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Oltre mille firme per Xm24 a Merola,
che risponde: ”Il tempo sta finendo”

In poco tempo ha raccolto moltissime adesioni la lettera aperta indirizzata al sindaco da un residente di via Fioravanti contro lo sgombero del centro sociale. “Ci sono molte attestazioni di affetto verso Xm24”, ammette Merola, ma “confermo la mia volontà che l’amministrazione comunale rientri in possesso dello stabile”.

06 Luglio 2019 - 18:19

Sono bastate poche ore perchè la lettera contro lo sgombero dell’Xm24, diffusa ieri da un residente di via Fioravanti sotto forma di petizione rivolta al sindaco Virginio Merola, superasse le mille firme: circa 1.200 nel momento in cui esce questo articolo. “Mi chiamo Stefano Leonardi, sono un pensionato di 64 anni- è l’incipit della lettera- e sono nato in via Fioravanti, al n. 7, dove tuttora abita mio padre, Antonio, di 99 anni . Apprendo, con molta tristezza e senza comprenderne le motivazioni, che Lei e le sua giunta avete deciso di sgomberare il centro sociale Xm24. L’unica esperienza, in questi anni, che ha ridato corpo e sapore a un quartiere inevitabilmente destinato alla scomparsa del suo patrimonio di storia, di resistenza e di cultura proletaria. Quando ero piccolino il mercato ortofrutticolo rappresentava un punto di riferimento, di aggregazione e di vita. Si vedevano arrivare alla mattina presto i ‘fruttaroli’ con i carretti con i cavalli per comperare la frutta e la verdura che poi avrebbero rivenduto nelle loro botteghe, arrivavano anche dalla provincia. La sera prima erano arrivati i camion con la frutta dalla Sicilia, dalla Calabria, dalla Puglia, dalla Campania. Sotto casa mia, proprio di fronte a quella che è adesso Liber Paradisus, c’era il bar Bruno, dove si trovavano tanti abitanti della zona. Operai (molti di loro erano ex Partigiani), gente del quartiere, i camionisti che venivano dal sud ed anche noi bambini – c’erano i gelati sfusi Sammontana… (un cono da 10 lire…). Dove c’è adesso il palazzo ex Telecom – sciaguratamente sgomberato anch’esso nonostante avesse espresso un’esperienza estremamente positiva- c’era la fabbrica dell’Acma, una fabbrica di macchine automatiche i cui operai erano modello ed esempio per noi bambini. Posso dire che sono diventato Comunista grazie a loro. Dopo tutto non era passato poi molto tempo dalla fine della guerra, e la maggioranza degli operai delle fabbriche bolognesi era comunista, molti operai venivano da esperienza partigiana e di Resistenza. All’angolo di via Fioravanti con via Gobetti c’era un deposito dove un signore raccoglieva carta e cartone. Un chilo di carta o cartone lo pagava 5 lire. Così, siccome eravamo tanti bambini e tutti poveri, nei pomeriggi d’estate ci organizzavamo e andavamo a raccogliere ovunque nel quartiere carta e cartone. In un pomeriggio riuscivamo a raccoglierne anche 20 o 30 chili. Con i soldini che ricavavamo, più o meno 150 lire, andavamo al mercato ortofrutticolo e compravamo un’anguria che mangiavamo, con gioia e soddisfazione, spesso nel capannotto del maniscalco (sì, perché dentro il mercato c’era il maniscalco, che ferrava i cavalli che trainavano i carretti che venivano a prendere la frutta). Tempus fugit… All’angolo di via Fioravanti con via Carracci c’è ancora quel grande palazzo bianco, il palazzo della Banca, così era chiamato. Ci abitavano i dipendenti di una banca, non ricordo quale. Il problema era che i cortili erano in comune. Noi di via Fioravanti e quelli di via Carracci eravamo tutti poveri mentre quelli della “banca” erano sicuramente più ricchi di noi. Ma quando si è bambini queste cose non hanno nessuna importanza e di fatto noi giocavamo tutti assieme senza nessun problema. Solo dopo un po’ di tempo venimmo a sapere dai ragazzini “figli di quelli della banca” che i loro genitori gli avevano detto di non giocare più con noi perché noi eravamo gli ‘zingari'”.

Continua la lettera: “Mi scusi, Signor Sindaco, per queste riflessioni e ricordi estemporanei, ma con quale motivazione lei intende sgomberare l’unica esperienza degli ultimi 30 anni in Bolognina che si ricollega perfettamente allo spirito di fratellanza, libertà e solidarietà che questo quartiere rappresenta? L’Xm24 si basa su questi principi. Quando ho iniziato a frequentarlo ne ho apprezzato lo spirito – che mi ricordava proprio quello che vivevo io da bambino – e l’idea che lo guida. Accoglienza, fraternità, solidarietà. I ragazzi di CampiAperti con i loro prodotti, la Signora di Reggio che cucina divinamente, potersi bere una birra facendo conoscenze e incontri culturalmente produttivi e tanto altro. Perché porre fine alla continuazione di una storia che è solo positiva, ricca e stimolante? Per far contento Mazzanti? Per interessi ‘altri’? La prego di cuore, non si renda complice di un omicidio culturale come la chiusura di Xm24. Non alimenterebbe altro che odio e rancore nei suoi confronti. A partire da me”.

Il sindaco, forse vista la rapida e ampia diffusione della petizione, ha risposto al residente: “Caro Signor Leonardi, ho letto con attenzione la sua lettera e senza girare troppo attorno alle parole le confermo la mia volontà che l’Amministrazione Comunale rientri in possesso dello stabile occupato in questo momento da Xm24. Vorrei partire da qui per mettere un punto fisso e per ribadire che, vista la scadenza della convenzione due anni fa, non c’è stata da parte mia nessuna volontà di attuare uno sgombero violento. Anzi, si può dire che l’unico immobile che non è stato sgomberato in questi anni è proprio quello perché di proprietà del Comune. Ora però il tempo sta finendo perché abbiamo in progetto di realizzare lì un cohousing nell’ambito di un massiccio piano di costruzione di alloggi pubblici in quell’area dove, lo sa sicuramente meglio di me, l’edilizia privata ha incontrato tante difficoltà che come Comune abbiamo provato a arginare anticipando il privato per ultimare almeno gli interventi pubblici. E’ vero, ci sono molte attestazioni di affetto verso Xm24, come la sua. Ci sono altrettante richieste di residenti di chiudere quel posto, alcune fatte col becero tono della destra, altre di semplici cittadini che non amano il centro sociale forse perché ciò che è così diverso può anche fare paura. Un’amministrazione comunale si assume la responsabilità di alcune scelte ben sapendo che non incontreranno il favore generale. Non è semplice il dialogo con Xm24 che ha sempre rifiutato di darsi un’identità giuridica. Lo dico alla luce di esperienze che io stesso ho fatto, ad esempio gestendo da assessore all’Urbanistica il trasferimento di altri centri sociali che adesso non sono certo meno radicali perché convenzionati con il Comune. Con Xm24 un dialogo è stato fatto, dire il contrario è una bugia. Ma, a dialogare, pur nelle reciproche differenze bisogna sempre essere in due. Con chiarezza, Virginio Merola”.