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::: Notizie brevi :::

Due attivisti di Hobo indagati per la vernice sulle statue per Umberto I | Sempre il collettivo denuncia incontro sui fasci di combattimento in Via Lame | Nervosismo Lega per Mediterranea, nel mirino Làbas e Regione | Riders Union: “Da piattaforme dumping salariale estremo”.

22 Marzo 2019 - 17:08

Dopo il lancio di vernice rossa all’indirizzo delle statue e della targa intitolate a Umberto I in piazza Maggiore, segnalato la mattina dell’11 marzo scorso da Hobo sul proprio profilo Facebook, a quanto si apprende oggi due attivisti del collettivo sono stati denunciati dalla Questura per danneggiamento aggravato, in riferimento all’episodio. L’identificazione sarebbe avvenuta attraverso le immagini delle telecamere del Comune e di altre private, installate lungo il percorso che i due avrebbero fatto per raggiungere Palazzo D’Accursio. Il Comune ha annunciato che si costituirà parte civile nel processo contro i due denunciati, per ottenere una somma che si aggirerebbe attorno ai 5.000 euro: in tanto sarebbe stato quantificato il danno.

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“Ci giunge notizia che venerdì 22 marzo (oggi, ndr), presso il Simpò a Bologna”, in via Lame, “è previsto lo svolgimento di un incontro dal titolo ‘Riflessione a cento anni dalla fondazione dei fasci di combattimento’. L’incontro, viene promosso dal ‘circolo culturale’ l’Italiano, fumosa sigla la cui esistenza è rappresentata unicamente da un serratissimo gruppo Facebook”. Lo scrive Hobo, riferendo della collaborazione di Fratelli d’Italia e del circolo Terra dei Padri di Modena. “È proprio l’idea della storia pacificata – ammonisce il collettivo – che negli ultimi anni ha permesso che ai fascisti fossero concessi tanti, troppi spazi. Sappiamo bene invece che la storia e la memoria sono campi di battaglia. E’ necessario strappare la trasmissione del passato al conformismo che vorrebbe soggiogarla e renderla inoffensiva. Conosciamo bene il nostro passato ed è proprio in virtù di questo che continueremo ad opporci alla presenza fascista, utilizzando anche la storia come arma per dare forza a chi lotta contro il presente”.

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Alla Lega non paiono proprio essere andati giù il salvataggio di 49 migranti da parte di Mediterranea e il loro sbarco a Lampedusa. Ieri la sottosegretaria alla Cultura Lucia Borgonzoni se la è presa con Làbas, accusando in un post in rete di dare “messaggi diseducativi che invitano a non rispettare le leggi dello Stato” e allegando la foto di uno striscione in via Bolognetti: “Free Mare Jonio. Quando la legge produce morti, disobbedire e’ un dovere”. In Regione, invece, il carroccio ha annunciato che in question time solleciterà la Giunta a dismettere le partecipazioni in Banca Etica, rea nientemeno che di aver concesso il prestito necessario all’acquisto dell’imbarcazione, e di valutare una richiesta di risarcimento.

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Riders Union in una nota torna a esprimere soddisfazione per la firma di Domino’s Pizza alla Carta dei diritti del lavoro digitale, ma ammonisce: “La Carta dei diritti di Bologna è, ad oggi, l’unico strumento concreto ottenuto sul piano della contrattazione dalle tante lotte che abbiamo messo in campo. Strumento, come sempre abbiamo detto, che per noi rappresenta solo un primo passo”. “È vergognoso – continuano i ciclofattorini – l’atteggiamento delle piattaforme di rifiuto nel riconoscere i nostri diritti basilari e del Governo che non ha presentato l’emendamento promesso per estendere le tutele a noi riders. Senza un intervento legislativo che regolamenti il settore, infatti, è in atto un dumping salariale estremo da parte delle aziende: riduzione delle ore lavorative, cottimo assoluto, abbassamento delle paghe”.