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Exctintion Rebellion: “Rilanciamo lo sciopero della fame sotto forma di staffetta” | Fgc contesta numero chiuso a professioni sanitarie | Laboratorio di salute popolare: “Nasce collaborazione con Cucine popolari”.

08 Settembre 2020 - 18:56

“Immaginavamo che questo secondo sciopero sarebbe stato più duro, che i nostri amministratori non ci avrebbero degnato di attenzione, ma mai ci saremmo immaginati che dopo sei giorni di sciopero della fame, nemmeno un consigliere di maggioranza sarebbe venuto a parlare con Daniele. Così Extinction Rebellion, che spiega che l’assessore Orioli, ieri, “ha proposto un incontro a porte chiuse con Daniele e massimo un* altr* accompagnator* alle 15 del 10 settembre, quando Daniele sarà a dieci giorni di digiuno. Abbiamo risposto declinando l’invito a porte chiuse e invitando in piazza l’assessore durante le ore di presidio, il prima possibile. Le risposte – sottolinea il collettivo – devono essere urgenti. Ci sembra poco corretto invitare Daniele, che è provato, in un incontro a porte chiuse, quando la richiesta è pubblica”. Aggiunge Xr: “Abbiamo rilanciato lo sciopero sotto forma di staffetta, aperta a chiunque e non ci fermeremo #finoalladelibera di Giunta”.

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Nuova contestazione del numero chiuso, all’ingresso dei test per professioni sanitarie. Secondo il Fronte della gioventù comunista la pandemia ha “mostrato le conseguenze disastrose dei tagli e della privatizzazione nella sanità. Durante l’emergenza la mancanza di personale ha costretto i medici a sforzi incredibili in reparti al collasso. Nonostante questo la selezione con i test di ingresso per medicina e professioni sanitarie non viene messa in discussione – prosegue il collettivo – il numero chiuso serve per tagliare sulla sanità per proseguire con una gestione improntata al profitto che consente alle cliniche private di lucrare sul diritto alla salute. Diciamo basta al numero chiuso, che sbarra la strada a migliaia di studenti delle classi popolari, impedendo l’accesso ai più alti gradi di istruzione. Questa si chiama selezione di classe e non ha niente a che vedere con la meritocrazia. Per questo va eliminato se si vuole davvero salvare il SSN e garantire il diritto alla salute a tutti”.

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“Fare salute e politica dal basso significa, innanzitutto, riuscire ad intercettare i bisogni di chi attraversa gli spazi della nostra città e, allo stesso tempo, creare reti virtuose con tutte le altre realtà del territorio impegnate su questo fronte”, scrive il Laboratorio di salute popolare, spiegando come le attività avviate durante la pandemia abbiano messo gli attivisti “davanti a un quadro di profonde vulnerabilità troppo spesso trascurate dalle istituzioni”. Da quelle esperienze “nasce in queste settimane la collaborazione con le Cucine Popolari. Ad accomunarci e unirci c’è la volontà di non limitarsi a garantire ‘solo’ un pasto e/o un supporto socio-sanitario, ma creare percorsi e prese in carico a più ampio respiro, fondate sull’autodeterminazione individuale e sul riconoscimento e soddisfacimento dei propri bisogni”. L’appuntamento è “ogni mercoledì alla mensa di via Battiferro per co-costruire insieme un sistema sociale che sia davvero equo, inclusivo e accessibile a tutte e tutti”.