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Siria / Le Sdf hanno sconfitto l’Isis

Le bandiere della Forze democratiche siriane e delle unità di protezione curde sventolano su Al Bagous, ultimo villaggio in cui si erano asserragliati i miliziani dell’ex califfato.

23 Marzo 2019 - 13:53

“Le nostre forze hanno issato le bandiere su Al-Bagous e hanno dichiarato la vittoria militare sull’Isis dopo sei anni di guerra ininterrotta e grandi sacrifici. Questa vittoria non sarebbe stata raggiunta senza il sacrificio di migliaia di martiri ed eroi feriti”. È il comunicato diramato questa mattina dalle Syrian democratic forces curdo-arabe, che possono festeggiare oggi di aver strappato all’ex califfato pressoché tutti i territori a est dell’Eufrate. Volendo essere più precisi: la città di Deir ez zor, a est del fiume, è controllata dal governo di Damasco, così come parte della città e dell’area di Qamishli; a ovest, le bandiere Sdf sventolano su Taqba e Menbic, quest’ultima recentemente minacciata di invasione dalla Turchia. A otto anni e qualche giorno dallo scoppio della guerra civile, la Federazione democratica della Siria del Nord si estende oggi su quasi il 28% del paese, con il 62% governato da Assad e il restante 10%, a nord ovest, diviso tra controllo diretto della Turchia (le città curde di Jarabulus, Al-bab e Afrin) e indiretto (l’area di Idlib) tramite i miliziani qaedisti. Questo il presente, il futuro della rivoluzione confederalista è tutto da costruire, e da difendere dai giochi delle potenze straniere presenti sul campo: Stati Uniti, Francia, Russia, Iran e non ultima la Turchia di Erdogan, che non tollera la presenza di un’entità autonoma con una forte componente curda a sud del suo confine.