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Sgombero La Rage, in dieci rischiano il foglio di via [audio + video + comunicati]

Tredici in tutto gli attivisti identificati. Blocchi del traffico su via Stalingrado, intervengono le forze di polizia che spintonano i solidali fino alla base del ponte.

03 Giugno 2015 - 14:58

Sgombero La Rage - © Michele LapiniSi è concluso nel primissimo pomeriggio lo sgombero del La Rage, spazio occupato il 7 maggio in via Zago 1. Verso le 12:30 i sei ragazzi rimasti sul tetto dello stabile sono scesi. Gli attivisti identificati (13 in tutto) sono liberi ma, a quanto si apprende,  dieci di loro si sono visti consegnare dalla polizia una “ricevuta di richiesta di foglio di via”.

Durante la mattinata diversi solidali con gli occupanti si sono concentrati sul ponte di via Stalingrado adiacente lo spazio, e hanno dato vita ad un presidio che ha bloccato l’intenso traffico dell’arteria per diversi minuti. La polizia ha poi spintonato i solidali fino all’incrocio con via Zago, alla base del ponte: “Hanno minacciato di caricarci se non ci fossimo tolti dalla strada”, spiega un occupante a Zeroincondotta.

Ora il presidio di solidarietà si è spostato in porta San Donato, dove Eat the Rich ha allestito un pranzo sociale in solidarietà con gli occupanti.

> L’audio con un occupante:

 

> Il video di ZicTv:

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> Riceviamo e publichiamo:

Troppo lontano

Oggi un altro giorno, asfalto e cartelloni pubblicitari tutto ciò che vedi all’orizzonte, e in testa un unico pensiero : stanno sgomberando La Rage,accorrete.
Accorrete, ma sai che non puoi accorrere perché troppo lontano, e allora tutto ciò che ti resta e l’odore di decomposizione che la classe padronale borghese lascia su ogni cosa che tocca.
La Rage è stata sgomberata, tornerà in mano ai propri padroni : un’agenzia immobiliare di Roma, così preoccupata del benessere di questo stabile da lasciarlo abbandonato per anni, e gli spacciatori, che potranno tornare a tagliare l’eroina da vendere agli sfruttati.

La Rage è stata sgomberata, e ora siete tutti contenti, magistrati e giornalisti, potete ricominciare a fare i festini di sesso & coca nel locale di scambisti di via Zago senza il timore di venire sgamati, senza il terrore che le vostre auto lussuose seguano l’esempio del primo maggio e si auto-distruggano.

La Rage è stata sgomberata, Merola ora dorme sonni tranquilli, può continuare la sua opera di devastazione e saccheggio delle periferie.

La Rage è stata sgomberata, ma non illudetevi : non finisce qui.
Potete sgomberare, arrestare, emettere fogli di via e rendere deserto ciò che prima era vita, ma non potete fermare un sentimento.
Perché La Rage è questo, e non basterà la vostra cultura di morte a renderci più docili, a metterci il guinzaglio e a imprigionarci dietro le vostre sbarre fatte di consumo e sfruttamento.

Quella mattina non sei accorso, eri troppo lontano, eppure dietro l’odore del cadavere in decomposizione dello Stato borghese hai sentito il profumo delle rose che i tuoi compagni hanno piantato nel deserto delle città.

La Rage dilaga, solidarietà alle/ai denunciat* e vaffanculo a tutto l’esistente”

Won-Tolla, un compagno che è stato lontano

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Basta sgomberi, solidarietà a La Rage

Appena passato lo show delle elezioni, in cui è stato evidente come i teatrini dei politici continuino a perdere credibilità ovunque, a Bologna si è svolto un altro atto della violenta campagna che mira a eliminare dalla città ogni spazio di dissenso e di alternativa culturale e sociale.

A farne le spese oggi è stata La Rage, un edificio inutilizzato da anni che è stato liberato dal noioso vuoto in cui era stato imprigionato, un progetto che mirava a radicarsi nei quartieri S. Donato e Bolognina che da anni vengono o puntualmente coinvolti in progetti di “riqualificazione urbana” miranti a distruggere il tessuto sociale esistente per diffondere la città vetrina, o abbandonati a se stessi con l’accusa di “degrado”.
Sempre pronte ad eseguire gli interessi dei più forti, le camionette della celere si sono presentate di mattina presto, mentre gli/le attivisti/e presenti resistevano sul tetto e i/le solidali bloccavano per un po’ la circolazione sul ponte di Stalingrado. La risposta è stata ovvia, l’unica che la polizia sappia dare: violenza, provocazioni, minacce, denunce. Oltre alla solita aggressività tipica degli operatori delle “forze dell’ordine”, ci teniamo a denunciare la loro presenza all’interno dello studentato di via Zago al fine di prendersi una pausa dal duro lavoro. Gli spazi degli studenti, siano facoltà, rettorati, studentati non sono caserme o questure, la polizia e i carabinieri, sempre impegnati a reprimere i collettivi studenteschi devono stare al di fuori di questi edifici.

In aggiunta, la mano repressiva ha voluto colpire duramente e dei 13 identificati, in 10 si sono visti consegnare dalla polizia una “ricevuta di richiesta di foglio di via”: una misura che, evidentemente, oramai ha preso piede nella logica fascista della questura.
Chiunque sia un “indesiderato” è da espellere, purgare, cancellare, indipendentemente dal fatto che a Bologna abbia la sua vita, studi o ci lavori; è valido tanto per i “sovversivi” quanto per i migranti, come dimostrano i decreti d’espulsione dati ai rifugiati che avevano occupato gli stabili dell’ex-Dima, sgomberata la scorsa settimana a due giorni dall’occupazione.

Questa modalità, totalmente incurante della vita delle persone, è un sintomo del progetto folle di trasformare la nostra città nella vetrina di un negozio vuoto, morto, dove nessuna iniziativa libera è possibile e tutto va inquadrato nei canoni del mercato.
“Fanno un deserto e lo chiamano pace” diceva il capo scozzese Calgaco, davanti all’invasione dei Romani.

Ed un deserto vogliono rendere Bologna, i politici, gli speculatori, i poliziotti,
ma oggi come allora, saranno costretti a retrocedere di fronte alla resistenza di tante e tanti.

In questo periodo di sgomberi esprimiamo la nostra solidarietà e vicinanza a ogni occupazione sotto attacco, sia essa uno spazio sociale o una casa per chi cerca un tetto.
Solidali con le compagne e i compagni de La Rage e con tutte le occupazioni.

Collettivo Exarchia

> Altri attestati di solidarietà: qui