Acabnews Bologna

“Punto ristoro? Ateneo ridicolo”

Làbas sull’aula “Pausa pranzo” aperta dall’Università in via Petroni: “Non è una soluzione, quando poche decine di metri c’è la mensa universitaria la più cara d’Italia”.

07 Maggio 2013 - 16:32

Oggi, come due settimane fa, come Làbas abbiamo preparato un pranzo sociale e abbiamo deciso di distribuirlo a 1 €, contro la crisi che sempre più ci costringe a scelte − anche alimentari − al ribasso e per combattere il caro vita che significa affitti difficili da sostenere, ricerca oculata di sconti e supermercati economici, attività culturali ridotte.

Sempre due settimane abbiamo scoperto dell’apertura da parte dell’Università dell’aula “Pausa pranzo”: si tratta sicuramente di un servizio utile perché permette a molti di venire a mangiare in un luogo confortevole e al coperto – importante soprattutto nei mesi invernali; ciò che non ci convince per niente però è l’idea che questa possa essere la soluzione al problema del carovita e del vitto per le centinaia e centinaia di studenti, studentesse e precari dell’Ateneo bolognese, come ha dichiarato Dionigi inaugurando il punto ristoro. Si nasconde infattiuna contraddizione fondamentale: Unibo decide di spendere alcune migliaia di euro in uno spazio di ristoro, dove è possibile consumare il pasto preparato a casa, quando a poche decine di metri c’è la mensa universitaria la più cara d’Italia, dove un pasto completo supera i 6 €!

Dunque un servizio come questo, che è collaterale ma non individua il nocciolo reale del problema, diviene addirittura incomprensibile se non ridicolo in un’università che non garantisce a tutt@ il diritto allo studio – che comprende anche i pasti alla mensa.

Il rettore, inoltre, ha dipinto sui giornali questo servizio come una possibile soluzione al degrado di piazza Verdi che sembrerebbe essere rappresentato dalla popolazione studentesca che mangia all’aperto. Idea pericolosa quella sostenuta dalle istituzioni universitarie: gli studenti e le studentesse dell’Alma Mater sono sì fonte di reddito e ricchezza per questa città, ma nello stesso tempo sarebbero troppi e, con la loro presenza, contribuiscono al degrado urbano.

Noi la pensiamo in maniera opposta: le piazze, quando sono riempite attraversate vissute da una socialità colorata e rumorosa, come quella dell’ora di pranzo in piazza Verdi, non sono sintomo di degrado, ma piuttosto possono rappresentarne l’antidoto. Soprattutto se diventano luoghi in cui sperimentare possibili soluzioni ai nostri bisogni e alternativa al modello di città imposto nel tempo della crisi.

Làbas vuole provarci: con l’arrivo della primavera e del caldo, contro il caro vita e per la socialità, l’alternativa sembra proprio essere il pranzo sociale a 1 €!

Inoltre da oggi Làbas apre una campagna contro ilo carovita in città.

Infatti diventa sempre più difficile in questa crisi riuscire ad esprimere le nostre esigenze materiali: per pagare l’affitto di casa devi destreggiarti tra mille lavoretti precari, andare al cinema e a teatro è diventato un lusso, per comprare l’ultimo best seller devi sperare che ti salti magicamente in borsa, per fare la spesa devi portarti dietro la calcolatrice come se fosse un problema di matematica da risolvere…

Siamo stanchi di dover accettare ricatti, precarietà, non avere la possibilità di realizzare i nostri desideri, di dar voce alle nostre passioni, di soddisfare i nostri bisogni.

Cominciamo da questi momenti di socialità insieme in piazza, sperimentiamo cosa significa trovare alternative alla crisi laddove nè Università nè amministrazioni hanno la volontà di trovare soluzioni a una situazione sempre più insostenibile.

Làbas