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Occupata sala studio, “ce ne andremo quando riaprirà il 36” [audio]

Gli studenti a Zeroincondotta: “Inaccettabile dovere aspettare ancora un mese”. E l’undici marzo, quarantennale dell’omicidio di Francesco Lorusso, “sarà un appuntamento di lotta”. Riesame conferma domiciliari a Sara, obbligo di dimora per Orlando.

06 Marzo 2017 - 20:02

Uno spazio di garanzia, dove aspettare che l’Ateneo si decida a riaprire la biblioteca di Discipline umanistiche e, sia ben chiaro, “senza tornelli“. E’ con un’occupazione nella Scuola di Giurisprudenza, in via Zamboni 22, che prosegue la mobilitazione nata con l’imposizione dei filtri all’accesso del ’36’. “Abbiamo riaperto uno dei tanti spazi che l’Alma Mater tiene vuoti e inutilizzati – ha spiegato uno studente a Zeroincondotta – uno spazio di garanzia perché riteniamo inaccettabile che il rettore abbia deciso di riaprire tra un mese la biblioteca di via Zamboni 36. Inaccettabile non solo per il problema dei posti studio disponibili, per cui vediamo di buon occhio che oggi l’università abbia aperto una sala in via Belmeloro. Per noi la valenza di questa occupazione è politica, sarà anche luogo di incontro per le tante anime di questa mobilitazione. Chiediamo che il rettore si confronti con noi, crediamo che a riaprire il 36 serva molto meno tempo, di qui non ce ne andremo fintanto che il 36 resterà chiuso. L’11 marzo diventerà un appuntamento di lotta non soltanto per ricordare Francesco Lorusso”.

Così si legge sulla pagina Facebook ‘Quelli del 36’: “Un mese e mezzo senza 36. Un mese e mezzo senza una biblioteca, uno spazio vitale per centinaia di studentesse e studenti. Chiuso a causa dei danni causati dall’irruzione della celere dello scorso 9 febbraio. Al centro di una battaglia che da una parte ha visto una mobilitazione di migliaia di studenti, dall’altra il rettore, la questura e il sindaco in totale ostilità rispetto alle nostre giuste richieste. Dopo l’imposizione dei tornelli all’ingresso, una vera e propria barriera, che insieme snaturava e chiudeva quel luogo da sempre attraversato e ricco di confronto, apriamo un nuovo spazio all’interno della zona universitaria. Uno spazio di garanzia, in attesa e con la pretesa che il 36 riapra senza tornelli. Come è sempre stato. Una sala studio, dove tutti e tutte, senza badge, potranno entrare dalle 9 alle 24. Come il 36 che vorremmo. Uno spazio in cui ricreare la socialità e lo studio che da sempre fanno vivere la biblioteca di discipline umanistiche”.

La posizione degli studenti è netta: “Che l’università accolga le richieste delle studentesse e degli studenti. A partire da qui chiediamo l’immediata apertura di un piano di contrattazione che porti all’immediata riapertura del 36 senza tornelli, così come centinaia di studenti pretendono da settimane. Non ce ne andremo fin tanto che il 36 non sarà di nuovo accessibile a tutti, fino ad allora saremo qua, ogni giorno a studiare assieme”.

Intanto oggi il Riesame si è pronunciato su i due ragazzi arrestati il 10 febbraio. A quanto si apprende i giudici hanno confermato gli arresti domiciliari per Sara, mentre Orlando avrà obbligo di dimora nella città romagnola di residenza. Il processo a carico dei due inizierà giovedì.

> Un occupante della sala studio nell’audio raccolto dall’inviato di Zeroincondotta: