Acabnews Bologna

::: Notizie brevi :::

Per la giornata “Sfratti zero” presidio dell’Unione Inquilini all’ex caserma Sani | Protesta contro i rapporti tra l’Università e l’Eni: “110 e lode in devastazione ambientale” | Da Bologna a Roma per la mobilitazione internazionale per l’ambiente | Da Crash un libro sul “campo di battaglia urbano”.

10 Ottobre 2019 - 18:43
“Anche quest’anno l’Unione Inquilini di Bologna, assieme ai compagni e alle compagne del Sindacato Generale di Base, ha partecipato alla giornata nazionale ‘Sfratti zero'”, segnala l’Unione Inquilini, che ha effettuato un presidio all’ex caserma Sani: “Abbiamo portato a conoscenza della cittadinanza del quartiere Navile le problematiche che tutti i giorni incontra chi, come noi, si rapporta con il problema strutturale del diritto all’abitare. Quest’anno abbiamo scelto la ex caserma Sani come simbolo della inconsistenza programmatica e politica che le amministrazioni statali pongono per la risoluzione del problema abitativo. Ettari di terreno, con fabbricato che poteva risolvere il problema abitativo di alcune famiglie, vengono messo all’asta per fare cassa, l’asta va deserta e il prezzo cala. Non c’è nessun progetto se non quello di svenderlo in buona parte al mercato privato o aprirci l’ennesimo supermercato di cui non se ne sente proprio la mancanza”.
 
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Un grande tazebao (“Eni morte nera”) all’ingresso del rettorato, altri sulle colonne di via Zamboni e poi uno striscione in piazza Verdi con scritto: “Unibo e Eni, 110 e lode in devastazione ambientale”. E’ la protesta inscenata oggi da un gruppo di studenti, riuniti sotto la sigla Until the revolution, vestiti con le tute verdi e le maschere di Dalì già viste nel corteo dell’ultimo sciopero contro i cambiamenti climatici. “Tra master e corsi di laurea- si legge sulla pagina Facebook del Cua– la morte nera entra direttamente nelle nostre aule”, mentre “l’Unibo millanta iniziative green come la distribuzione di borracce a tutti i nuovi iscritti (quando però non esistono fontanelle per poterle riempire e l’acqua che esce dai rubinetti di Bologna è aromatizzata al gusto di amianto); promuove la raccolta differenziata (per chi se lo può permettere) nei suoi nuovi studentati di lusso, frutto di cementificazione sfrenata e speculazione sul disagio abitativo; promuove iniziative culturali come ‘Il Nastro Verde’, quando poi nelle aule si discute con i professionisti della devastazione ambientale. Stop al green washing!”.
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C’e’ anche un gruppo di una trentina di giovani partiti da Bologna tra i manifestanti che a Roma stanno dando vita alla settimana di protesta internazionale sul clima, che durerà fino a domenica 13 ottobre, indetta dal movimento Extinction rebellion. I manifestanti sono accampati in questi giorni davanti a Montecitorio, dove si stan portando avanti anche uno sciopero della fame: la richiesta è che i Governi nazionali, compreso quello italiano, “riconoscano la gravità della crisi climatica ecologica, dichiarando lo stato di emergenza”, e mettano in campo “un’azione immediata” per fermare “la distruzione degli ecosistemi e della biodiversità”, portando a zero le emissioni di gas serra entro il 2025.
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“Il campo di battaglia urbano. Trasformazioni e conflitti dentro, contro e oltre la metropoli”. E’ il titolo del libro curato dal Laboratorio Crash! (Red Star Press, 2019): il lancio della pubblicazione è in programma per oggi alle 19 in via Zamboni 38. E’ prevista un’introduzione del Cua, poi gli interventi di alcune autrici e alcuni autori (Sonia Paone, Agostino Petrillo, Felice Mometti). Discute con loro il docente Maurizio Bergamaschi (Università di Bologna).