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Slovenia / Reportage: filo spinato contro i rifugiati a 20 km dall’Italia [video+foto]

Il governo sloveno barrica Schenghen per impedire ai migranti di entrare in Europa. Al confine con la Croazia un gruppo di attivisti recide la rete e attacca addobbi natalizi e cartelli di protesta sulla barriera.

22 Dicembre 2015 - 12:38

A IMG_141120 km dal confine italiano, nelle ultime due settimane, è stato eretto un muro di filo spinato per impedire ai migranti di entrare in Europa. La barriera, dichiaratamente costruita per difendere i confini europei dai rifugiati, è stata costruita dal governo sloveno lungo tutto il confine con la Croazia.

Dragonia è uno dei paesini della Dalmazia che dista appena una ventina di minuti in macchina da Trieste. Anche li, il presidente sloveno Miro Cerar negli ultimi giorni ha costruito la barriera metallica rendendo Schenghen una frontiera militarizzata.

“Lo hanno costruito senza nemmeno avvisarci, sono arrivati così dal nulla e hanno messo il filo qui davanti alle case” racconta parlando in italiano il barista dalmata del paese indicando il varco della dogana.

Obiettivo del filo spinato, dicono dal governo, è quello di impedire il passaggio dei rifugiati in transito attraverso i sentieri della Balkan route che non possono essere controllati dalla polizia.

La Slovenia, come altri paesi dell’area balcanica, si è attrezzata e ha costruito dei campi profughi come aree di transito per i migranti. Per un siriano oggi, è tecnicamente possibile attraversare il paese e arrivare fino in Germania sfruttando il corridoio umanitario. Non si capisce perché dunque la Slovenia abbia deciso di militarizzare i propri confini in uno spazio che non è mai stato attraversato dal fenomeno della migrazione a piedi dei rifugiati se non quello di chiarire in via definitiva la chiusura all’accoglienza.

Per dire no a quanto sta accadendo, diverse comunità dal confine sloveno stanno dando vita ad azioni di opposizione contro al muro.

Domenica 20 dicembre, a Fara Kostel, un borgo di appena 400 abitanti sulle montagne slovene al confine con la Croazia, gli abitanti si sono dati appuntamento sulle rive del fiume Kolpa e hanno organizzato una protesta sul filo spinato.

In diverse centinaia, gli abitanti della valle, hanno passeggiato sui sentieri di montagna che costeggiano il filo spinato e hanno attaccato sulla rete addobbi di Natale e cartelli di protesta. Contemporaneamente, un gruppo di canoisti ha risalito il fiume che è già confine naturale tra Slovenia e Croazia e ha reciso la rete di filo spinato creando un varco nel muro.

Rompere la barriera è tecnicamente facile. Ai militanti anti-filo sono state sufficienti un paio di cesoie per tagliare la rete e riaprire l’accesso al fiume che era stato sbarrato.

“Da questo posto non è mai passato un solo rifugiato, non ne abbiamo mai visto nemmeno uno in tanti anni. Non capiamo perché il governo abbia deciso di costruire questo muro qui”. Ed è proprio questo il paradosso del muro sloveno: un muro contro i rifugiati dove i rifugiati nemmeno ci sono.

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> Le foto:

Slovenia attivisti contro il muro