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Opinioni / “Io vado e non evado. Appunto”

Una signora sale sul bus dalla porta d’uscita e scatta la multa. Ma verso l’addetto di Tper “nessun consenso oggi, non c’è verso. Dev’essere per la pioggia battente. Solo indignazione”. Riceviamo e pubblichiamo.

02 Dicembre 2012 - 14:31

Certo, è giusto. Non si sale da dove si scende, né si scende da dove si sale. Piove però e l’autobus è in ritardo, come sempre. Appena si aprono le porte una signora si fionda dentro da quella d’uscita per ripararsi, finalmente. La più vicina, nient’altro. Infatti non è maleducata, no. E paga, in silenzio. L’addetto T-per le ha puntato subito contro il blocco delle contravvenzioni e le ha intimato: sette euro. A voce alta. Suppongo per cercare consensi tra i passeggeri, ché dall’uscita non si sale, son tutti d’accordo. Ma nessun consenso oggi, non c’è verso. Dev’essere per la pioggia battente. Solo indignazione, se pure in contravvenzione. Forse sta arrivando finalmente, l’indignazione. Perché non si può, non si può più. Sette euro sono state un’ora di lavoro per quella signora, sono certa. Forse anche un’ora delle mie, se avessi un contratto. O forse non c’entra la pioggia. Dev’essere questo slogan mal accordato di buone maniere. Io vado e non evado. Appunto. E’ di pochi giorni la notizia che ATC, ora T-per, ha evaso, solo per il 2008, circa un milione di euro. Sto cercando di ricordare se quell’anno sia stato particolarmente piovoso…

Vita Marinelli