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Nasce il Community center Santa Insolvenza: “Una piazza coperta in cui costruire iniziativa politica contro la crisi” [foto + comunicato + videointervista]

Il comunicato diffuso dagli “insolventi” dopo l’occupazione dell’ex cinema Arcobaleno, in piazza Re Enzo: “Invitiamo tutti e tutte a partecipare portando il proprio contributo”. Guarda le foto del corteo e del Community Center.

11 Novembre 2011 - 20:49

> Le foto (di Flavia Sistilli e Giulio Cicanese) del corteo e del C. Center:

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> Guarda l’intervista:
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> La diretta sulla giornata con altre foto e video

> Leggi il comunicato:

Da Puerta Sol a Oakland. Bologna tra le piazze del mondo.

L'assemblea all'Ex Arcobaleno subito dopo l'occupazione

Il 15 maggio 2011, a Madrid diverse persone si accampano in piazza col desiderio di continuare la manifestazione a cui avevano partecipato quel pomeriggio. Lo striscione d’apertura della manifestazione recitava “Non siamo merce in mano di politici e banchieri”.

Il 17 settembre 2011, a New York, dei manifestanti si accampano di fronte alla sede di Wall Street, pochi giorni dopo tentano l’occupazione del Ponte di Brooklin e si fermano a Zuccotti Park. Da allora sono in assemblea.

Il 2 novembre 2011, a Oakland, migliaia di persone, dopo aver bloccato il porto, occupano un luogo che verrà definito “Community Center”.

L’11.11.11 nasce da queste spinte internazionali e da un’esigenza: quella di trovare un luogo in cui l’iniziativa politica possa essere il più condivisa possibile. Una piazza coperta in cui costruire iniziativa politica contro la crisi.

Nelle scorse settimane avevamo organizzato delle assemblee in Sala Borsa in cui questa esigenza è emersa con forza. Da settimane abbiamo detto che presto avremmo conquistato questo posto. Oggi quelle parole sono realtà.

Le apparizioni e i miracoli di Santa Insolvenza

“Santa Insolvenza, piena di rabbia, frega per noi peccatori la ricchezza che noi produciamo ma altri detengono”

Santa Insolvenza non è un’idolo, non è un’icona religiosa. Santa Insolvenza è una guerriera, è l’incarnazione della nostra indignazione.

Santa Insolvenza all’oggi è l’unica protettrice di migliaia di precari e precarie messi in ginocchio dalla violenza di questa crisi.

Santa Insolvenza lotta contro un debito che banche e istituti finanziari hanno contratto.

In questi giorni è apparsa ben due volte: in Stazione Centrale dove ha urlato insieme a tanti e tante “dacci oggi il nostro reddito quotidiano”. In Università, al Recruiting day, dove ha detto no alla precarietà, agli stage e tirocini gratuiti, e sì allo sciopero precario.

Uno spazio di democrazia diretta

Bologna è fatta di studenti e studentesse, precari e precarie, lavoratori sfruttati, artisti, migranti senza diritti, cassaintegrati, uomini, donne e trans sotto sfratto o i cui beni vengono pignorati. Queste persone devono potersi incontrare in un luogo dove poter ribaltare la povertà in possibilità di costruire autorganizzazione sociale e solidarietà reciproca.

Da oggi Bologna si prende uno spazio per costruire un modello differente di società e di democrazia: uno spazio in cui sia possibile confrontarsi, partecipare, proporre.

“Non ci rappresenta nessuno”

Non saranno le istituzioni a portare avanti le nostre lotte. Le istituzioni, i partiti, sono parte integrante di questa crisi. I movimenti e le lotte che stanno nascendo sono irrappresentabili; la rappresentanza non ha risposte da dare agli indignad@s spagnoli, agli occupanti di Zuccotti Park, alle persone che assalgono il parlamento in Grecia e nemmeno a noi. Che ci sia o no Berlusconi al potere sappiamo che chiunque verrà dopo non farà altro che seguire gli ordini della Banca Centrale Europea e del Fondo Monetario Internazionale. E saranno ordini che prevederanno sacrifici, lacrime e sangue. Non si esce dalla crisi passando dal governo del bagaglino al governo delle banche.

Le forme del governo istituzionale non hanno più niente da esprimere, da quelle nazionali a quelle territoriali: è evidente che anche chi è seduto nelle giunte comunali non intercetta i bisogni della gente. In città ci sono delle esigenze materiali a cui le istituzioni non trovano risposta. Questa risposta non va trovata, va costruita collettivamente.

Laboratori e proposte

Vogliamo quindi creare delle proposte, da subito.

Dal primo giorno ci poniamo un obiettivo: costruire dei laboratori che affrontino questi problemi e che affrontino il tema del rifiuto del debito, il tema dell’insolvenza. In questo luogo costruiremo momenti di incontro che saranno immediatamente pratici, da cui partiranno iniziative sulla lotta agli sfratti, sulle autoriduzioni, sul rifiuto dei contratti gratuiti.

Ci poniamo l’obiettivo di unirci a battaglie già presenti sul territorio. Un esempio è la proposta dei Comitati dell’Acqua che in questo momento stanno costruendo iniziative contro le bollette dell’acqua, che sono ancora maggiorate del 20% nonostante la vittoria dei referendum.

Costruiremo inchieste per capire quanto si stanno diffondendo, nella città di Bologna, gli effetti della crisi, e per capire come si sia diffusa da noi.

Uno spazio aperto

Immaginiamo questo luogo come un luogo di democrazia diretta: quando diciamo “non ci rappresenta nessuno”, intendiamo dire che non solo rifiutiamo di affidarci a partiti, organizzazioni sindacali, istituzioni ormai superate, ma anche alla logica per cui esistono collettivi o gruppi che si pongono come avanguardia nell’aprire spazi di democrazia.

Questo meccanismo non funziona più: la sfida di questo spazio è iniziata ben prima di occuparlo quando, dopo una serie di assemblee in Sala Borsa abbiamo deciso di metterci in gioco tutti e tutte, prendendo delle decisioni collettive e praticandole.

Per questo invitiamo tutti e tutte a partecipare portando il proprio contributo, le proprie abilità, idee e competenze.

Una realtà oltre l’immaginazione

Il filosofo Slavoy Zizek ha detto agli occupanti di Wall Street che è paradossale il fatto che possiamo immaginare la fine del mondo, ma non possiamo immaginarci la fine di questo sistema.

Aveva ragione, non si può immaginare. Si può solo costruire.

Quello di oggi è il primo passo.

Community Center “Santa Insolvenza” – Bologna