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::: Notizie brevi :::

In città Primo maggio nazionale Cgil-Cisl-Uil; Usb: “Partito del Pil”. Sindacato contro confederali anche sull’autonomia scolastica. Oggi sciopero con presidio in Prefettura | Sgb protesta in Comune sulla Fiera e vince “battaglia” su ferie educatori | Libro osteggiato della Lega: replicano autori | Ex Ogr, “sradicati monumenti in memoria lavoratori”.

12 Aprile 2019 - 18:40

Quest’anno la manifestazione nazionale di Cgil, Cisl e Uil per il Primo maggio sarà a Bologna. All’annuncio, segue la presa di posizione dell’Usb: “Esiste una alternativa a Bologna alla piazza organizzata da Cgil Cisl Uil ed è quella del sindacato Usb: il primo maggio lanciato dai sindacati collaborazionisti è una iniziativa strumentale in vista delle prossime elezioni europee. Accostare i temi del lavoro, dei diritti e dello stato sociale alla difesa dell’Unione Europea è una assurdità politica e storica, quando tutti sappiamo che sono appunto le politiche europee a vincolare ogni possibile strategia di difesa e riconquista di questi stessi diritti. Cgil Cisl Uil confermano così la vocazione a farsi promotrici di un ‘partito del Pil’ orientato a sostenere gli interessi della stessa Confindustria, criticando l’attuale Governo da posizioni liberiste piuttosto che da posizioni popolari che mettano al centro uno sviluppo fondato sull’occupazione, la tutela ambientale e il diritto al reddito e ai servizi pubblici. Temi sui quali la Usb ha lanciato un calendario di scioperi e di iniziative con la parola d’ordine ‘contro il Governo delle briciole, delle disuguaglianze e del razzismo’. Per questo, il primo maggio, la Usb organizzerà la propria piazza sui veri temi e sui veri interessi delle lavoratrici e dei lavoratori del nostro paese, dando appuntamento a tutte e tutti in Piazza dell’Unità dove si svolgeranno dibattiti e concerti con la partecipazione di varie realtà del territorio, il programma dettagliato sarà pubblicato nei prossimi giorni”.

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L’Usb va all’attacco di Cgil, Cisl e Uil anche per la “doppia faccia” mostrata sul tema dell’autonomia regionale e le conseguenze sul sistema scolastico. È “poco credibile che oggi stiano sulle barricate contro la regionalizzazione dell’istruzione mentre le stesse segreterie regionali di Cgil, Cisl e Uil hanno ‘scritto e sottoscritto’ le richieste sull’autonomia differenziata avanzate al Governo dall’attuale amministrazione regionale”. L’avvallo a questo tipo di riforme “non è recente vista la piena condivisione da parte di questi sindacati della riforma sull’autonomia scolastica. Lo dimostra l’invito alle loro assemblee di personaggi come l’ex Ministro Luigi Berlinguer, fautore del concorsaccio, della legge sulla parità scolastica che ha rimpinguato le casse delle scuole private, della riforma del Titolo V della Costituzione nonché della riforma sull’autonomia scolastica. Andare a braccetto o scioperare con queste organizzazioni sindacali, complici e doppiogiochiste, è per noi impensabile e scorretto verso le stesse lavoratrici e lavoratori della scuola. Usb ha indetto uno sciopero nazionale, nella scuola e negli altri comparti del Pubblico Impiego, il 10 maggio 2019 all’interno di un percorso coerente, con l’obiettivo di costruire mobilitazione e reale opposizione all’autonomia differenziata, cosiddetta regionalizzazione”.

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Ancora l’Usb oggi ha manifestato davanti alla Prefettura in concomitanza con lo sciopero nazionale proclamato per i lavoratori dell’industria, commercio e logistica dopo che, nei giorni scorsi, la Commissione di garanzia aveva stoppato lo sciopero per tutti i settori. Una delegazione Usb ha ottenuto un incontro in Prefettura e in quella sede “ha rappresentato l’inaccettabilità di questi provvedimenti antisciopero, ma anche le ragioni e la piattaforma del vietato sciopero generale: dalla mancata abolizione della Fornero e del Jobs Act, alla necessità di nuove politiche occupazionali e industriali, il rilancio del welfare e dei servizi pubblici, fino alla questione degli appalti e del reddito di cittadinanza”.

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Protesta silenziosa dei lavoratori della Fiera guidati da Sgb, stamattina, durante il Consiglio comunale. I manifestanti, in rappresentanza dei sette precari che hanno presentato la recente diffida nei confronti di via Michelino, hanno esposto alcuni cartelli e uno striscione contro le mancate stabilizzazioni e la rottura del tavolo di trattativa.

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Sempre l’Sgb interviene poi sugli educatori delle coop Quadrifoglio e Pianeta azzurro: “Accordo Fis e ferie garantite! Abbiamo vinto un’altra battaglia!”, scrive il sindacato, segnalando “un nuovo accordo che prevede, per l’estate, la richiesta di Fis (Fondo integrazione salariale) e la possibilità finalmente di fare un piano ferie. La lotta che i lavoratori di Sgb in solitaria ha portato avanti dallo scorso anno ha portato i suoi frutti”.

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“Ben vengano le critiche nel merito, ma non intendiamo piegarci a velate minacce, a intimidazione di colleghi e alla loro libertà di insegnamento. Se lo facessimo metteremmo in discussione non la nostra libertà, ma quella della ricerca e delle scienze, tutelate dalla Carta”. Lo dichiarano gli autori del libro “La Lega di Salvini. Estrema destra di governo”, preso di mira dal Carroccio perchè presente tra i testi consigliati per un esame a Scienze politiche. Gianluca Passarelli e Dario Tuorto aggiungono: “Qualcuno ci ha ricordato che, in quanto docenti universitari e dipendenti pubblici, dovremmo essere leali allo Stato, confondendolo mestamente con il Governo”.

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I monumenti che all’interno dell’ex Ogr ricordano gli operai caduti per la Liberazione e quelli morti sul lavoro, in particolare per le conseguenze dell’esposizione all’amianto, sono stati “sradicati e portati via, forse nottetempo, di sicuro all’insaputa di tutti”. Lo riferisce l’ex operaio Salvatore Fais, memoria storica dello stabilimento di via Casarini. Dopo la chiusura dell’ex Ogr, l’anno scorso, “si era capito che l’azienda voleva cancellare questi simboli storici”, continua Fais, spiegando che i monumenti sono finiti in via del Lazzaretto, nello stesso comparto dov’e’ stata trasferita la produzione dopo la chiusura di via Casarini. Ma quei simboli “devono restare lì dove i fatti sono accaduti”, sottolinea l’ex lavoratore.