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Più di mille in corteo nel giorno della Liberazione [foto]

Al grido di “resistenza e autogestione” oggi in piazza numerose realtà antifasciste e dell’autorganizzazione contro razzismo, sessismo, estrema destra.

25 Aprile 2017 - 18:46

Questa mattina manifestazione promossa da numerose realtà antifasciste cittadine e altre provenienti da tutta la regione per ricordare il settantaduesimo anniversario della Liberazione dal nazifascismo. Una corteo partecipato che ha visto sfilare più di mille persone, partite in mattinata da piazza dell’Unità e che hanno toccato nel percorso alcuni luoghi particolarmente significativi per le esperienze di autogestione attive in città. La prima tappa ha visto il corteo fermarsi davanti a Xm24, dove gli attivisti dello spazio autogestito hanno sventolato bandiere sul tetto e srotolato uno striscione con scritte le parole “fascista è chi sgombera, autogestione è resistenza”, a difesa del centro sociale e contro l’eventualità di uno sgombero. Il corteo ha quindi percorso via Fioravanti, fermandosi davanti alla ex occupazione abitativa dell’ex Telecom, dove gli attivisti per il diritto alla casa e coloro che abitavano nell’occupazione hanno ricordato la gravità delle operazioni di sgomberi ad opera delle istituzioni cittadine, in quella che è una guerra ai poveri e a chi resiste alle forme di fascismo anche oggi. Sul ponte Matteotti un intervento al microfono da parte dello spezzone femminista e queer, contro il sessismo e l’ipocrisia della commemorazione istituzionale delle vittime omosessuali del nazismo, in cui sono state invece rivendicate le pratiche di autogestione e autodifesa messe in atto dalle soggettività queer.

> Guarda la gallery della manifestazione (l’articolo prosegue sotto):

Corteo 25 aprile 2017

Dopo aver percorso via Indipendenza, dove sono intervenute al microfono anche le realtà presenti da altre città della regione, riunite sotto la sigla Emilia Antifascista, il corteo ha quindi attraversato piazza Maggiore e poi piazza del Nettuno, dove si è fermato davanti al sacrario dei partigiani: qui gli anarchici hanno deposto una corona davanti al sacrario dei partigiani in piazza Maggiore, ricordando come le pratiche dell’autogestione siano sempre state fondamentali per il movimento dei libertari, che a Bologna dopo che la Camera del Lavoro fu bruciata dai fascisti durante il ventennio contribuirono alla lotta per la liberazione della città e alla riappropriazione di spazi di autodeterminazione e antifascisti. Al microfono interventi di giovani e studenti, contro il razzismo e la possibilità accordata ai neofascisti di far circolare le loro idee di odio, mascherate da opinioni riconducibili al campo del confronto democratico, salvo poi neutralizzare la matrice neofascista degli atti di violenza che si consumano verso gli ultimi e i migranti, come ha mostrato la vicenda che ha visto morire un giovane originario della Nigeria a Fermo per mano di un picchiatore fascista.

La manifestazione ha quindi percorso via Ugo Bassi e si è conclusa in piazza S.Francesco, dove molte realtà autogestite cittadine hanno allestito banchetti informativi sulle proprie attività e dove, con un intervento conclusivo, è stato ricordato come “la Liberazione sia stato un processo storico che rimase incompiuto: dalla fine del fascismo, al fiorire del movimento operaio e studentesco negli anni sessanta, quando fu promosso con la violenza un tentativo di imporre l’ordine sociale e economico dominante, e fino a Genova 2001, momento dal quale la paura della violenza repressiva ha sempre dovuto incombere sui tentativi di manifestare da parte dei movimenti.” Per questo: “Vogliamo ricordare il 25 aprile praticando l’antifascismo tutti i giorni. Antifascismo significa anche antirazzismo, per questo oggi siamo in piazza anche per opporci al decreto Minniti: da anni assistiamo a stragi in mare e sosprusi e violenze contro i migranti a livello istituzionale e non. Gli apparati di stato, oggi come allora, non fanno che difendere le gerarchie piramidali della società. Noi vogliamo estendere le pratiche di autogestione. Per questo oggi antifascismo, antirazzismo e antisessismo sono le più efficaci forme di resistenza e di possibilità di pensare una società radicalmente diversa”.