppo Anarchico Bakunin e poi reading di Daniele Barbieri “Vi ricordate di piazza Fontana? Fu strage di Stato”.

Un’altra iniziativa, a firma anarchiche e anarchici è segnalata sul blog dello spazio di documentazione Il Tribolo, con un presidio in piazza verdi alle 18 di giovedì: “Il 12 dicembre si terrà l’ultima udienza del processo d’appello per i fatti del 15 ottobre 2011 a Roma. Sono 15 lo persone accusate tra l’altro del reato di devastazione e saccheggio e condannate in primo grado fino a 9 anni. Per lo stesso reato chi era stata a Cremona il 24 gennaio 2015 e a Genova nel 2001 si trova ancora oggi ad affrontare la vendetta dello Stato: 3 anni e 8 mesi per i primi, fino a 14 anni per i secondi. La rabbia, la determinazione e la gioia di quelle giornate non possono evidentemente restare impunite. Il 12 dicembre del 1969, esattamente 50 anni fa, lo Stato mostrava i suo vero volto con la strage di piazza Fontana. Che ci vogliano sepolte sotto un cumulo di macerie o anni di carcere, poco cambia… Solidali con chi si ribella contro il terrorismo di stato”.

A Imola, invece, Centro imolese documentazione resistenza antifascista, Archivio storico della Fai e Assemblea degli anarchici imolesi promuovono due incontri presso in via f.lli Bandiera 23: “A cinquant’anni dalla strage di Piazza Fontana, dall’invenzione del mostro da sbattere in prima pagina, dalla morte dell’anarchico Giuseppe Pinelli nei locali della Questura di Milano, l’Archivio Storico della Federazione Anarchica Italiana e il Centro Imolese di Documentazione sulla Resistenza Antifascista organizzano due serate di approfondimento su quei tragici avvenimenti che hanno insanguinato l’Italia. Oggi le responsabilità delle organizzazioni neofasciste manovrate da settori delle istituzioni nell’attentato alla Banca dell’Agricoltura e nelle successive stragi di Brescia, San Benedetto Val di Sambro, Reggio Calabria, Bologna, hanno trovato evidenza non solo nelle numerose sentenze dei tribunali della Repubblica ma anche nella coscienza collettiva degli italiani. Eppure la galassia neofascista e neonazista, che anche oggi non manca di trovare appoggi e solidarietà trasversali, continua a inquinare pericolosamente la vita del paese. Per questo riteniamo indispensabile non lasciare nel dimenticatoio fatti e responsabilità le cui conseguenze sono ancora drammaticamente attuali”. Martedì alle 20.30 verrà presentato il libro “Pinelli, la finestra è ancora aperta” con l’autore Gabriele Fuga.Venerdì, allo stesso orario, Benedetta Tobagi, scrittrice e saggista autrice del libro Piazza Fontana. Il processo impossibile e Massimo Varengo della Federazione Anarchica di Milano dialogano “sui processi, gli avvenimenti, le lotte sociali che hanno accompagnato la storia del paese dalla strage di Piazza Fontana agli anni successivi”.