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“Se Atlantide affonda, la cercherete per millenni!”

“Ci fanno sapere che Atlantide deve morire”. I collettivi del cassero di Porta S.Stefano, autogestito dal 1998, danno appuntamento a mercoledì 9 gennaio’012 per un’assemblea pubblica. Diffusa una petizione da firmare in rete.

28 Dicembre 2012 - 14:19

Atlantide é la sede di gruppi femministi, lesbici, gay, queer e punk dal 1998. Sono questi stessi gruppi che da allora hanno vissuto, fatto vivere e aperto alla città il cassero di Porta Santo Stefano, promuovendo libertà e autonomia per le donne, visibilità politica e (auto)organizzazione femminista e lgbtiq, autoproduzione e distribuzione culturale indipendente, socialità non mercificata.

La nostra forza sta in questa storia, ma é proprio questa storia che ci rende scomode.

Oggi, il perverso tentativo di governare la ricchezza della nostra esperienza, messo in campo negli ultimi quattro anni dall’amministrazione comunale e dal quartiere Santo Stefano, sembra volerci presentare l’atto finale. Attraverso i recenti esiti di un bando per l’assegnazione dello spazio, ci fanno sapere che Atlantide deve morire e che i collettivi Antagonismogay/Laboratorio Smaschieramenti, Clitoristix/Quelle che non ci stanno e NullaOsta dovrebbero abbandonare il cassero in favore di tre associazioni completamente estranee alla sua storia più che decennale.

Ci avevano già provato nel 2011. La commissaria Cancellieri, prima di lasciare la città e diventare successivamente ministro dell’Interno, dettò le linee guida per un bando che proponeva di assegnare il nostro spazio ad associazioni che si occupassero di tutela ambientale o di salvaguardia del patrimonio culturale. Contro quella decisione politica ci eravamo mobilitate, insieme ad un’ampia fetta della città, con una chiara rivendicazione “Finocchie selvatiche, femministe in erba, punk in fiore: siamo noi la vera biodiversità!“. Il risultato fu che il quartiere uscente, anch’esso commissariato, decise di non assegnare lo spazio nè alle associazioni che rappresentavano i tre collettivi, nè ad alcuna altra associazione concorrente.

A chiunque sia minimamente dotato di senso critico, apparirà subito chiaro che la volontà di dichiarare finita la nostra esperienza con un atto burocratico non é il frutto di una decisione meramente tecnica, bensì di una precisa scelta politica: dal governo nazionale uscente abbiamo imparato molto bene quanto la retorica e i dispositivi ammantati di “meritocrazia” non siano altro che espedienti per camuffare scellerate scelte politiche e non assumersene pubblicamente la responsabilità.

Ma se é proprio di “merito” che si vuole parlare, siamo certe che la lunga esperienza di Atlantide sia più che “meritevole” di un’assegnazione diretta in comodato d’uso gratuito.

Del resto, la scelta operata nei nostri confronti e di altre esperienze in città ci sembra ben poco in linea con l’intento propagandato dalla nuova giunta comunale di voler superare la logica dei bandi, per garantire la libera espressione e partecipazione alla vita sociale.

A dispetto dei tentativi tecnocratici, i collettivi di Atlantide non hanno acquisito nulla di “convenzionale”, bensì hanno ulteriormente consolidato la propria convinzione. Ribadiamo quindi ancora una volta che la legittimità a mantenere viva e riprodurre la nostra esperienza sta tutta nella nostra storia e nella passione determinata di migliaia di persone, singole e gruppi che hanno in Atlantide un punto di riferimento irrinunciabile.

Forti della consapevolezza che la preoccupazione per la (r)esistenza di Atlantide sia diffusa e condivisa, chiediamo a tutte e tutti di tenere alta l’attenzione, di firmare la petizione per la sua difesa e di partecipare all’assemblea cittadina che abbiamo programmato per il 9 gennaio. Le femministe, le lesbiche, le froce e i punk atlantidei hanno ancora molto da dire e da fare, in questa città e non solo.

Antagonismogay/Laboratorio Smaschieramenti
Clitoristrix/Quelle che non ci stanno
NullaOsta

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Anche se il mondo non è finito nel 2012, Atlantide, favoloso continente sommerso nel mare della noia bolognese, rischia di essere definitivamente conquistata. Dopo ripetuti attacchi (chiamati “bandi di assegnazione”) ai quali i suoi abitanti hanno risposto sempre con prontezza, ecco che le istituzioni tentano il bluff per vincere questa partita. Per questo motivo abbiamo deciso di movimentare le acque intorno a noi lanciando una petizione che dal 28 dicembre, nonostante la concorrenza di veglioni e panettoni, ha già raccolto 600 firme, con messaggi di solidarietà appassionati, determinati e ricchi di argomenti per cui Altantide deve vivere!
Mercoledì 9 gennaio alle 20 comincia l’onda della mobilitazione in città: iniziamo con un’assemblea pubblica alla Sala del Baraccano, in via S. Stefano 119.

Antagonismogay/Laboratorio Smaschieramenti
Clitoristrix/Quelle che non ci stanno
NullaOsta