Acabnews Bologna

Sfratto rinviato, ma pochi giorni per trovare soluzione

Grazie ad un presidio effettuato ieri dall’Unione inquilini. Scarseggiano gli alloggi per gli studenti, Cua: “Dopo mesi solo promesse”. Le prime famiglie rientrano in via Gandusio: con sei mesi di ritardo rispetto agli annunci.

05 Luglio 2018 - 19:43

-Sfratto rinviato, ma solo per alcuni giorni, grazie ad un presidio effettuato ieri dall’Unione inquilini. Il tempo guadagnato, spiega la sigla sindacale, servirà per cercare una “soluzione condivisa” dopo che ieri, al momento dell’accesso, l’ufficiale giudiziario ha dato l’impressione di non voler sentire ragioni. Una volta di più si conferma che quella abitativa “è ormai una questione strutturale e non più emergenziale come le varie amministrazioni di centrosinistra, centrodestra o a Cinque stelle continuano, invece, a sostenere nei vari incontri che abbiamo avuto anche a livello nazionale e nei territori dove l’Unione inquilini è presente. Chiediamo a livello nazionale un incontro con il Governo, al momento neanche recepito, perché ci siano veri Piani abitativi, il blocco degli sfratti e tutte quelle politiche che servano ai cittadini per vedere riconosciuto il diritto all’abitare e a vivere socialmente ed attivamente il proprio territorio. A livello locale continueremo nella nostra opera di sportello sociale e di intervento nelle situazioni di emergenza”, promette l’Unione Inquilini.

Intanto, il tema casa in questi giorni è riemerso pubblicamente anche in riferimento al contesto universitario. Dice la sua il Cua:  “Si torna a parlare delle problematiche che come studenti e studentesse ci troviamo anno dopo anno a dover affrontare per trovare una casa, una stanza, anche un singolo posto letto. Sicuramente queste problematiche non ci sono nuove; da qualche anno a questa parte, infatti, la situazione con cui dobbiamo confrontarci ogni settembre è sempre la stessa, o forse addirittura peggio: Bologna sta cambiando, diventa una città sempre più turistica e l’amministrazione prova di continuo a farla diventare più attrattiva agli occhi dei visitatori senza porsi alcun tipo di problema se questo significa farla di conseguenza essere sempre meno a misura di studente. A settembre con la campagna ‘Fuori sede non fuori’ casa abbiamo cercato di aprire un discorso con le autorità competenti che mirasse a trovare soluzioni pratiche e immediate: Ateneo, Er.Go, Regione Emilia Romagna, Acer. Tutti hanno fatto finta di preoccuparsene fino a quando i giornali si sono interessati della cosa, tante belle parole, tanti impegni presi sulle colonne dei quotidiani cittadini ed ora con un anno di distanza non solo non è cambiato niente, ma sappiamo che la situazione potrà andare solo peggiorando! Sempre più persone decidono infatti di affittare la propria casa per brevi periodi, di conseguenza le poche stanze destinate agli studenti o hanno prezzi esorbitanti oppure non sono neanche degne di essere definite tali.Non basta abbassare di qualche decina di euro l’abbonamento ai mezzi di trasporto pubblici per cercare di rendere più accattivante una stanza a Borgo Panigale o a Casalecchio, sappiamo benissimo che non è altro che un modo per allontanarci dal centro e poterlo rendere una bomboniera per turisti. La zona universitaria è e deve restare degli studenti che in tutti questi anni l’hanno fatta vivere e vissuta ed è giusto che tutti e tutte abbiano la possibilità di continuare ad attraversarla notte e giorno.  Le priorità di Comune e Università non sembrano essere comunque ancora volte a risolvere queste criticità. Anzi! Mentre centinaia di studenti saranno costretti a dormire sul divano di qualche amico o conoscente per mesi, in Bolognina si costruisce lo Student Hotel, uno studentato di lusso in cui una singola, prendendo come esempio quello appena aperto a Firenze, costa tra i 970 euro e i 1200! Queste sarebbero soluzioni? Questo sarebbe avere a cuori i bisogni di tutti gli studenti e le studentesse? Più che una soluzione questa sembra essere l’ennesima presa in giro nei confronti dei tanti e delle tante che sono costretti a fare i salti mortali per poter proseguire la propria carriera universitaria. E di questi tanti e tante a rettore e sindaco a quanto pare non sembra importare alcunché. Siamo stanchi di aspettare che vengano mantenute le promesse! O si trovano delle soluzioni a queste problematiche oppure spetterà a noi organizzarci e dare una risposta dal basso a tutto questo! La casa è un diritto fondamentale e quando un diritto viene negato bisogna andare a riprenderselo!”.

Infine, in questi giorni è cominciato l’ingresso delle famiglie assegnatarie nei palazzi Acer di via Gandusio dopo lo sgombero avvenuto la scorsa estate. Questa fase prevede l’inserimento di 50 nuclei nei civici 6 e 8. Il tutto con sei mesi di ritardo rispetto a quanto fu dichiarato dopo lo sgombero: l’Acer, infatti, aveva dichiarato che le prime 60-70 famiglie sarebbero entrate in casa già alla fine del 2017. Ora il programma annunciato prevedere di completare i lavori negli edifici ai civici 10 e 12 entro la primavera del 2019. Tra le persone che hanno perso la casa nello sgombero ce n’è anche una, cardiopatica, che ormai da tempo trascorre molte giornate nei pressi dell’ingresso del Comune per chiedere sostegno. Il risultato? Alcune multe elevate dalla Polizia municipale. Se n’è parlato anche in Consiglio comunale e l’assessore alla Casa, Virginia Gieri, non si è scomposta più di tanto. L’assessore ha dichiarato che l’uomo “è in carico ai servizi e quindi non è una persona cui non viene dato ascolto, purtroppo c’è una situazione che non è del tutto risolta, ci tengo a dire ai consiglieri che spesso assistono alla sua presenza qui a Palazzo d’Accursio, che la situazione è assolutamente sotto controllo e monitorata giorno per giorno”.