Attualità

Quattro condanne definitive per il corteo antifascista di Cremona

Ieri la Cassazione ha confermato tre condanne a tre anni e otto mesi per devastazione e saccheggio, una quarta a due anni e un mese per resistenza. Csa Dordoni: “Reato di guerra per colpire conflittualità politica”.

26 Settembre 2018 - 16:36

Arriva all’ultima pronuncia il procedimento a carico di Mattia, Ajoub, Matteo e Mauro, che presero parte al corteo antifascista del 24 gennaio 2015. I primi tre sono stati riconosciuti colpevoli di devastazione e saccheggio, 3 anni e 8 mesi la pena inflitta. Matteo è leccese ma ha studiato a Bologna. Più lieve (2 anni e un mese) quella stabilita per il quarto, a cui era contestata solo la resistenza a pubblico ufficiale.

Scrive il centro sociale autogestito Dordoni su Facebook: “Il Comune ha sin da subito gridato alla vittoria: si è infatti costituito parte civile chiedendo 200mila euro di danni, che sono stati riconosciuti. E’ stato reso noto che la Procura di Cremona è ricorsa in Corte d’Appello anche per Filippo, Gianmarco e Samuele: questa seconda tranche di arresti ha subito un processo il 14 Luglio 2016 presso il Tribunale di Cremona, sede nella quale l’accusa di devastazione e saccheggio è stata dallo stesso giudice smontata, riqualificandola come resistenza e danneggiamenti. Filippo è stato assolto. A distanza di tre anni, non possiamo fare altro che riflettere sulla volontà del Sindaco Galimberti e della Procura di Cremona di distorcere i contenuti della giornata del 24 gennaio. Il 18 gennaio il Centro sociale Dordoni è stato attaccato dai fascisti di Casapound e noi abbiamo dovuto difenderlo con determinazione: Emilio, un amico e compagno storico, é finito in come in pericolo di vita. Tutto questo è passato in secondo piano. Il messaggio di quel corteo era ed è tuttora chiaro: non vogliamo alcuna presenza fascista in città. Chi tenta di ammazzare un compagno e chi legittima la presenza squadrista in cittá deve fare i conti con una risposta collettiva adeguata”.

Concludono gli attivisti: “A fronte dell’evoluzione di queste vicende giudiziarie, assistiamo ancora una volta al richiamo dell’accusa di devastazione e saccheggio. L’art419 cpc disciplina un reato di guerra, ma nonostante ciò viene ancora oggi strumentalizzato per colpire giornate di lotta e conflittualitá politica. Non è nostro costume confidare nel sistema di giustizia di questo Paese, crediamo invece di dover rivendicare con forza una giornata di autodifesa collettiva. Mandiamo un abbraccio e un grido di sostegno ai condannati, forti del fatto di essere dalla parte giusta. Tutti liberi! Liberi subito!”.