Acabnews Bologna

Scuole private? “Ecco perchè un posto non vale l’altro”

“Libertà di scelta?”. Riceviamo e pubblichiamo le considerazioni inviate a Zic da una lettrice, che allega il Piano dell’offerta formativa “di una qualsiasi scuola paritaria cattolica”.

16 Aprile 2013 - 13:49

In vista del referendum contro i finanziamenti garantiti dal Comune di Bologna alle materne private, riceviamo alcune considerazioni da una lettrice di Zic che, a proposito della “libertà di scelta” spesso citata nel dibattito tra chi critica e chi sostiene l’attuale sistema, ci invia il Piano dell’offerta formativa (Pof) “di una qualsiasi scuola paritaria cattolica”.

Scrive la nostra lettrice: “Oltre a tutte gli altri motivi per votare A (scuola pubblica), sappiate che noi genitori, all’atto di iscrizione dei nostri figli a scuola, prendiamo visione del Pof e sottoscriviamo un Patto di corresponsabilità, condividendo il piano della scuola. Quando ci dicono che il Comune, con il finanziamento alle paritarie, vuole garantire un ‘posto’ a tutti i bambini che ne facciano richiesta, sappiate che un posto non vale l’altro. Ed ora capisco (a parte il costo) perchè circa 130 famiglie a Bologna abbiano deciso di non iscrivere i propri figli ad una paritaria” privata. E’ sufficiente dare un’occhiata ai Pof: “E poi non mi si dica che se non troviamo posto alla pubblica, ci sono sempre le private!”.

Basti pensare, infatti, che il testo inviatoci comincia così: “La connotazione primaria di questo Istituto è essere Scuola Cattolica. La Scuola Cattolica, perfettamente affine alle altre scuole, differisce da loro su un punto sostanziale: essa è ancorata al Vangelo dal quale trae ispirazione e forza”. Più avanti: “La scuola Cattolica ha il compito di dare il giusto posto a Cristo e ai valori perenni del Vangelo (perdono, tolleranza alle offese, spirito di servizio, sforzo ed impegno, giustizia, pace, gratitudine), servendosi di tutti i mezzi a sua disposizione (organizzazione, insegnamento, metodi, disciplina) per creare un ambiente di fede”. E ancora, questa scuola “aiuta i suoi membri ad assumere lo stile di vita tipico del cristiano”, mentre “l’impegno sociale e politico, per il conseguimento del bene comune, è responsabilmente assunto come mezzo per la costruzione del Regno di Dio”. Il progetto educativo “si inserisce nella missione evangelizzatrice della Chiesa”, promuove “un’educazione alla fede”, assume “l’amore e la fedeltà alla Chiesa, in comunione con il Papa, quali luce e forza per un’autentica educazione religiosa” e raccomanda: “Cerca la Verità che è Dio”. Non a caso, anche ai laici impegnati nell’organizzazione culturale e didattica questo istituto chiede la “scelta di fede” che, “orientando e alimentando tutto il servizio professionale, diventa testimonianza cristiana e vocazionale e fa di ogni educatore un evangelizzatore”.

A questo punto, è l’amara conclusione della nostra lettrice, ” sono i genitori che vorrebbero mandare i propri figli alla pubblica e che non hanno trovato posto a non avere possibilità di scegliere una scuola conferme ai propri principi”.

Condividi