Acabnews Bologna

::: Notizie brevi :::

Inchiesta sociale sullo sfitto del comitato Ex Mazzoni bene comune: progetto sull’area “inutile e devastante per ambiente” | Presidio alle biglietterie Tper | Manifestano lavoratori sala bingo a rischio trasferimento | Servizi educativi, Usb: “Nessuna chiarezza per tutela personale e bambini” | Dopo focolaio Bartolini, Sgb: “Sospendere attività dove ci sono contagi”.

29 Giugno 2020 - 17:54

Prende il via una “inchiesta sociale sugli appartamenti sfitti” nell’area dell’ex caserma Mazzoni, in zona Murri. Spiega il comitato Ex caserma Mazzoni bene comune: “Aiutateci a dimostrare che tagliare centinaia di alberi per far posto a sette nuovi palazzoni, 195 appartamenti e un centro commerciale non solo è devastante per l’ambiente, ma non serve a nulla! Segnalateci gli appartamenti sfitti che conoscete scrivendoci una mail oppure un messaggio privato alla nostra pagina Facebook: il comitato Ex caserma Mazzoni bene comune lavorerà ad un dossier che utilizzeremo per la nostra battaglia contro il progetto speculativo presentato da Cassa Depositi e Prestiti e Comune di Bologna”. Il comitato segnala anche che la prossima assemblea in programma si terrà venerdì 10 luglio alle 18 al parco Lunetta Gamberini, ingresso da via degli Orti. (foto di Gianluca Rizzello)

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Lavoratori e lavoratrici in appalto in presidio all’interno delle biglietterie Tper. “A solo due giorni dalla data dell’inizio della nuova gestione del servizio”; denuncia Usb, “l”azienda scelta da Tper, la Holacheck srl, rifiuta la contrattazione per definire le condizioni di lavoro nel passaggio di appalto. L’azienda con una comunicazione formale di questa mattina, chiude la porta ad ogni ipotesi di accordo a due giorni dalla scadenza”. Il sindacato si conferma “al fianco degli operatori che protestano per la modalità e il comportamento dell’azienda: abbiamo la definitiva conferma di tutte le denunce e delle ragioni che hanno spinto le lavoratrici e lavoratori dell’appalto delle biglietterie Tper a protestare contro questo sistema degradante di appalti”.

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Si è svolto oggi un presidio delle lavoratrici e dei lavoratori della sala bingo Regina, riferisce sempre Usb: “La sala è in procinto di chiudere e l’azienda intende trasferire i lavoratori in altre regioni, senza alternative, non tenendo conto che hanno una vita e in molti casi una famiglia, con partner che lavora e figli che vanno a scuola, qui a Bologna da anni! Col diritto al lavoro non si gioca!”.

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Anche l’Usb Pubblico impiego Emilia-Romagna boccia il progetto comunale di apertura dei servizi educativi estivi: non c’è “nessuna chiarezza” per la tutela del personale e dei bambini. Pur confermando la disponibilità del personale a collaborare, “in un periodo di crisi” come l’attuale, per “servizi che possano sostenere le famiglie e restituire la giusta socialità ai bambini durante in periodo estivo- scrive il sindacato- riteniamo che la progettazione” così rapida di un servizio “rivolto ai bambini dai 9 ai 36 mesi rischierebbe di non garantire a loro stessi, in primis, una situazione di benessere e di tutela”. Usb ribadisce poi “l’importanza del ruolo del personale coinvolto come parte attiva del processo e non semplice interlocutore di una decisione già presa” e reclama “un accordo che metta al centro la salute e la sicurezza di tutto il personale, dei bambini e delle loro famiglie e che riconosca, in linea con il Contratto nazionale, l’incentivo economico previsto in questo periodo”.

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Il focolaio di Covid-19 al magazzino Brt ha fatto emergere “le condizioni igienico-lavorative cui sono costretti i lavoratori” di un settore che “in pieno lockdown non ha registrato nessun calo lavorativo anzi, col crescere degli acquisti on-line, ha visto aumentare il lavoro e con esso i ritmi, contribuendo così ad esporre i lavoratori al rischio di contagio”. Lo scrive Sgb che, “nella convinzione che la tutela della salute dei lavoratori venga prima di qualsiasi altro interesse, rivendica: la sospensione delle attività in tutti quei siti in cui dovesse manifestarsi un focolaio; un’azione di prevenzione e di screening per tutti i lavoratori del settore; la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario. Riconoscimento di pause adeguate perché a queste temperature non è possibile lavorare indossando continuamente una mascherina”.