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Roma / Stefano Cucchi, due Carabineri condannati per omicidio

La sorella Ilaria: “Oggi ho mantenuto la promessa fatta a Stefano dieci anni fa quando l’ho visto morto sul tavolo dell’obitorio, quando gli dissi ‘Stefano ti giuro che non finisce qua'”. I genitori: “Andremo avanti fino alla fine”. L’avvocato Fabio Anselmo: “La verità è che è morto per le percosse”.

14 Novembre 2019 - 19:38

Il 22 ottobre 2009 all’ospedale Pertini della capitale moriva, una settimana dopo essere stato arrestato per possesso di hashish, il geometra romano Stefano Cucchi. Dopo vari depistaggi e un primo processo andato a vuoto, oggi sono stati condannati in primo grado a 12 anni e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici due militari dell’Arma riconosciuti colpevoli di omicidio preterintenzionale in seguito al pestaggio di Cucchi nella stazione Casalino. Altri due carabinieri sono stati condannati rispettivamente a tre anni e otto mesi (con cinque anni di interdizione) e a due anni in relazione all’accusa di falso nella redazione del verbale d’arresto.

Ha detto la sorella Ilaria, subito dopo la pronuncia del giudice: “Oggi ho mantenuto la promessa fatta a Stefano dieci anni fa quando l’ho visto morto sul tavolo dell’obitorio. A mio fratello dissi: ‘Stefano ti giuro che non finisce qua’. Abbiamo affrontato tanti momenti difficili, siamo caduti e ci siamo rialzati, ma oggi giustizia è stata fatta e Stefano, forse, potrà riposare in pace. Ci sono voluti 10 anni e chi e’ stato al nostro fianco ogni giorno sa benissimo quanta strada abbiamo dovuto fare. Ringrazio tutti coloro che non ci hanno abbandonato e ci hanno creduto, assieme a noi”. Così i genitori: “Andremo sempre avanti. Lo abbiamo giurato davanti a quel corpo martoriato. A Stefano abbiamo promesso di andare avanti per avere verità e giustizia. Questo è il primo passo e andremo avanti fino alla fine”. Per Fabio Anselmo, legale della famiglia, “era una verità talmente evidente che è stata negata per troppo tempo. Vedremo le motivazioni della sentenza, la verità è che Stefano è morto per le percosse subite”. I legali dei condannati hanno annunciato ricorso.