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Napolitano, la protesta di centinaia in un centro blindato [cronaca+foto+comunicati]

#OccupyUnibo trova cordoni della polizia in ogni via d’accesso a S.Lucia. Alcuni manifestanti feriti in una carica delle fdo in v.dei Poeti, poi blocchi sui viali. Tpo e Sadir, intanto, in presidio con sacchi della spazzatura.

30 Gennaio 2012 - 11:42

 

10:30 – E’ partito intorno alle 10:30 di questa mattina il corteo lanciato da OccupyUnibo per contestare la consegna della Laurea ad Honoris Causa al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Da Piazza Verdi, luogo del concentramento gli studenti si sono diretti lungo via Petroni, Piazza Aldrovandi per raggiungere via Castiglione dove, nell’Aula Magna di Santa Lucia si sta svolgendo la cerimonia. Centinaia di manifestanti , hanno sfilato per le vie del centro dietro lo striscione “Profumo d’austerity” e con finte pergamene in polistirolo per consegnare a Napolitano la laurea in politiche di austerity, ddl Gelmini e governo delle banche. “Napolitano oggi la laurea te la portiamo noi”, scandiscono al megafono.

La città già da ieri sera è blindatissima, il dispiegamento di forze dell’ordine è forse il più imponente visto in città da molto tempo, non solo decine di  blindati sparsi per la città ma anche elicotteri che sorvolano da questa mattina il centro di Bologna. All’incrocio tra via Castiglione e via Cartolerie, dove era previsto il concentramento del presidio organizzato da Tpo e Sadir alle 11, tre blindati impediscono a chiunque di passare, ma è tutta la zona compresa tra le Due torri, piazza Santo Stefano e via Farini ad essere militarizzata.

11:00 – Il corteo di OccupyUnibo una volta raggiunto l’incrocio tra  via Guerrazzi e via Farini si trova di fronte un folto gruppo di celerini in antisommossa che vuole impedire il passaggio al corteo. I manifestanti non si scoraggiano e fronteggiano per dieci minuti il cordone di poliziotti in fondo a via Guerrazzi per poi proseguire con il corteo selvaggio verso Strada Maggiore. “Ci volete zitti e in fila, ci avrete ingovernabili. Ora torniamo indietro e creeremo un vero e proprio assedio intorno all’Aula magna”, dicono al microfono. Prima di tornare indietro, davanti al cordone di Polizia, dal corteo al megafono leggono un messaggio per spiegare le ragioni della protesta. Un “contro-conferimento”, perchè affermano al megafono “per noi Napolitano non e’ la faccia pulita che tutti descrivono, per noi e’ colui che ha consegnato l’Italia al governo delle banche e ha firmato per il ddl Gelmini e la creazione dei Cie”. Il corteo poi imbocca via San Vitale e risale in direzione Due torri passando in mezzo al traffico.

11:30Il corteo selvaggo prosegue  a zig-zag nel tentativo di avvicinarsi a via Castiglione bloccando tutto il centro.

11:40 – E’ arrivato in piazza della Mercanzia che e’ circondata dalle Forze dell’ordine da tutte le parti: un cordone (e un blindato messo di traverso) chiude via Castiglione e un altro l’accesso a piazza Santo Stefano. Dopo dieci minuti passati li’, con i giocolieri che suonano i tamburi davanti agli agenti, il corteo gira imbocca via Pescherie vecchie ed entra nelle stradine del Quadrilatero. Poi si dirige in via Marchesana e gira a destra verso il portico dell’Archiginnasio e piazza Maggiore. Il corteo selvaggio sta letteralmente facendo impazzire le forse dell’ordine, costrette a rincorrere i manifestanti.

11:50 – Cariche in via dei Poeti. Il corteo nuovamente bloccato in via dei Poeti è stato caricato dalle forze dell’ordine che impedivano il passaggio.

12:05- Dopo la violenta carica delle forze dell’ordine nella quale sono rimasti feriti alcuni manifestanti, il corteo prosegue verso Porta Castiglione.

12:15 Bloccati i viali, traffico in tilt.

12:25 – Nel frattempo all’incrocio tra via Castiglione e via Orfeo prosegue il presidio indetto da Tpo e Sadir. Una cinquantina di attivisti con ognuno un “tocco” da laurea in cartone e un finto sacco della spazzatura che rappresentano una laurea (“laurea in lingue” o “laurea in giurisprudenza”) per protestare contro l’abolizione del valore legale dei titoli di studio. Sui cartelli, invece, frasi come: “Una laurea honoris causa in tempo di crisi, noi vogliamo altro”. Lo striscione portato dai manifestanti, infine, recita: “Laurea ad honorem per chi difende i beni comuni”, con un riferimento ad Alvise, sottoposto a misure cautelari pochi giorni fa nell’operazione della Procura di Torino contro il movimento No-Tav. I blindati delle forze dell’ordine li attendono ad un centinaio di metri di distanza, sbarrando la strada verso l’Aula Magna di Santa Lucia. Tpo e Sadir, pero’, spiegano di non avere intenzione di tentare l’ingresso: “Il nostro e’ un presidio comunicativo”, spiega Roberto al megafono. “Sembra di essere nella striscia di Gaza- continua Roberto, mentre comincia la musica- non vogliamo una citta’ blindata, vogliamo una citta’ libera”.

13.00 Si sono conclusi entrambi  i cortei contro Napolitano, quello di OccupyUnibo in Piazza Verdi, quello di Tpo e Sadir dentro il rettorato. Dopo i blocchi sui viali, OccupyUnibo ha imboccato Via Santo Stefano. All’altezza dei Garganelli i cordoni della celere a impedire l’accesso a via Farini e via Cartolerie, l’unica via percorribile era via Guerrazzi, che gli studenti hanno imboccato per tornare a sciogliersi in zona universitaria

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> Santa Insolvenza, coupon sconto della Coop: “Un Giorgio perfetto”

Il centro disseminato di tagliandi rossi: “La libreria Coop Ambasciatori festeggia la visita del presidente della Repubblica offrendo uno sconto del 50%…” Ma è una beffa degli insolventi.

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> I comunicati giunti in redazione:

Profumo di… austerità

Oggi laurea honoris causa a Napolitano in manganello moderno e contemporaneo

Centinaia di studenti e precari hanno contestato oggi l’inaugurazione dell’anno accademico, alla quale erano invitati il neoministro della d-istruzione Profumo e il Re Giorgio Napolitano.
Dopo gli arresti degli scorsi giorni contro il movimento No Tav, anche oggi la libertà di dissentire è stata potentemente compressa: centinaia di celerini a bloccare tutte le strade ed una violenta carica che ha ferito molti studenti. Di fronte a chi parla di violenza chiediamo di guardare i filmati: da essi si vede benissimo che la violenza è stata fatta da una parte sola, quella della polizia che evidentemente cercava di confermare la sua fama, galvanizzata dall’essere finita sui maxischermi col film Acab e vogliosa di non smentirsi.

Non ci sembra nemmeno il caso di commentare le gravissime affermazioni e le menzogne su fantomatici gas o liquidi urticanti: o sono allucinazioni da film anche quelle, o il classico tentativo di disinformazione, strumentale per provare, come sempre, a criminalizzare una protesta. Non ci provate! Nessun gas e nessun liquido ma solo diritti! Da sempre chi lancia gas contro la popolazione sono i poliziotti, non altri..

Nonostante questo la legittima protesta ha portato comunque per le strade la voce del movimento. Di fronte alla Cancellieri che, pur essendo stata in città pochi mesi, si arroga il diritto di stabilire chi ha il diritto di cittadinanza e chi no, rispondiamo che oggi in piazza c’era il movimento di Bologna, quella parte di città che non ci sta ad accettare le politiche portate avanti, col consenso di Napolitano, dal nuovo governo delle banche. Non accetta i sacrifici, l’austerità, la precarietà dilagante e la sempre più stringente povertà.

Oggi in piazza c’era la Bologna delle lotte, la Bologna solidale che fino all’anno scorso si è opposta alla distruzione di scuola e università portata avanti dalla Gelmini. Quella parte di città era oggi in piazza per dire che con Profumo c’è puzza di vecchio perchè l’idea dei governi non è mutata. Sono le banche e la finanza globale che continuano ad imporre politiche di tagli e sacrifici: contestare queste scelte non è solo giusto, ma necessario.

Ed è stato proprio Re Giorgio uno degli artefici del nuovo governo delle banche, il governo Monti-austerità. L’unica laurea che si merita è questa: per aver contribuito a distruggere il futuro di quei giovani di cui si riempie tanto la bocca. Oggi eravamo in piazza per denunciare anche questo.
Con le parole della valle che resiste salutiamo tutta la Bologna che lotta: A sarà dura, per loro!

#OccupyUnibo

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Flash mob in rete… #OccupyNapolitano!

In risposta alla carica che la polizia ha effettuato ai nostri danni, e per continuare in maniera differente la presenza di Napolitano in città, stiamo lanciando in questo momento anche un “#occupynapolitano” telematico, invitando tutti a mettere sulla bacheca del profilo pubblico di Giorgio Napolitano su Facebook qualcosa che attacchi la gestione della giornata di oggi e la presenza di Napolitano in città. Abbiamo subito riscosso un buon numero di adesioni, anche se dal gestore del profilo sono state subito cancellati alcuni post! Ma noi continuiamo, vista l’inaccettabilità della gestione di piazza voluta dall’università oggi. In allegato uno screenshot del flash mob che sta proseguendo anche in questi momenti!

Questa la pagina sulla quale stiamo invitando tutti a contestare Napolitano!

#OccupyUnibo

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Noi viviamo per calpestare dei re…

Il 30 gennaio Bologna si “blinda a festa” per ricevere il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Un’università già agonizzante a causa dei tagli e delle controriforme degli ultimi anni e pronta a ricevere ulteriori salassi per rispettare i diktat europei, consegnerà a Napolitano una laurea honoris causa in Relazioni Internazionali.
Ma quali sono i “meriti” di Sua Eccellenza in questo campo? La firma della riforma Gelmini? Il riconoscimento del governo illegittimo delle banche e del capitale europeo? La condanna della resistenza in Val Susa? Le benedizioni dei “nostri soldati” impegnati nell’importante e nobile missione di garantire gli interessi capitalistici in Asia, Africa e in tutto il bacino del Mediterraneo?

La venuta del “reggente Giorgio” a Bologna non ci è gradita. La retorica sull’unità nazionale e sulla necessità che tutti stringano la cinghia non può che risultare indigesta alle migliaia di lavoratori, disoccupati, studenti, pensionati che dell’ultimo anno trascorso non avranno che un ricordo: non certo quello dei festeggiamenti per i 150 anni dell’Unità di’Italia, ma semmai quello di una crisi globale che sembra abolire ogni prospettiva per un futuro diverso da quello, all’insegna dell’austerità e dei sacrifici, che ci promette il nuovo governo.
Il Comitato No Debito di Bologna è pronto ad accoglierlo per ricordargli che noi il debito non lo paghiamo. Scendiamo in piazza per ricordare al Presidente che la democrazia non vive di retorica e di incontri ottocenteschi tra baroni e inservienti, ma cresce e si rafforza nella quotidiana battaglia in difesa dei diritti e del futuro di chi viene sistematicamente escluso.
Negli ultimi mesi il debito da sovrano si è fatto dittatore. Un grande movimento popolare e democratico gli si oppone, e lancia una campagna di mobilitazione per creare le basi di una società diversa.

Comitato No Debito Bologna