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Opinioni / Fallito il golpe, la Turchia rischia la deriva autoritaria

Proponiamo un commento di Alberto Tetta: “Sventato il colpo di stato, si annunciano tempi molto duri. Gli spazi di ‪democrazia già ridotti al minimo rischiano di essere completamente cancellati”.

16 Luglio 2016 - 14:53

di Alberto Tetta

La videotelefonata di Erdogan durante il tentativo di golpe
La videotelefonata di Erdogan durante il tentativo di golpe

La ‪#‎turchia‬ e’ al bivio. cittadini e corpi sicurezza fedeli a Erdogan hanno sventato colpo di stato, ma ora c’è rischio di deriva ancora più autoritaria. Il ‪#‎golpe‬ tentato ieri notte da una parte minoritaria dell’esercito turco contro il presidente Recep Tayyip Erdogan è fallito e la Turchia sta lentamente tornando alla normalità, ma si annunciano tempi molto duri con la probabile accelerazione del processo che sta rendendo il paese sempre più autoritario. Gli spazi di ‪#‎democrazia‬ già ridotti al minimo rischiano di essere completamente cancellati.

– I fatti:
Ieri notte una parte minoritaria dell’esercito ha tentato il golpe bloccando arterie importanti a Istanbul e Ankara, bombardando il parlamento, cercando di occupare i media più importanti sia pro-governativi che di opposizione, attaccando il quartier generale dei servizi segreti ad Ankara e prendendo in ostaggio il capo di stato maggiore dell’esercito in carica, poi liberato. I golpisti in un comunicato fatto leggere alla televisione turca Trt hanno detto che sono intervenuti perché: sarebbe stato ridisegnata l’ideologia dei tutti gli organi dello stato, comprese le forze armate rendendoli incapaci di lavorare. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, in collegamento streaming dal cellulare ripreso dalle emittenti più importanti mentre cercava di atterrare a Istanbul, ha invitato immediatamente i cittadini turchi a scendere nelle piazze per difendere la democrazia. Migliaia di suoi sostenitori sono scesi in piazza e si sono buttati contro i tank dell’esercito, hanno difeso i canali televisivi e gli aeroporti e oggi sono di nuovo i piazza. Alcuni soldati semplici si sono arresi alla folla, altri sono stati letteralmente linciati. I golpisti hanno sparato sulla folla in diversi punti del Paese. Sono 161 i morti (ha detto alle 11.30 premier turco Yildirim in diretta) e 1440 i feriti, mentre per tutta la notte i muezzin delle moschee invitavano alla guerra santa e a scendere in strada per difendere il governo eletto. La risposta di massa dei cittadini turchi è il primo elemento che sventato il golpe.Tutte le forze politiche. Dai kemalisti del Partito repubblicano del popolo (Chp), alla coalizione tra sinistra e curdi del Partito democratico dei popoli (Hdp) e pure gli ultra nazionalisti del Partito di azione nazionalista (Mhp) si sono immediatamente schierati contro il golpe. La polizia, i corpi speciali delle forze di sicurezza e i servizi segreti (Mit) hanno combattuto sia per difendere le loro sedi attaccate dall’esercito sia per riprendere il controllo dei punti occupati dai golpisti e ne hanno arrestati 2639 e uccisi almeno 20. I militari responsabili del golpe saranno processati per alto tradimento. C’è chi ha parlato anche di pena di morte, il premier non ha escluso la possibilità, ma sembra orientato ad lasciare le cose come sono: in Turchia non c’è la pena di morte. Ha detto però che in parlamento si discuteranno “misure aggiuntive necessarie” oggi in una seduta straordinaria. Il premier Yildirim ha proclamato il 15 luglio festa della democrazia, detto, con a fianco capo di stato maggiore dell’esercito liberato, che il paese è tornato alla normalità e invitato questa sera tutti i cittadini a scendere in piazza per festeggiare golpe fallito.

– I responsabili:
Il premier e Erdogan hanno puntato con decisione il dito contro l’ex sostenitore Fethullah Gulen. Il potente predicatore musulmano che dagli Stati Uniti, dal 2013, cerca di rovesciare Erdogan. E’ possibile. Gulen ha negato e condannato il golpe nella notte, ma è possibile che sia una smentita strategica a golpe fallito. Altre ipotesi è che si tratti di corpi vicini agli ultra nazionalisti e di tradizione kemalista più radicale (Vatan Partisi o simili), ma è presto per capirlo. Lo sapremo nelle prossime ore guardando ai nomi e con il proseguimento delle indagini.

– Analisi:
Dopo lo scandalo corruzione del 2013 e le proteste per la difesa del parco Gezi dello stesso anno il governo ha approvato misure sempre più restrittive delle libertà, attaccato la stampa d’opposizione e qualsiasi voce di dissenso. Il tentativo di golpe potrebbe ora rappresentare, per Erdogan, un’accelerazione di questo processo. Si rischia che in nome della lotta ai terroristi i pochi spazi di libertà rimasti in Turchia si chiudano. Oppure questo passaggio può rappresentare un’occasione per uscire con maggiore democrazia da questa crisi invertendo il processo in corso che sta facendo della Turchia un paese sempre più autoritario. Questo dipende soprattutto dalla reazione della società turca, dalle opinioni pubbliche mondiali e governi e istituzioni internazionali. Unione Europea in primis.