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Siria / L’opposizione: boicottate le urne

Siriani chiamati al voto per il rinnovo dei consiglio municipali. Continuano i combattimenti tra esercito e disertori. Decine di morti, tra soldati e civili, negli ultimi tre giorni

12 Dicembre 2011 - 14:15

Roma, 12 dicembre 2011, Nena News – In un clima di tensione fortissima questa mattina in tutta la Siria si sono aperte le urne per il rinnovo dei consigli municipali. Nelle ultime ore sono andati avanti i combattimenti tra l’esercito e i disertori a Busar al Harir nella regione meridionale di Dara e nella località montagnosa di Luja, roccaforte del rivoltosi armati. Ieri l’agenzia ufficiale “Sana” aveva riferito dei funerali di 13 tra soldati e poliziotti morti negli scontri dei giorni scorsi e dell’uccisione di un ingegnere di Homs responsabile di una centrale di gas. Da parte loro i Comitati di coordinamento locali, una delle organizzazioni dell’opposizione, riferiscono di oltre sessanta persone uccise dalle forze armate governative, tra le quali una ragazza di 13 anni e due bambini rispettivamente di 2 e 5 anni.

Le opposizioni oggi insistono sulla «disobbendienza civile» – avviata ieri e contrassegnata da un primo sciopero generale in diverse località del Paese – e chiedono il boicottaggio dei seggi elettorali. «A Daraa, Idlib e in alcuni quartieri di Damasco lo sciopero ha avuto una adesione quasi totale», sostengono gli attivisti dell’opposizione che hanno anche postato su youtube filmati in cui si mostrano negozi con le saracinesche abbassate e strade vuote. Aggiungono che nel corso della giornata di ieri l’intervento violento delle forze di sicurezza ha costretto i negozianti ad aprire e a riprendere le attività. Invece l’agenzia “Sana” ha mostrato immagini dei mercati delle città del Paese aperti.

Ostenta sicurezza il ministro per l’amministrazione locale Omar Ghalawnji convinto che oggi le elezioni si svolgeranno regolarmente. Sono 43 mila i candidati che proveranno ad aggiudicarsi oltre 17 mila seggi dei consigli regionali, provinciali, comunali e circoscrizionali.

Intanto questa sera scade l’ultimatum alla città di Homs a metter fine alle proteste che le autorità avrebbero lanciato due giorni fa. A riferire dell’ultimatum è stato Mohamed Hamdo del sedicente Esercito libero siriano (Els) che ha accusato il presidente Bashar Assad di voler compiere un «massacro» a Homs, città dove più di altre cresce l’organizzazione di resistenza armata al regime.

Ieri è stato annunciato che ministri degli esteri dei paesi della Lega araba si incontreranno sabato prossimo, 17 dicembre, per discutere la risposta all’accettazione condizionata da parte di Damasco del «piano arabo» che prevede l’invio di centinaia di osservatori in Siria e una road map politica. Sempre ieri è stata attaccata l’ambasciata siriana ad Amman da un gruppo di persone che indossava mantelli con la bandiera siriana al tempo del mandato francese. «Una decina di persone si sono introdotte in ambasciata e quando le guardie di sicurezza hanno tentato di farle uscire, sono state attaccate», ha comunicato l’ambasciata. Nena News