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Se l’Acer bussa per spaccarti i sanitari

È quanto è accaduto ieri a un occupante di via Gandusio. Stamane rinviato uno sfratto. Flop del fondo sociale per l’affitto: in città 7 su 10 richiedenti non hanno ricevuto nemmeno un euro pur avendone diritto.

14 Settembre 2016 - 17:37

Sfratto @Asia usbSfratto rinviato questa mattina in zona Mazzini per un uomo con la compagna incinta di 7 mesi. A raccontarlo è il sindacato di base Asia-Usb, che insieme agli inquilini, ha promesso di ritornare sul posto per il prossimo rinvio atteso per il mese di ottobre.

Un altro grave episodio si è verificato ieri nei palazzi di via Gandusio. Come denunciato dall’associazione Pugno chiuso, nel pomeriggio di ieri un rappresentante Acer, insieme a due vigili urbani e un operaio si sono presentati al civico numero 8 della strada e hanno bussato alla porta di un monolocale occupato da un uomo. L’intenzione degli operatori era quella di murare la porta di ingresso dell’appartamento Acer, ma trovandolo abitato, hanno piuttosto deciso di distruggere i sanitari del bagno di casa. Questo quanto riferito dall’associazione: “L’abitante dell’appartamento è uno dei tanti proletari che trovandosi in mezzo ad una strada si è deciso ad occupare uno dei tanti appartamenti popolari sfitti e lasciati all’abbandono da parte di Acer. Murare le porte degli appartamenti sfitti invece che assegnarli e spaccare i sanitari è pratica tristemente nota in via Gandusio e nelle case popolari di tutta Bologna”.

Secondo il comitato degli inquilini del quartiere infatti: “La bugia più grande che Acer racconta è infatti proprio quella riguardo al numero degli appartamenti sfitti, che sono, già alla visura catastale più del quadruplo dei 150 dichiarati da Acer. Ma noi siamo convinti che siamo molti di più. Perché abbiamo capito come fa Acer a nasconderli: li lascia in stato di abbandono o li distrugge per renderli inagibili. Dopodiché Acer, in qualità di ente gestore, o riesce a svenderli all’asta, a banche e assicurazioni, o se proprio costretto, li assegna temporaneamente spesso con canoni d’affitto gonfiati”.

Queste notizie di sfratti e minacce agli inquilini arrivano proprio nel giorno in cui dalla regione Emilia-Romagna vengono resi noti i numeri sul fondo sociale per l’affitto, il budget stanziato nel 2015 da viale Aldo Moro per aiutare le famiglie in difficoltà a pagare l’affitto. Peccato però che i conti siano stati fatti in modo più che approssimativo visto che, sotto le Due Torri, il 68% di quanti hanno fatto domanda e ne avevano diritto non hanno ricevuto nemmeno un euro. E la ragione è sempre la stessa: mancano i soldi.

In totale si trattava di un fondo di 2milioni di euro l’anno. Nella sola città di Bologna su 2816 richiedenti, 1920 sono rimasti esclusi pur avendone diritto. Solo in 896 sono riusciti a ricevere il contributo regionale per il pagamento dell’affitto.