Acabnews Bologna

::: Notizie brevi :::

Covid e residenze anziani, comitati ottengono l’apertura di un tavolo permanente | Decine di indagati per la rivolta di marzo alla Dozza, la Rete anticarceraria: “Chi ha lottato per libertà e salute non può essere dimenticato” | Usb in campo per un rientro “in sicurezza” dei lavoratori in Gd e nella vertenza Arca di Noè.

10 Luglio 2020 - 20:17

Nuovo presidio, oggi pomeriggio, della Rete regionale verità e giustizia nata per sostenere le ragioni di operatori e familiari dei pazienti deceduti per Covid-19 nelle residenze per anziani dell’Emilia-Romagna. Il sit-in si è tenuto in viale Aldo Moro nel corso di un incontro che i rappresentanti della Rete hanno avuto con l’assessore regionale alla Sanità Raffaele Donini e con la vicepresidente Elly Schlein. Operatori e familiari hanno ribadito la richiesta di un “tavolo permanente” per fare luce sulle decine di morti conteggiate nelle strutture per anziani. L’insistenza dei comitati che fanno parte della Rete insieme a Usb ha ottenuto un impegno da parte della Regione, che ha comunicato l’intenzione di aprire un tavolo “non solo per comprendere al meglio quelle che sono state le applicazioni delle linee guida regionali nell’epoca più acuta della pandemia- ha dichiarato Donini- ma per progettare il futuro del socioassistenziale, con pilastri solidi che guardino a una maggiore consistenza della parte sanitaria e che diano un certo valore non solo alla qualità dei servizi ma anche a quella del personale”. Intanto i comitati stanno anche valutando di aprire una class action.

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“I media ufficiali continuano a raccontare le rivolte come momenti di follia, barbarie. Quello che ci è chiaro qui fuori è che quei momenti vanno letti al di là dell’ottica emergenziale, poiché rappresentano l’esplosione di una rabbia più profonda, radicata nella violenza legalizzata e nell’orrore quotidiano che è costretto a vivere sulla sua pelle ogni giorno chi è reclusx in carcere. Sosteniamolx! Chi ha lottato per la libertà e per la salute propria e degli altri non può essere punito, non può essere dimenticato”. Così la Rete bolognese di iniziativa anticarceraria commenta le notizie stampa secondo cui sono decine i detenuti della Dozza indagati per la rivolta scoppiata a marzo in piena emergenza coronavirus.

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Dopo il lockdown, scrive Usb in riferimento alla situazione in Gd: “Bene ricercare un percorso di rientro in azienda, questo però non deve avvenire a scapito di salute, sicurezza ed in mancanza di un sistema di sostegno vero alle famiglie”. Aggiunge Usb: “Lo strumento del ‘lavoro da remoto’, così apprezzato dai lavoratori, è spesso ‘l’unica scelta possibile’ e riteniamo che anche qui prima di lanciarsi in ‘dichiarazioni d’amore’ bisogna capire quali sono gli effetti reali sul lavoro delle persone ‘remotizzate’ e come questo strumento impatti proprio nel rapporto lavoro/vita privata. Bisogna sicuramente evitare di farsi trasportare dall’onda emozionale del momento”. Il sindaca vuole affrontare una discussione in questi termini, garantendo alle lavoratrici e ai lavoratori un rientro in piena sicurezza e nella garanzia di poter rispondere ad esigenze che vanno al di fuori dei cancelli della propria azienda”. Su questi temi “sarà necessario aprire a breve un confronto con l’azienda”. Sempre Usb, intanto, ieri ha partecipato al presidio sotto la sede della coop Arca di Noè: “Nessuna riorganizzazione dei servizi di integrazione per migranti senza il coinvolgimento delle organizzazioni dei lavoratori. Aprire i tavoli subito”.