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Roma / Movimenti all’anagrafe, “prefettura ritiri stop residenza a occupanti”

Gli attivisti hanno trascorso la notte negli uffici e intendono restarci a oltranza: “Non è criminalizzando i bisogni e le lotte che mirano a soddisfarli che si può affrontare l’emergenza abitativa”.

14 Gennaio 2015 - 15:06

B7QPgjfCYAA76etSono già passate più di 24 ore da quando i movimenti per l’abitare di Roma hanno occupato gli uffici dell’anagrafe, protestando contro la legge Lupi sulla casa approvata a maggio: “Dispone infatti il divieto al rilascio della residenza a tutti coloro non in possesso di un regolare contratto d’affitto”, si legge sul sito del Coordinamento di Lotta per la Casa.

“Con un’ordinanza del Prefetto – prosegue il testo – dal 1 settembre i Municipi hanno proceduto al congelamento delle residenze concesse precedentemente e a consegnare dinieghi di fronte alle nuove richieste. Una situazione anomala sul piano giuridico quanto pericolosa su quello sociale, visto che la residenza è legata all’esercizio di diritti primari come la salute e l’istruzione”.

Recita il volantino distribuito dagli attivisti: “Questi provvedimenti, fortemente voluti dal ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi, non solo aggrediscono frontalmente i movimenti per il diritto all’abitare e le pratiche di riappropriazione che con le occupazioni di stabili abbandonati hanno garantito un tetto sulla testa a migliaia di uomini e donne, ma nello stesso tempo mettono in discussione la certificazione necessaria per tutti quegli abitanti considerati abusivi. Un concetto di legalità stonato, soprattutto in una città come Roma, dove proprio sull’emergenza abitativa si è tentato di fare business e profitti. Una criminalizzazione di coloro che hanno occupato per necessità, perché non ce la fanno a pagare l’affitto o un mutuo. Senza la residenza si rischia di non poter iscrivere i bambini a scuola e di avere forti limitazioni ai propri diritti di cittadinanza. Una realtà che mette ai margini decine di migliaia di abitanti senza i mezzi necessari per tirare avanti. Un provvedimento che condanna senza via d’uscita.”

“Riteniamo fondamentale il ritiro dell’ordinanza prefettizia – è la rivendicazione comune dei Movimenti per l’abitare – e la cancellazione di questo famigerato articolo 5. Non è criminalizzando i bisogni e le lotte che mirano a soddisfarli che si può affrontare l’emergenza abitativa, pensiamo invece che ora come non mai sia imprescindibile garantire il diritto alla casa, alla dignità a tutti coloro che sono in sofferenza e precarietà alloggiativa. Una diversa impostazione sociale che impedisca l’abbandono di milioni di persone in crisi, a vantaggio del diritto proprietario che deve essere garantito oltre ogni leggittima aspettativa, e che disegni un processo di rigenerazione urbana e di riuso della città a partire dal primario diritto ad un’abitazione. Cancellare anche per via burocratica il diritto all’esistenza degna di decine di migliaia di persone è quanto di più disumano si possa immaginare. Ed è questo che sta facendo il governo Renzi.”

Un nuovo aggiornamento è stato diffuso all’una di oggi pomeriggio dal Coordinamento: “Dopo un lungo incontro, nei locali dell’Anagrafe occupati dalla mattinata, con una delegazione dei movimenti romani per il diritto all’abitare, l’assessora alle Politiche abitative di Roma Capitale, Francesca Danese, e il direttore dell’Anagrafe, Angelo Ottavianelli, esprimono preoccupazione rispetto alle condizioni di vita delle famiglie – si parla di almeno diecimila persone – che vivono in alloggi occupati alle quali”, tramite “la cancellazione della residenza” è negato “l’accesso al diritto alla salute, alle utenze luce e gas, l’iscrizione a scuola dei più piccoli e, più in generale di godere a pieno dei diritti di cittadinanza”.

Domani la questione sarà al centro di un incontro tra l’assessora e il Prefetto.