Attualità

Parigi / “Contro la guerra e lo stato d’urgenza è necessario manifestare”

Sfidando il divieto imposto dalle autorità francesi, un migliaio di parigini sono scesi in piazza in sostegno ai rifugiati chiedendo l’apertura delle frontiere. Cinquantotto identificati e altri convocati per essere interrogati dalla polizia.

26 Novembre 2015 - 17:12
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Foto da Récit d’une manifestation sous état d’urgence, Paris-luttes

Da quando in Francia è scattato lo stato d’urgenza, in seguito alle stragi del 13 novembre a Parigi, tutte le manifestazioni di piazza sono state vietate.

Nonostante il blocco imposto dalle autorità, domenica 22 novembre un gruppo di manifestanti ha deciso comunque di darsi appuntamento in piazza della Bastiglia per una manifestazione a sostegno dei migranti. Secondo gli organizzatori, solidarizzare con i rifugiati dopo le stragi marchiate Daesh voleva essere una risposta agli attentati.

Come è riportato dal sito Paris-Luttes, quando all’appuntamento si sono presentate un migliaio di persone, ad attenderle c’erano i cordoni della polizia schiarata in assetto anti sommossa pronta a impedire al corteo di avanzare lungo il percorso stabilito.

Mentre i manifestanti urlavano slogan come  “d’état d’urgence, état policier, vous ne nous empêcherez pas de manifester !”(con lo stato d’urgenza e lo stato di polizia, voi non ci impedirete di manifestare), dopo un paio di momenti di contatto, tirando fuori i manganelli, la polizia ha aggredito i militanti puntando dello spray al peperoncino sui loro volti.

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Foto da Récit d’une manifestation sous état d’urgence, Paris-luttes

Solo dopo la provocazione, il corteo è riuscito a muoversi da piazza della Bastiglia, ma lungo il tragitto i flics (poliziotti) hanno comunque continuato ad inseguire i manifestanti tentando di disperderli tra le strade di Parigi.

A fine giornata, una volta raggiunta place de la République, queste le parole di uno dei partecipanti all’iniziativa:  “Oggi abbiamo potuto manifestare nonostante lo stato d’urgenza, nonostante la determinazione della polizia e del governo di voler approfittare di questo stato eccezionale per soffocare le proteste ed impedire con la forza qualsiasi evento”.

Il giorno successivo, lunedì 23 novembre, la prefettura di Parigi ha annunciato di aver identificato 58 persone accusandole di aver partecipato a una manifestazione svoltasi sotto stato d’urgenza. Tra questi, ci sono molti rappresentanti delle associazioni che lavorano a favore dei rifugiati e dei senza tetto.

Inoltre, con la stessa contestazione di reato, molti militanti hanno ricevuto per posta un avviso di “audition libre”: una misura che permette agli inquirenti di interrogare una chi è sospettato di aver commesso o tentato di commettere un reato.

Secondo quanto si legge nei comunicati del movimento francese, “tutto questo ha un solo obiettivo: ostacolare la mobilitazione prevista in occasione del COP21 e le manifestazioni di sostegno ai migranti a cui i governi europei stanno consegnando una guerra”.