Acabnews Bologna

Richiedenti asilo senza documenti, “e rischiano espulsione”

Il Coordinamento migranti contesta gli ostacoli frapposti dalle istituzioni al riconoscimento della protezione e al rilascio dei permessi. Intanto ancora sgomberi di ripari di fortuna, mentre Acer vanta “occupazioni sventate” e bivacchi rimossi come fosse spazzatura.

29 Ottobre 2016 - 13:52

Manifestazione migranti, Bologna 7 novembre 2015 (foto fb Coordinamento Migranti)“Alle carenze del governo in materia di migrazione e alle restrizioni imposte dalle direttive europee si aggiunge il quotidiano razzismo delle istituzioni. La politica dei dinieghi di Questura e Prefettura sta infatti aggravando la condizione vissuta dai migranti in città. Nel 2015 oltre il 55% dei richiedenti asilo ha ricevuto un diniego. Ad accedere allo status di rifugiato politico è meno del 5%. “. Lo rimarca il Coordinamento Migranti, ieri in conferenza stampa.

Sono stati diecimila i migranti accolti in regione. “Due ogni mille abitanti, questi i numeri biblici dell”invasione'”, riassume il Coordinamento sul suo blog: “L’80% sono ospitati in centri di accoglienza straordinaria, dove in molti casi non sono previste misure per la tanto decantata integrazione. Solo il 10% trova posto negli Sprar, che invece le prevedono”.

Per quanto riguarda le richieste d’asilo, “è evidente che l’accoglienza è gestita con criteri e strumenti emergenziali. Nella gran parte dei casi è appaltata al ribasso a cooperative che non investono minimamente in percorsi di integrazione”.

Inoltre, “il tempo medio di attesa per la decisione della Commissione è di 10-12 mesi contro i 30 giorni previsti dalla legge. Avviando oggi le pratiche per la richiesta di asilo si ha un primo appuntamento in Questura a marzo 2017, in cui si presenta semplicemente la domanda. Poi segue un altro incontro in cui si compila il modulo C3 e solo dopo si accede finalmente al colloquio con la commissione”.

Continua il Coordinamento: “I migranti che fanno richiesta di asilo hanno diritto a un permesso di soggiorno, che però viene rilasciato solo dopo la compilazione del modulo C3. Fino ad allora il nome del richiedente asilo compare solo su una fantomatica agenda della Questura, mentre lui/lei resta sprovvisto di qualsiasi documento, ricevuta o foglio che certifichi che è in attesa per la richiesta d’asilo: all’atto pratico, oltre a non poter lavorare, gira per la città a rischio di espulsione. Mai come in questo caso si può dire che il suo status sia legato a un foglio di carta!”.

E se finalmente si ottiene la protezione umanitaria “bisogna poi conquistarsi il permesso di soggiorno. L’accoglienza nelle strutture finisce quando si ottiene il permesso che però non viene dato senza la documentazione relativa al domicilio. Non solo anche in questo caso i tempi di attesa sono lunghi, ma la Questura di Bologna va contro la legge, chiedendo ai migranti, in modo del tutto discrezionale, di presentare, oltre alla dichiarazione di ospitalità, anche il consenso scritto del proprietario di casa e il contratto di locazione (o addirittura la tassa di registrazione del contratto), quando la legge prevede solo un’autocertificazione. Questo si chiama razzismo istituzionale!”.

A proposito di umanità e accoglienza, le situazioni di più grave marginalità e esclusione in città, che in stragrande maggioranza riguardano migranti, continuano a venire trattate come si fa con la spazzatura. Al bollettino degli sgomberi di questi giorni si devono aggiungere l’intervento di vigili, carabinieri e polizia nei pressi dell’ospedale maggiore per consentire la demolizione di 12 baracche (identificate tre persone originare della Romania) e varie operazioni dell’Acer: due occupazioni “sventate” di alloggi Erp in via Agucchi e in via Gandusio, nel secondo caso con tanto di esercito come già segnalato da questo giornale, un bivacco rimosso dagli spazi comuni di un condominio in via San Leonardo, altre quattro rimozioni di auto abbandonate che qualcuno utilizzava per dormirci.

A costo di essere ripetitivi, tocca continuare a chiedersi dove dormano tutte queste persone private di un riparo, e ricordare che siamo quasi a novembre, e le temperature notturne non tarderanno a lambire lo zero.