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Proteste all’Ikea, nove condanne

Sentenza di primo grado per i fatti del 18 dicembre 2012. Crash: “Continueremo il nostro quotidiano lavoro al fianco di operai, sfrattati, disoccupati, giovani delle periferie”.

02 Febbraio 2016 - 19:00

Ikea, manifestazione dicembre 2012Concluso in Tribunale il processo di primo grado per quanto avvenuto oltre tre anni fa davanti al negozio Ikea di Casalecchio, quando un centinaio di persone in presidio per protestare contro le condizioni di lavoro  imposte dalla multinazionale furono caricate dai Carabinieri. La pena più pesante, a 22 mesi, è quella per Vincenzo, attivista di Crash che ha già passato sette mesi ai domiciliari. Ad altre otto persone il giudice ha inflitto pene inferiori.

Lo spazio sociale di via della Cooperazione, in un comunicato diffuso nel pomeriggio, scrive di un processo  “montato dalle autorità cittadine per punire la prima iniziativa di lotta e solidarietà di classe nei confronti degli operai e delle operaie della logistica a Bologna”.

“Vincenzo – prosegue Crash – come sempre generoso e solidale, viene condannato al carcere per aver difeso l’iniziativa di lotta, partecipata da numerosi operai bolognesi e solidali, dalle aggressioni della polizia e della Digos. L’iniziativa si concluse con la vittoria del presidio visto che dagli alto parlanti qualche responsabile Ikea annunciò che il grande magazzino per quel giorno era chiuso, e Bologna poteva così dare un contributo reale e concreto alla giusta battaglia dei facchini Ikea di Piacenza. Da quel giorno iniziò quella straordinaria solidarietà di classe tra sfruttati a bologna che ancora oggi lega operai della logistica, occupanti di casa, studenti medi e universitari, e disoccupati della città in tante lotte come la vertenza Granarolo, o la lotta per la casa. Ed è sulla strada della solidarietà di classe che dopo la sentenza di oggi continueremo a camminare insieme ai tanti compagni e alle tante compagne di lotta che abbiamo conosciuto in questi ultimi anni e che siamo certi insieme a Vincenzo incontreremo in nuove importanti giornate di conflitto e antagonismo sociale!”

Si conclude la nota: “Affrontiamo quindi questa condanna continuando il nostro quotidiano lavoro al fianco di operai, sfrattati, disoccupati e giovani delle periferie, consapevoli di essere nel giusto e accolti dal calore dei territori dove lottiamo giorno e notte, siano i quartieri popolari, la zona universitaria o l’interporto. Solidarietà a Vincenzo e a tutti i compagni e le compagne condannati! Alla lotta… al fianco di operai, sfrattati, disoccupati e giovani dei quartieri popolari! Sciopero fino alla vittoria!”.