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Si riaccende la protesta contro i test Invalsi

Cobas, Coordinamento precari della scuola e studenti si muovono con scioperi, iniziative di boicottaggio e presidi da oggi fino a giovedì. Tra le altre critiche: “Disabili discriminati, un vero scandalo”.

14 Maggio 2013 - 10:21

Nelle scuole di Bologna si riaccende la protesta contro i test Invalsi. I Cobas hanno indetto tre giornate di sciopero e boicottaggio dei test: una gia’ effettuata martedi’ scorso nelle elementari, una in programma oggi nelle medie e l’ultima giovedi’ nelle superiori. Si muove anche il Coordinamento dei precari della scuola, che insieme al sindacato di base promuove un doppio presidio in occasione degli scioperi: oggi dalle 9,30 davanti all’Ufficio IX (ex Ufficio scolastico provinciale), giovedi’ dalla stessa ora in piazza Nettuno. Infine, gli studenti: e’ il Collettivo autonomo studentesco (Cas) che promuove un presidio all’Ufficio scolastico per mercoledi’ e poi un’iniziativa di boicottaggio giovedi.

L’Invalsi, “che e’ un’agenzia completamente esterna alla scuola- affermano i Cobas in conferenza stampa- vuole imporre un sistema completamente standardizzato di ‘testizzazione’ su una serie di competenze di base”. Processo che richiede “una battaglia non solo sindacale ma culturale”, continua il sindacato di base, sottolineando come questa stessa impostazione “sta portando al disastro il sistema scolastico negli Stati uniti e nel mondo anglosassone”, dove ormai i docenti “si limitano ad addestrare gli studenti a fare i quiz, con una profonda trasformazione della funzione sociale della scuola”.

Per supportare chi sciopera, il sindacato promuove anche una “cassa di resistenza” che, in sostanza, consente ai docenti non somministratori di contribuire economicamente alla protesta supportando chi incrocia le braccia.

Cobas e Coordinamento precari si soffermano in particolare sul “vero scandalo” che riguarda gli alunni portatori di handicap e con problemi di apprendimento: nel giorno del test “la legge 104 sulla loro integrazione viene annullata- afferma il sindacato- e questi studenti vengono discriminati, perche’ svolgono il test per finta oppure vengono accompagnati fuori”, con i docenti di sostegno che comunque non possono restare in classe. Su questo tema i Cobas hannopromosso una petizione ad hoc, in cui si chiede a tutti di “non rendersi complici dell’umiliazione di chi ogni giorno lotta con determinazione e forza di volonta’ per potersi integrare pienamente nella societa'”: finora nelle scuole di Bologna sono state raccolte 385 firme, che verranno consegnate oggi alla dirigente dell’Ufficio IX, Maria Luisa Martinez.

Il Coordinamento precari, inoltre, in occasione dei due presidi “riproporrà la somministrazione del ‘Grande quiz InFalsi’, con cui sfruttiamo l’ironia per coinvolgere chi non conosce queste prove, ridicolizzando la tipologia delle domande e la rigidita’ del protocollo di somministrazione”. Nell’appuntamento di giovedi’, poi, si dara’ spazio “alla grande battaglia referendaria per la difesa della scuola pubblica”, aggiungono i Cobas, con un banchetto informativo che invitera’ a votare ‘A’ nella consultazione contro i finanziamenti del Comune alle scuole private.

Passando agli studenti, il Cas propone due giorni di mobilitazione. Domani e’ in programma un “presidio itinerante” in partenza alle 16 dall’Ufficio scolastico, giovedi’ invece il collettivo invita a boicottare i test: “Lasciamoli in bianco, non facciamoci schedare. Anche se qualche prof minacciasse voti- recita l’appello web- non fatevi fregare, il test non e’ valutabile e iprof non possono dare voti”. Anche dal Coordinamento dei collettivi studenteschi arriva un invito simile: “Invalida gli Invalsi”.

Infine, i Cobas ricordano che il prossimo due docenti verranno processati per un presidio contro i tagli risalente al 2010, giorno in cui fu anche calato uno striscione dalla torre degli Asinelli. Questo sulla base di un regio decreto che risale al 1931, spiega l’avvocato Mario Marcuz, per la quale si rischia un’ammenda fino a 413 euro e l’arresto fino a sei mesi. In altre parole, “ad una manifestazione che aveva lo scopo di difendere la scuola pubblica la risposta delle Istituzioni e’ il rinvio a giudizio di due persone”, afferma il legale. “Da qualche anno la Procura non si fa sfuggire nulla e continuamente delle persone vengono rinviate a giudizio per situazioni di questo tipo”, sottolinea il legale, aggiungendo che e’ “estremamente grave” la mancata distinzione tra l’organizzare un presidio ed intervenire pubblicamente mentre si svolge.