Speciale

Speciale / Sante Notarnicola: “Ci voleva coraggio, lo trovai in Zeroincondotta” [video]

Quarto ed ultimo articolo dedicato all’autore de “L’anima e il muro”. Sante ricorda la campagna per la scarcerazione di Prospero Gallinari: “Carcere mai, per chi ha gravi problemi di salute”.

18 Febbraio 2014 - 09:49

Si conclude con questo quarto articolo la serie dedicata alla presentazione a Vag61 de “L’anima e il muro”. Intervistato da Valerio Monteventi, direttore di Zeroincondotta, Sante ricorda la campagna per far uscire dal carcere Prospero Gallinari ed il ruolo svolto dal giornale che all’epoca era cartaceo.

* * * * * * * * * *

A Vag61 “sono venuto quattro o cinque volte. Quando Valerio mi chiama, non dico di no. A tanta gente invece lo dico. E’ sempre stato il mio casino nella vita quello di dire sempre sì, e poi ti trovi con tre ergastoli e dici ‘vabbè, andiamo avanti’. Ma con Valerio ho un grosso debito. Ieri è passato un anno dalla morte di Prospero Gallinari e 22 o 23 anni fa, io ero appena uscito dal carcere ed ero ancora in semi-libertà, con un gruppo di giovani studenti a Bologna c’eravamo messi in testa di tirarlo fuori dal carcere per gravi ragioni di salute. C’erano stati dei passaggi giuridici molto netti e precisi: lo volevano morto in galera. Cercammo di attaccarci a tutto quello che era possibile per creare un movimento d’opinione non solo per Prospero, ma per tutti i detenuti con gravi malattie e problemi di salute: per loro il carcere è l’ultima cosa al mondo da fare, si può ragionare di strutture alternative, ma di carcere no. Quando ci buttammo in questa avventura”, l’idea fu di rivolgersi a Valerio, anche “perchè aveva il giornale Zeroincondotta. Io ero appena uscito per cui mi muovevo come uno che non vedeva molto bene, mi ci è voluto un po’ di tempo per capire i meccanismi e le cose. Però mi fidavo, diciamo sulla base di un’intuizione”.

Di certo “era impegnativo” muoversi per “una persona come Prospero Gallinari. Anche in quegli anni lì ci voleva un po’ di coraggio politico e io l’ho trovato in Valerio, perchè ci ha accompagnati con molta riservatezza, in alcuni passaggi che sono stati non solo validi ma decisivi perchè poi Prospero potesse uscire dal carcere”. Ad esempio, “ci fu una cosa molto delicata politicamente. Chiedemmo al Consiglio comunale di affrontare questo problema, per fare un ordine del giorno in cui dicessero che erano d’accordo. Però c’erano i fascisti. E io ero terrorizzato dal fatto che magari dicessero sì. ‘Cazzo, poi chi glielo spiega a Prospero?’. Lo dissi a Valerio: ‘I fascisti, non possiamo… Metti che dicono che sono d’accordo? Come ce la gestiamo?’. Lui fu molto bravo, perchè li invitò fuori dall’aula al momento del voto e loro accettarono questa soluzione. Ma a Prospero di
questo non ho mai detto niente. Lo dico a voi, ma a lui non gliel’ho detto…”.

* * * * * * * * * *

> Guarda il video: