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::: Notizie brevi :::

Flash mob da finestre e balconi nell’anniversario dell’uccisione di Lorenzo “Orso” Orsetti | L’Usb ricorda Ermanno Lorenzoni | E ora per Zaky il rettore chiede all’Egitto la possibilità di farlo studiare a distanza | Al Pratello spunta un cancello ‘anti-degrado’.

19 Marzo 2020 - 19:56

Ieri era l’anniversario della morte di Lorenzo Orsetti, detto Orso, ucciso in Siria del nord combattendo con le forze di difesa del Rojava (Ypg) per fermare l’Isis. Molti collettivi e realtà di base bolognesi lo hanno ricordato in rete, affiancando a ciò la solidarietà per Eddi a cui due giorni fa è stata inflitta la sorveglianza speciale per due anni. Il Cua ha organizzato anche un flash mob, sfruttando la possibilità di comunicare da finestre e balconi delle case visto il divieto di ritrovarsi in piazza a causa del coronavirus. Così il collettivo ha lanciato e spiegato l’iniziativa: “Uniamoci tutt* in un flash mob collettivo per ricordare Tekoşer Piling, Orso, partigiano di Rifredi: affacciamoci dalle finestre e facciamo sentire il discorso di coraggio e di lotta che ci ha lasciato come testamento. Cantiamo assieme ‘Bella Ciao!’ ed esponiamo dai balconi dei fazzoletti rossi, gialli e verdi o un cartello che rievochi l’immensa generosità di Lorenzo!”.

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Ermanno Lorenzoni c’era sempre: alle manifestazioni, agli scioperi, alle assemblee. È paradossale che oggi nessuno possa dargli l’ultimo saluto e sia costretto ad un funerale in solitudine. Alla maggior parte delle persone che hanno fatto politica a Bologna negli ultimi decenni- scrive l’Usb– è sicuramente capitato di incontrarlo. Quante volte l’abbiamo visto in mezzo a noi, in occasione di qualche manifestazione. Con la sua figura alta e robusta, era difficile non notarlo. Anche chi non lo conosceva personalmente, lo vedeva spesso, coi volantini da diffondere, il giornale da vendere o la bandiera da portare, a qualche manifestazione organizzata delle organizzazioni politiche e sindacali in cui militava, come quelle per la difesa dei centri sociali, per i diritti dei migranti o per il sostegno alle lotte internazionali. Il suo lungo percorso politico è stato caratterizzato dall’impegno nelle lotte politiche e sindacali, e contemporaneamente dalla riflessione sulle esperienze politiche della sinistra. La sua attività lavorativa come ferroviere lo ha portato ad impegnarsi sulle questioni dei trasporti, sia nell’attività sindacale, sia in quella politica, anche contro l’alta velocità ferroviaria, in anni in cui, tranne che in Val di Susa, quasi nessuno si interessava alla questione”.

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Dalla richiesta di liberare Patrick Zaky si passa a quella di fare in modo che possa usufruire della teledidattica (attivata per l’emergenza coronavirus) e quindi studiare a distanza. A tirare fuori la proposta è il rettore Francesco Ubertini, che ha scritto all’ambasciatore dell’Egitto in Italia. “Sappiamo che Patrick ha espresso ripetutamente in queste settimane il desiderio di continuare i suoi studi: l’Università di Bologna è a disposizione per fare tutto il possibile affinchè questa sua volontà possa essere rispettata”, dice il rettore, limitandosi a toni decisamente prudenti, per usare un eufemismo: “La nostra speranza è che Patrick possa presto tornare a Bologna, ma durante un periodo così difficile e angosciante siamo sicuri che potrebbe essere per lui di grande aiuto anche avere la possibilita’ di seguire a distanza le nostre lezioni, che oggi sono tutte disponibili online”.

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Al Pratello spunta un cancello ‘anti-degrado’. Sarà collocato all’imbocco del vicolo che porta al carcere minorile “Pietro Siciliani”, cioè il tratto a fondo cieco di via De Marchi che parte dall’angolo di piazza San Francesco. Sarà proprio l’istituto penitenziario a installarlo, nell’ambito di un Patto di collaborazione con il Comune. “In accordo con il rappresentante dei condomini residenti nello stesso vicolo”, la direzione del carcere “ha proposto l’attuazione di interventi- ha spiegato l’amministrazione approvando l’accordo- volti alla tutela e riqualificazione dell’area interessata, da attuarsi mediante l’installazione di un dispositivo di limitazione degli accessi (cancello) con conseguente istituzione di un passo carrabile, finalizzato a preservare la zona da atti vandalici e contrari alla pubblica decenza nonche’ al fine di garantire ulteriormente le condizioni di sicurezza all’ingresso dell’istituto”.