Opinioni

Quando nello sport vincono “presabbene” e antifascismo

E’ iniziata la quinta edizione del Torneo Dimondi, campionato itinerante di calcio a cinque nato “con l’intento di creare socialità e relazioni, andando a scardinare le barriere sociali”. Intanto la Palestra popolare Stevenson ora continua il proprio percorso all’interno dell’ex caserma Sani occupata. Riceviamo e pubblichiamo.

04 Dicembre 2019 - 15:24

A Bologna c’è un torneo di calcio in cui non contano solo i goal ma anche la “presabbene”. Un torneo in cui si vince anche dimostrando un comportamento rispettoso nei confronti dell’avversario. Un torneo antirazzista, antifascista, antisessista e contro le discriminazioni di ogni genere. In due parole: il Torneo Dimondi, arrivato alla sua quinta edizione, che si è inaugurata lo scorso 9 novembre con una giornata al centro sportivo Pizzoli (in via Zanardi, nel quartiere Pescarola) incentrata sul tema “Lo sport come valorizzazione e inclusione delle differenze di genere”. Inizialmente si temeva la pioggia, invece anche il tempo ha deciso di rendere omaggio ad una giornata di condivisione e divertimento. Il Torneo Dimondi è “un progetto nato con l’intento di creare socialità e relazioni, andando a scardinare le barriere sociali che limitano le appartenenze. I partecipanti provengono da categorie sociali ed esperienze di vita profondamente diverse, che raramente hanno occasioni d’incontro e condivisione; lo sport popolare rappresenta quindi una lingua comune di comunicazione e interazione, atta a ribadire un messaggio antirazzista, antifascista, antisessista e contro le discriminazioni di ogni genere. Il torneo vero e proprio applica un modo di fare calcio inclusivo ed eterogeneo: le differenti competenze sportive non contano rispetto all’esperienza globale condivisa”.

Le regole? Bè intanto si gioca cinque contro cinque. Battuto il calcio d’inizio, le due squadre indubbiamente pronte a darsi battaglia si autoarbitrano nel rispetto dell’avversari* e sotto la supervisione del giudice di campo che altro non è che un facilitatore dei rapporti durante le varie fasi del gioco. Infatti è lui che confermerà se le squadre siano state veramente “Preseabbene” durante il gioco. Le novità rispetto ai classici tornei a cui siamo abituati sono tante; però deve essere così. Il torneo supera ogni aspettativa perchè non vuole allinearsi agli standard sportivi trasmessi in tv. Vuole essere un punto di incontro trasversale e di condivisione che non può essere riassunto nei classici 0, 1 o 3 punti che si ottengono in caso di sconfitta, pareggio o vittoria del calcio agonistico mainstream. Di certo lo scopo non è annullare la competizione, ma renderla funzionale alla veicolarizzazione dei valori portati avanti dal torneo. Oltre alla vittoria sul campo, sarà importante ai fini della classifica finale ottenere punti extra tramite la “presabbene”, dimostrando un comportamento rispettoso e aderendo al tema della giornata di volta in volta differente.

Nella giornata del 9 novembre il tema è stato quello delle differenze di genere. I promotori hanno infatti invitato i partecipanti a proporre una rappresentazione di discriminazione nel mondo sportivo, con l’ausilio di cartelloni, travestimenti, canzoni e tanta inventiva, cercando di esulare il più possibile dai soliti stereotipi. Dopo aver effettuato come da programma il “Cerchio dei saluti” ed esposto l’iter della giornata, verso ora di pranzo si è cominciato fin da subito a giocare a calcio in un clima disteso e festoso. Quest’anno c’è stata una partecipazione record, si sono iscritte ben 24 squadre! Tra i colori dei fumogeni, dei cartelloni delle varie realtà presenti e dei sorrisi delle circa 300 persone accorse per partecipare si è giocato fino a che la luce lo ha permesso. Per non annoiarsi mai durante la giornata è stato possibile fare anche altre attività come recarsi alla “Banchetta” gestita da La Collettiva Edonè per provare a costruire insieme discorsi sul genere, sul sesso, sull’identità, sull’orientamento; oppure passare per il banchetto informativo di La Mala Educaciòn, collettivo transfemminista che si occupa di tematiche di genere all’interno dell’Università e fa parte della rete cittadina di Non Una di Meno. Tra un calcio al pallone ed uno alla birra c’è stato spazio anche per i ritmi incalzanti di StaMurga , una forma di teatro di strada ispirata dalle parate carnevalesche di Buenos Aires, che coniuga percussioni, danza, canto e recitazione, e che si propone come strumento di dissenso pacifico, rumoroso e coloratissimo. A fine giornata è stato possibile farsi una doccia calda negli spogliatoi del Pizzoli , dove è stato anche allestito per l’occasione un “bagno NoGender” aperto a tutt*.

Passiamo ai saluti. Una volta conclusa la fase dedicata allo sport è cominciato il terzo tempo. In uno spazio adiacente ai campi da gioco è stata allestita una mensa popolare dove tutt* sono stati invitati ad unirsi per mangiare e continuare a festeggiare contornati da musiche e dibattiti sempre connessi alle differenze di genere. Con un piccolo contributo economico era possibile ricevere un buonissimo pasto caldo, ma anche qui il Dimondi non ha voluto lasciare indietro proprio nessun*. Infatti per chi non ha potuto contribuire economicamente non ci sono stati problemi, si è comunque potuto mangiare gratis, perchè quello che conta non è fare cassa ma la presenza e la presabbene di tutt*. Quindi non resta che partecipare ai prossimi appuntamenti. Il torneo è itinerante, di volta in volta cambierà luogo e schema di organizzazione della giornata mantenendo però intatti i valori e i principi fin qui esposti. La giornata del 9 novembre è stata la prima di cinque. La prossima sarà il 18 gennaio, con titolo: “InSuperAbili; sport senza riserve” .

Nel frattempo, un’altra esperienza di sport popolare improntata ai princìpi dell’autogestione continua la sua attività nonostante lo sgombero di Xm24 lo scorso agosto. E’ la Palestra popolare Stevenson, che ora porta avanti il proprio percorso all’interno del nuovo spazio occupato in via Ferrarese 199, ingresso dal parco in via Parri. Infatti successivamente allo sgombero delle ruspe democratiche targate Merola dello scorso 6 agosto le attività della Stevenson non si sono arrestate! Anzi, hanno portato ad una intensificazione delle loro scazzottate antirazziste, antifasciste , antisessiste ed anticapitaliste cambiando luogo ma mantenendo intatte comunità e valori che per anni l’hanno contraddistinta. Senza tener conto delle condizioni atmosferiche i/le pugil* della Stevenson si sono recati/e dal momento dello sgombero a quello della nuova occupazione presso la piazza pubblica “Liber Paradisus”, sede dell’amministrazione comunale bolognese, per mantenere mente e corpo sani ma allo stesso tempo dare dimostrazione del fatto che uno sgombero non può eliminare una comunità e la voglia di aggregarsi e lottare politicamente . Detto ciò la Stevenson annuncia che le attività d’ora in poi continueranno presso la nuova sede. Quando? Tutti i lunedì, mercoledì e venerdì dalle 19,30 alle 21,30. Come comunica il collettivo, “siete tutti e tutte invitate a partecipare! Lo sport spesso e volentieri è considerato o proposto come luogo di competizione sfrenata, noi invece non crediamo nel mito della prestanza fisica come mezzo di sopraffazione. Lo sport popolare è per tutte e tutti coloro che vedono lo sport come strumento di socialità e lotta politica. Rifiutiamo i rapporti gerarchici e di potere, motivo per cui adottiamo una modalità di allenamento each one teach one, nella quale tutte e tutti sono stimolati a condividere le proprie competenze e conoscenze, senza bisogno di un’unica figura di allenatore. Essere antifascisti oggi, per noi, significa anche questo”. Il consiglio comunque è di seguire le attività della Palestra sui social per essere sempre aggiornati sui cambiamenti di orario avvisati puntualmente. Lo sport popolare non si sgombera!