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Piazza Verdi, Cua: “Reazione giustificata”

“La libertà di costruire occasione di assemblea e dibattito in zona universitaria non può essere messa in discussione”. Dopo il sindaco, intervengono anche Questura e Procura. Presto denunce per i manifestanti.

24 Maggio 2013 - 20:02

“Non c’e’ niente da stupirsi, perche’ il tentativo di interrompere un’assemblea e’ qualcosa di gravissimo, e secondo noi tutte quelle forme di resistenza sono pienamente giustificate. Riteniamo che se episodi del genere si ripeteranno, magari volera’ anche qualcos’altro, anche qualche sasso, perche’ la nostra liberta’ di costruire momenti di assemblea e dibattito in zona universitaria non possa essere messi in discussione da nessuno”. E’ così che il Collettivo universitario (Cua) interviene, in conferenza stampa, dopo i tafferugli di ieri sera in zona universitaria. Era stato lo stesso Cua ad organizzare l’assemblea in via Zamboni, con le lavoratrici in lotta della Sodexo, che Vigili urbani e forze dell’ordine hanno cercato di impedire scontrandosi con la resistenza della piazza.

La zona universitaria “e’ un luogo storicamente di incontro e di scambio, tra gli studenti e chi la vive, lavoratori, precari. E’ un patrimonio di tutti e la nostra liberta’ di assemblea- continua il collettivo- non puo’ essere messa in discussione da nessuno, quella delle Forze dell’ordine e’ stata una provocazione inaccettabile a cui la piazza ha risposto, per reazione, con le barricate prima e con il lancio di bottiglie poi”.  Non e’ possibile che gli studenti “siano sempre visti come un problema di ordine pubblico. Siamo oltre 100.000 e siamo una ricchezza per questa citta’, non e’ possibile che gli studenti vadano bene solo quando sono dentro le facolta’ e nei supermercati”, continua il Cua, protestando contro “gli allarmi strumentali sollevati dai comitati di destra”.

Sulla vicenda, dopo le pesanti affermazioni del sindaco Virginio Merola, interviene anche il questore Vincenzo Stingone: “Le violazioni, anche se piccole, non devono esserci, che si tratti di non pagare il biglietto sul bus o di portare le casse in piazza”, perchè “anche piccole illegalita’, alla lunga, alimentano illegalita’ maggiori. Se uno continua a pensare che sia un diritto, non ci puo’ che essere un escalation”.

Parole, quelle del questore, che preannunciano il rapido arrivo di denunce per i manifestanti che ieri sera hanno respinto la provocazione delle forze dell’ordine. “Vedremo tutti i filmati e come sempre ci faremo guidare dal faro della legge”, annuncia con enfasi Stingone. Si prevedono denunce per resistenza a pubblico ufficiale e lancio pericoloso di oggetti.

Alla voce della Questura si aggiunge quella della Procura. “Alcune decine di persone non possono tenere in ostaggio l’intera zona universitaria”, afferma il procuratore aggiunto Valter Giovannini, delegato ai rapporti con la stampa. Con l’occasione, Giovannini ne approfitta anche per criticare il presidio che alcuni giorni fa si è svolto durante il processo al poliziotto che nel 2011 fece saltare quattro denti ad una studentessa, condannato a 16 mesi più risarcimento. “I processi non si fanno in piazza, e’ regola elementare della democrazia” e “la solidarieta’ e’ una cosa ben diversa dalla gazzarra organizzata”.

Da segnalare, infine, la decisione del collettivo Làbas che per il 28 maggio alle 18 aveva in programma un’iniziativa per discutere di grandi opere e lotte terrioriali: “Dopo i gravi fatti di ieri ci è sembrato doveroso cambiare luogo all’incontro spostandolo in piazza Verdi”, spiega il collettivo, che originariamente aveva intenzione di svolgere l’incontro nella ex caserma Masini occupata.

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